Pechino-Parigi in auto d’epoca, impresa per Fontana-Bertolli

24 agosto 2019 | 08:20
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Pechino-Parigi in auto d’epoca, impresa per Fontana-Bertolli

Impresa riuscita: l’equipaggio Fontana-Bertolli porta a casa la Pechino-Parigi e si prepara ora a partire per nuove importanti sfide e avventure. Una storia incredibile quella di Pier Luigi Fontana e Giulio Bertolli, che esattamente come fecero i loro antenati, hanno affrontato, a bordo di una Fiat 2003S Coupé del 1966, una delle gare di rally, riservata alle auto storiche, più bella, affascinante e complessa del mondo.

Metti la passione per le macchine d’epoca unita al gusto per l’avventura e per la scoperta: quello che ne esce è la storia di due amici che in 35 giorni di guida hanno attraversato 14 paesi e percorso circa 14mila chilometri, da Pechino a Parigi, dal deserto del Gobi alla steppa siberiana fino ai centri storici di bellissime capitali europee. Loro, imprenditori di successo, eredi e fieri testimoni di due tra le famiglie più importanti della Lucchesia, inventori dell’olio ed esportatori mondiali, sono ancora increduli.
“Ce l’abbiamo fatta, quando siamo entrati a Parigi ci siamo resi conto di essere tra quelli che avevano portato a termine un’impresa storica ed è stata un’emozione incredibile – spiegano -. Una gara splendida, organizzata alla perfezione, che ti porta a sperimentarti prima di tutto con te stesso e poi anche con l’auto. Non sono mancate le difficoltà, abbiamo avuto dei problemi seri alla macchina, ma la voglia di ripartire e di arrivare al traguardo è stata più forte e alla fine ci siamo riusciti. È un’esperienza che non potremo dimenticare. Dobbiamo ringraziare lo staff tecnico che ci ha seguito e aiutato: l’officina di Mauro Prampolini di Carrara, famoso tecnico che ha lavorato anche in Ferrari, che ha preparato la macchina per la parte motoristica, e poi Renato Rickler, che ha curato il telaio, vecchia volpe della Parigi-Dakar con la sua Rally Art e preparatore ufficiale di Mitsubischi. Non solo, Renato è anche colui che ci ha letteralmente salvati: in Mongolia siamo rimasti fermi, la macchina non ne voleva sapere, siamo riusciti a ottenere il passaggio da un tir che ci ha caricati a bordo, macchina compresa, fino a Novosibirsk. Ecco, Renato è partito dall’Italia con oltre 50 kg di differenziale per la macchina ed è venuto fino in Siberia per permetterci di continuare la gara: noi neanche per un momento abbiamo pensato di abbandonare”.
La Pechino-Parigi è una gara di velocità e di regolarità a media, che non prevede assistenza durante il percorso, ma solo nelle soste. Si basa tutta sulla forza delle automobili e la resistenza dei piloti. L’equipaggio Fontana-Bertolli è stato uno dei quattro a partire dall’Italia per un totale di 120 partecipanti da 22 paesi del mondo. E si sono trovati di nuovo lì, fianco a fianco, proprio come tanti anni fa fecero Eugenio e Alberto, il padre e lo zio di Pier Luigi e Giulio. Sempre insieme, fedeli testimoni di una tradizione e di una passione motoristica che ha ampiamente superato il secolo di vita. “Una passione che non finisce – concludono -, perché l’unica cosa che conta è la voglia di fare e di superare nuovi limiti”.
Dopo questa avventura, infatti, Fontana e Bertolli si stanno già preparando ai due prossimi appuntamenti: Lima-Capo Horn nel 2020, con i suoi 8800 chilometri per 28 giorni di percorso, e di nuovo la Pechino-Parigi nel 2022. A tifare per loro, ancora una volta, ci sarà l’Automobile Club di Lucca.