Cento anni di vita (e memoria) nel libro di Raffaello Cei

20 gennaio 2020 | 17:44
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Cento anni di vita (e memoria) nel libro di Raffaello Cei

La presentazione sabato prossimo nell’ambito delle iniziative per la giornata internazionale

Cento anni di vita che fanno memoria, in un libro. Sabato (25 gennaio) alle 16 alla Casa della Memoria e della pace verrà presentato il libro Il caporale. Dal passo di Halfaya a Pietermaritzburg- Zonderwater di Raffaello Cei.

La storia è quella di un giovane artigliere italiano che combatté in Africa settentrionale e che poi finì prigioniero degli inglesi. Nulla di straordinario se non per il fatto che quel caporale quest’anno compirà 100 anni e sarà presente alla presentazione del suo libro. Infatti grazie a Tralerighe libri editore Cei esce in libreria con la storia che inizia nel 1940, quando partì militare, per poi concludersi nel 1947 al suo rientro in patria. Lo storico Andrea Giannasi intervisterà l’autore, che raggiunta l’età del secolo, è memoria viva di quanto orribile e disumana sia la guerra.

L’evento – unico nel suo genere vista l’età sarà preceduto dai saluti dell’assessore Ilaria Vietina e della presidente dell’associazione toscana Volontari della Libertà Simonetta Simonetti.
La storia di Cei inizia con la guerra di Libia e la tragica sconfitta al passo di Halfaya.

“I presidi di Sollum e di Halfaya, accerchiati ed ininterrottamente battuti da artiglierie di ogni calibro e dall’aviazione, rimasti da tre giorni causa il maltempo privi di rifornimenti aerei, specie di acqua anche per i soli feriti, dopo due mesi di eroica lotta sono stati costretti a desistere da ogni ulteriore ormai impossibile resistenza”. Con questo bollettino militare 595 del comando superiore italiano si concluse la battaglia sul confine tra l’Egitto e la Libia tra le forze britanniche e le unità italo-tedesche.

Raffaello Cei era inquadrato nel secondo reggimento articelere Emanuele Filiberto Testa di Ferro, come conducente di trattori utili allo spostamento delle artiglierie e al trasporto del munizionamento e vettovagliamento. Era un giovane artigliere italiano impegnato sul fronte libico e nel gennaio del 1942 al Passo di Halfaya, dopo settimane di dura battaglia, venne catturato dagli inglesi e condotto in prigionia prima in Egitto e poi in Sudafrica. Qui venne rinchiuso nel campo di prigionia di Pietermaritzburg, il campo di transito del più famoso e immenso campo di Zonderwater.

In Sudafrica rimase prigioniero fino al termine del conflitto con altri 110.000 italiani.  Solamente nel 1947, dopo sette anni dalla sua partenza, Raffaello Cei fece ritorno in patria. Il libro traccia con indelebile chiarezza il periodo della leva militare a Ferrara, il trasferimento in Libia, la battaglia, l’assedio e poi la cattura. Molto suggestivo il racconto del viaggio in nave verso il Sudafrica e poi il lungo periodo di prigionia.