Underground, al Lucca Museum la mostra di Sferrazza

5 ottobre 2019 | 11:14
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Underground, al Lucca Museum la mostra di Sferrazza

Quali storie possono esserci dietro al volto di un homeless o di una persona in attesa sulla banchina della metropolitana? Sono i racconti silenziosi, lontani dalle luci della ribalta, quelli a cui dà voce l’artista Salvatore Sferrazza nella sua personale dal titolo Underground curata da Maurizio Vanni e in mostra dall’8 ottobre al 3 novembre nel LuCCA Lounge & Underground (ingresso libero). Narrazioni di vite immaginate che saranno presentate al pubblico sabato 19 ottobre 2019 alle ore 18 durante l’incontro con l’artista di origini siciliane.

“Vedere le opere di Salvatore Sferrazza – spiega il curatore Maurizio Vanni – è come cercare di capire da dove arrivano i suoi personaggi, quale potrebbe essere la loro storia, che ruolo ha giocato il destino nelle loro vite e se partecipano da protagonisti la loro esistenza. Sotto o sopra il mondo non fa differenza, la sensazione è che ogni luogo possa essere considerato underground, non ufficiale, non blasonato, non conosciuto, clandestino e per questo consunto, lontano dalla luce del sole, logorato e scolorito. Non rimane quasi nulla, eccetto le coscienti illusioni”.
Il mondo metropolitano dipinto da Sferrazza non chiude però i suoi personaggi in contesti claustrofobici, ma offre sempre un’opportunità: un incontro casuale, una via di fuga, una luce seppur offuscata dalla nebbia o dai colori della notte. “Le forme delle sue figure – sottolinea Vanni – sono solo accennate, liquide, ma riconoscibili. Gli spazi creano ambientazioni “pastose” laddove la relazione tra luci e ombre struttura l’intera composizione. Tutto sembra muoversi sopra piattaforme meccaniche invisibili che non ammettono improvvisazioni o mutamenti di programma, ma in realtà accanto al disagio e all’abbandono, c’è ancora una flebile luce di speranza”. Pennellate morbide, colori opachi intervallati da improvvisi chiarori creano scene urbane o sotterranee piene di suggestione che lasciano correre la nostra immaginazione sul destino dei personaggi ritratti. Un uomo solo a testa bassa, con la sua bottiglia e con l’ombrello, si allontana dalla città. Qualcun altro si muove in mezzo alla pioggia cercando di coprirsi con un improbabile ombrello. Ognuno portando con sé la propria solitudine. “Tutti noi – conclude Vanni – fuggiamo da qualcosa o da qualcuno: il vero scossone esistenziale sarebbe quello di trasformare la fuga in una rincorsa. Perché solo coloro che continuano a credere ai propri sogni possono riportare il sole anche in una galleria della metropolitana”.