70 anni di foto Alcide, successo da 25mila visite

27 settembre 2019 | 13:02
Share0
70 anni di foto Alcide, successo da 25mila visite
70 anni di foto Alcide, successo da 25mila visite
70 anni di foto Alcide, successo da 25mila visite
70 anni di foto Alcide, successo da 25mila visite
70 anni di foto Alcide, successo da 25mila visite
70 anni di foto Alcide, successo da 25mila visite

Mostra di Alcide in San Cristoforo, un successo da oltre 25mila visitatori, una vendita per beneficenza ed un appello alle istituzioni locali: “Salvatela rendendola permanente a palazzo Guinigi”. Sono numeri da capogiro quelli che raccontano oggi Alessandro “Mimmo” e Claudio Tosi, per tracciare un bilancio di Raccontare Lucca. 70 anni di foto Alcide, l’esposizione fotografica che attraverso 430 scatti dal 1949 ad oggi tramanda la storia della città. Un trionfo di proporzioni inattese, visto che il taglio del nastro era avvenuto soltanto lo scorso 6 settembre e che la mostra – ad ingresso libero – si appresta a vivere il suo ultimo weekend (chiusura il 29 settembre), dopo aver sostanzialmente affiancato ed impreziosito il settembre lucchese. Sul futuro dell’esposizione è già nato un dibattito in città e, oggi, sono arrivate le prime risposte, accompagnate da proposte stimolanti. Tanto per cominciare, gli scatti verranno messi in vendita per sostenere due importanti progetti: l’acquisto di materiale utile per i bambini della neuropsichiatria infantile di Lucca e lo sviluppo di eventuali iniziative degli Amici dell’Archivio fotografico lucchese (immagini prenotabili alla reception della mostra, fino al 29 settembre, con offerta minima di 25 euro; oppure nei giorni successivi a Foto Alcide in via Mazzini 40). Poi, non meno importante, l’appello che giunge direttamente dal professor Umberto Sereni, vero e proprio trascinatore dell’iniziativa: “Questa mostra va salvata rendendola a carattere permanente. Il luogo ideale? Un’ala di palazzo Guinigi”.

Prima di lui avevano parlato Alessandro e Claudio Tosi, la voce un misto tra commozione e orgoglio: “E’ andato tutto oltre le più rosee aspettative – il commento – anche grazie all’incredibile passaparola che si è creato ed alla concomitanza con il settembre lucchese. Un quarto di città è venuto a visitare la mostra, sintomo che abbiamo colpito la sensibilità dei lucchesi. Molti si sono riconosciuti in questi scatti e si sono emozionati al punto di mettersi a piangere. Per questo, un grazie enorme va a chi ci ha aiutato ad allestirla, dall’architetto Anna Martorana al professor Sereni, senza dimenticare il contributo di Tommaso Stefanelli e quello del dottor Bartelloni (presente oggi in rappresentanza della Fondazione Banca del Monte di Lucca)”.
La mostra (per ora) chiude i battenti, ma le foto continueranno a pulsare vita all’interno del catalogo edito da Maria Pacini Fazzi: “Racchiude l’anima di Lucca – spiega Francesca Fazzi – che è forte, unica. Questa iniziativa ha davvero coinvolto la città e siamo felici di farne parte”. Il catalogo sarà presto diffuso nelle librerie cittadine al costo di quaranta euro. Poi inizia l’affondo di Sereni, che si muove a tutto campo: “San Cristoforo – suggerisce – diventi quel centro di accoglienza per i turisti che oggi manca in città. Avete visto cosa è successo con questa mostra: avevo detto che sarebbe stata l’evento del settembre lucchese e così è stato. Adesso va salvata in tutti i modi: mettiamola in un’ala di palazzo Guinigi, in modo da far tornare a vivere quel luogo. Ricordo – pungola l’amministrazione – che abbiamo anche un assessorato alla memoria: ecco, secondo voi esiste più memoria di questa? Un allestimento – conclude – che è stato un grande regalo per la città, senza dover spendere milioni di euro”. Tra i presenti spicca anche il commento di Lamberto Serafini (Amici dell’Archivio fotografico lucchese): “La storia verrà sempre più raccontata per immagini, in futuro. Qui si espone la vita lucchese, quella dell’uomo della strada che si riconosce e si identifica in questi scatti, fortificando un profondo senso di appartenenza alla città. La lucchesità deve essere tradotta in qualcosa di tangibile, ogni tanto. Ben venga, dunque, salvare la mostra. Propongo inoltre – aggiunge – di riunire tutti gli archivi storici in un unico punto della provincia”. A corredo della mostra c’è anche la camera oscura utilizzata dal padre di Mimmo e Claudio Tosi negli anni ’50: “Nell’era del digitale ha attirato decine di curiosi. Vorremmo che anche questa fosse donata alla città, per mantenere intatta la memoria dei tempi passati”. All’appuntamento per il finissage tante autorità cittadine: non si è perso l’occasione per un’ultima visita nemmeno il presidente della Fondazione Crl, Marcello Bertocchini.

Paolo Lazzari