Summer, Calcutta infiamma una piazza di oltre 8mila






Una piazza Napoleone gremita, con il cuore di oltre 8mila persone che batte a mille: il protagonista è Calcutta, che con la sua musica ha catturato la piazza del Lucca Summer Festival. Edoardo D’Erme, in arte Calcutta, ha accompagnato con una carezza la numerosa platea nel suo Universo, fatto di frasi semplici che arrivano dritte al cuore. Semplici, pure un po’ strambe, ma assolutamente mai banali.
Un artista in che parla d’amore con parole usate nel linguaggio di tutti i giorni, senza andare a ricercare marchingegni letterari. Un cantautore che dà voce ad una generazione attraverso canzoni intime e malinconiche, che raccontano la solitudine e lo smarrimento che in molti hanno passato. Calcutta ha stupito anche Lucca, facendo tornare tutti a casa senza voce, il tutto grazie alla sua semplicità e il suo inseparabile cappellino. Il cantautore a Lucca ha superato anche un record: “Ho sbattuto tre volte il dente sul microfono – dice scherzando -, è un mio personale primato”.
Lucca ha accolto Calcutta ancor prima del concerto con una speciale dedica: un murales che raffigura il cantautore di Latina con una pizza in mano, con le prime parole della canzone Frosinone (Mangio la pizza e sono il solo sveglio, in tutta la città). Ad aprire lo show di piazza Napoleone sono state le note di Francesco De Leo, che ha fatto da antipasto con uno spettacolo di circa mezz’ora salutando simpaticamente il pubblico con un happy birthday. Le emozioni scendono piano-piano su Lucca, proprio come delle Briciole. Calcutta ha trascinato piazza Napoleone nel suo Mondo partendo dalla prima traccia di Evergreen, il terzo disco del cantautore di Latina uscito il 25 maggio dello scorso anno. “Ci sono delle canzoni un po’ più riflessive e un sound un po’ più rétro, ma molto più costruito”, con queste parole Calcutta ha presentato Evergreen, un successo incredibile che, ancora una volta, si contraddistingue per la semplicità e l’efficacia comunicativa dei suoi testi. Canzoni che parlano d’amore, con tratti di nostalgia che trafiggono l’ascoltatore. “Ti ricordi? Andavamo a passeggiare nei ricordi”, con le note di Briciole: il viaggio di Lucca è partito all’interno di un’atmosfera all’insegna della delicatezza. Lucca “metti le scarpe più brutte che ti porto a ballare”. Calcutta ha fatto esplodere piazza Napoleone con Kiwi, con i numerosi fans che hanno urlato a squarciagola in coro “Oooh mondo cane, tu fatti gli affari tuoi”. Le parole di Calcutta arrivano dritte al cuore del pubblico, che interpreta ogni parola con uno sguardo ed un pensiero del tutto personale. Edoardo D’Erme ha proseguito lo spettacolo cantando un altro grande successo, Orgasmo. “Tanto tutte le strade mi portano alle tue mutande”: impossibile stare fermi e non unirsi al coro di piazza Napoleone. Da Orgasmo a Cane: lo show dell’artista di Latina ha fatto un tuffo nel passato con Forse, il primo album uscito il 18 dicembre del 2012. Calcutta ha ripercorso il suo cammino artistico con Milano e Limonata, due brani tratti da Mainstream, l’album del 2015 che ha sancito il successo del cantautore. Nel concerto di Calcutta c’è spazio anche per una cover, Se tu non torni di Miguel Bosé. “Lo sai che la tachipirina 500 se ne prendi due diventa mille?”. Calcutta ha fatto battere a mille il cuore di Lucca con Paracetamolo. Vietato scervellarsi e interrogarsi all’infinito per capire il significato dei testi di Calcutta, per godersi al meglio le canzoni il pubblico si deve lasciare trascinare dalle emozioni: “Penso sia naturale sentire il bisogno di interpretare – ha dichiarato il cantautore di Latina in un’intervista -, però a chi mi domanda il significato di un frase, io non so che dirgli. Anzi, a volte mi scoccia anche un po’. Io non sono mai andato a chiedere a un artista che cosa voleva dire questa cosa, non ce n’è bisogno. Per me ogni parola è un’onomatopea di un sentimento”. Dopo le note di Rai, Albero, Amarena e Nuda nudissima, Calcutta ha conquistato il pubblico di piazza Napoleone cantando Cosa mi manchi a fare, l’indimenticabile singolo uscito nel settembre 2015. Un viaggio tra i sentimenti dell’artista, che tocca il cuore di tutti gli ascoltatori in un mix tra frasi spiazzanti (“Pesaro è una donna intelligente” e “ricordami le olive sono buone”) ed espressioni di una tenerezza unica (“volevo soltanto scomparire in un abbraccio”). Da un successo ad un altro: tutta la folla di Lucca ha accompagnato Calcutta cantando Oroscopo, uno dei momenti più toccanti del concerto. Calcutta, tra i vecchi successi come Abre magique, Del verde e Le barche, ha lasciato spazio anche a due novità: Sorriso e Due punti. Nel mezzo a questo percorso, il cantautore di Latina ha regalato al pubblico le note di Hubner. “In questo mondo ch’è, pieno di lacrime, io certe volte dovrei fare come Dario Hübner”: la canzone vede come protagonista l’ex calciatore, non tanto per i suoi tanti gol segnati tra Serie A e Serie B, ma per un motivo molto più profondo. Un concerto da Serie A: ospiti vip per il concerto di Calcutta, che ha visto la presenza del difensore della Juventus Daniele Rigano accompagnato dalla sua ragazza. Dai gesti ribelli per estraniarsi dal gregge come “ho fatto una svastica in centro a Bologna ma era solo per litigare” di Gaetano, passando per la descrizione unica dell’amore in Saliva, fino alle note tra malinconia e tristezza di Frosinone: piazza Napoleone viene trascinata nel vortice di emozioni di Calcutta. L’unico difetto dei concerti di Calcutta è che purtroppo hanno una fine: il cantautore saluta Lucca con Pesto, uno dei pezzi più attesi. Per tutta Lucca è risuonato l’eco di “Weee deficiente, negli occhi ho una botte che perde”, un finale da brividi con piazza Napoleone che si è unita in un forte abbraccio verso il cantautore di Latina. Una città che il cantautore porterà per sempre dentro: Calcutta, infatti, ha salutato Lucca mostrando la maglia del suo paese, Latina. Ai tanti che domandano “come fai ad ascoltare Calcutta se non capisci nemmeno il senso delle sue canzoni?”, lui ha risposto anche a Lucca, con le sue canzoni: “Smettete di tentare di trovare un significato, godetevi le canzoni e lasciatevi trascinare dalle sue emozioni”.
Claudio Tanteri
Le foto di Andrea Simi