Un altro sold out per Mark Knopfler al Summer

13 luglio 2019 | 20:56
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Un altro sold out per Mark Knopfler al Summer
Un altro sold out per Mark Knopfler al Summer
Un altro sold out per Mark Knopfler al Summer
Un altro sold out per Mark Knopfler al Summer
Un altro sold out per Mark Knopfler al Summer
Un altro sold out per Mark Knopfler al Summer

Non un semplice concerto ma qualcosa di più. L’esibizione di Mark Knopfler, questa sera (13 luglio) sul palco del Lucca Summer Festival, è stata qualcosa di più: è stato un viaggio in un mondo magico. D’altronde l’ex leader dei Dire Straits non è un musicista comune. Fine letterato, giornalista e scrittore, oltre che una delle voci e delle chitarre più celebri e amate della storia del rock, Mark Knopfler è lontanissimo dallo stereotipo della star dalla vita piena di eccessi, tant’è che è stato definito “l’uomo più tranquillo del rock” ed in effetti questa descrizione gli calza a pennello. Oggi, a 70 anni e nonostante qualche acciacco, è ancora in grado di far emozionare il pubblico di ogni età.

Accompagnato da una band di 10 elementi, alcuni dei quali lo affiancano da oltre 20 anni, da quando cioè ha lasciato la leggendaria band britannica di cui era cuore e anima per lanciarsi in una carriera solista, Mark Knopfler ha regalato al pubblico di piazza Napoleone una nuova serata di grande musica. Una serata da sold out, il quarto in altrettante partecipazioni al Summer Festival.
Chi si aspettava un revival dei gloriosi tempi dei Dire Straits è probabilmente, almeno in parte, rimasto deluso. Certo, i richiami alla band inglese non sono mancati, ma nel corso della serata Knopfler ha tratto a piene mani dal suo repertorio solista. Così i fan, composti prevalentemente da adulti ma anche da tanti giovani, hanno potuto provare un turbinio di emozioni in un viaggio negli oltre 40 anni di carriera del musicista, passando da un sound che richiama il southern rock degli Stati Uniti fino ad arrivare alla musica popolare delle Highlands scozzesi. Alle grandi hit, il cantante e chitarrista ha alternato, in un giusto mix, canzoni forse meno note al grande pubblico ma ugualmente di grande interesse, come la bellissima e movimentata Corned Beef City, brano tratto dall’album Privateering uscito nel 2012 o la struggente Heart Full of Holes tratta dall’albumo Kill to Get Crimson del 2007.
Nonostante l’età, Mark Knopfler dimostra ancora una grande energia che riesce a trasmettere alla platea. Accanto a lui, una band di dieci elementi, la maggior parte dei quali ha già lavorato con lui per più di venti anni: Guy Fletcher (tastiere), Richard Bennett (chitarra), Jim Cox (piano), Mike McGoldrick (flauto), John McCusker (violino e cittern), Glenn Worf (basso), Danny Cummings (percussioni) e Ian Thomas (batteria). I nuovi sono Graeme Blebins (sax) e Tom Walsh (tromba).
Il concerto si apre subito con una standing ovation per Mark Knopfler che arriva sul palco con la sua fida Gibson Les Paul e propone una fantastica versione di Why eye man in cui la band mostra subito le proprie abilità. Si prosegue con i ritmi veloci e con la splendida Corned Beef City che strizza l’occhio alla tradizione country americana, per poi planare a Philadelphia con la struggente Sailing to Philadelphia, brano tratto dall’omonimo album del 2000. I Dire Straits fanno capolino nella serata con Once Upon a Timein the West ma è con Romeo and Juliet, una delle ballad più belle mai scritte, che scatta l’ovazione. “È bellissimo tornare qui ancora una volta. Ma il tempo passa e forse non potrò più venire” ha detto il cantante rivolgendosi alla platea ricevendo un disperato “no” come risposta.
Si passa poi a presentare due brani del nuovo album, Down the Road Wherever, uscito alla fine del 2018: My Bacon Roll e la dolcissima Matchstick Man. Si torna poi al 1996 e al primo album pubblicato nella “seconda vita” di Mark Knopfler, quella da solista, con Done with Bonaparte brano contenuto nell’album Golden heart, a cui segue invece un salto in avanti nel tempo con Heart Full of Holes. Altra standing ovation poi per la terza finestra che si apre sul mondo dei Dire Straits con She’s Gone e Your Latest Trick che regalano brividi al pubblico.
Ci si avvia verso il finale su un’altalena di emozioni: prima la latineggiante Postcards From Paraguay dall’album Shangri-La del 2004 e poi di nuovo Dire Straits con On Every Street brano che contiene uno dei riff più celebri e immortali nella storia del rock. Per il gran finale si ritorna al 2000 e a Sailing to Philadelphia con la splendida Speedway at Nazareth. La band lascia il palco di fronte ad una piazza entusiasta e che richiama fuori i loro beniamini per l’attesissimo bis.
Mark Knopfler e soci tornano allora ad imbracciare gli strumenti per eseguire la famosissima Money for Nothing che fa alzare in piedi e battere le mani ancora una volta a tutto il pubblico. Chiusura affidata, e non poteva essere diversamente a So far away e Going Home. Una conclusione perfetta – con tre bis – per una serata che i fan ricorderanno a lungo.

Le foto di Andrea Simi