Pranzo social con la pasta al burro dei Cervi: ecco la Liberazione ‘fatta in casa’

Evento Facebook pensato da un gruppo di amici lucchesi per oggi (25 aprile) alle 13
Molte le iniziative pensate per trascorrere questo 25 aprile senza perderne lo spirito, utilizzando le nuove piazze virtuali rappresentate da social network come Facebook. Ed è lì che un gruppo di amici lucchesi ha scelto di pianificare l’evento Liberazione ‘fatta in casa’.
Si tratta di un vero e proprio invito a pranzo: alle 13 ci si potrà collegare (questo il link) per una diretta di… pastasciutta. Ma non una qualsiasi: quella, semplice e genuina, burro e parmigiano, che i sette fratelli Cervi prepararono per il loro paese alla notizia della fine della dittatura fascista e – pensavano, sbagliandosi – della fine della guerra. Era il 25 luglio 1943, 20 mesi prima del 25 aprile 1945, e in tutto lo Stivale, quel giorno, venne fatta festa. Un entusiasmo che di lì a poco Badoglio avrebbe spento, annunciando che l’Italia avrebbe continuato a combattere con la Germania.
Il racconto di come la famiglia Cervi preparò 380 chili di pasta per tutto il paese di Campegine (Reggio Emilia) ci è arrivato da Alcide Cervi, padre di Gelindo, Antenore, Aldo, Ferdinando, Agostino, Ovidio ed Ettore – tutti imprigionati, torturati e fucilati dai fascisti il 28 dicembre di quello stesso 1943.
Eccole le parole di Alcide Cervi, conservate nel libro I miei sette figli: “Il 25 luglio vengono e ci dicono che il fascismo è caduto, che Mussolini è in galera. È festa per tutti. La notte canti e balli sull’aia. Facciamo subito un gruppo di contadini e andiamo a Reggio, per la strada tutti si aggiungono e la colonna diventa un popolo. Ognuno sembrava che aveva vinto lui, e questa era la forza. Ma il piacere è breve, è Aldo che ci ricorda la frase di Badoglio: la guerra continua al fianco dei tedeschi. Ma è sempre Aldo che ci dice di far esplodere la contentezza, intanto si vedrà. E propone: papà, offriamo una pastasciutta a tutto il paese. Bene dico io, almeno la mangia. E subito all’organizzazione”.
“Prendiamo il formaggio dalla latteria, in conto del burro che Alcide Cervi si impegna a consegnare gratuitamente per un certo tempo quanto basta. La farina l’avevamo in casa, altri contadini l’hanno pure data, e sembrava che dicesse mangiami, ora che il fascismo e la tristizia erano andati a ramengo. Facciamo vari quintali di pastasciutta, insieme alle altre famiglie. Le donne si mobilitano nelle case, intorno alle caldaie, c’è un grande assaggiare la cottura, e il bollore suonava come una sinfonia. Ho sentito tanti discorsi sulla fine del fascismo, ma la più bella parlata è stata quella della pastasciutta in bollore. Guardavo i miei ragazzi che saltavano e baciavano le putele, e dicevo: beati loro, sono giovani e vivranno in democrazia, vedranno lo Stato del popolo. Io sono vecchio e per me questa è l’ultima domenica. Ma intanto la pastasciutta è cotta, e colmiamo i carri con le pile. Per la strada i contadini salutano, tanti si accodano al carro, è il più bel funerale del fascismo. Un po’ di pastasciutta si perde per la strada per via delle buche, e i ragazzuoli se la incollano sotto il naso e sui capelli. Uno dice: mettiamoli tutti in fila, per la razione. Nando interviene: perché? Se uno passa due volte è segno che ha fame per due. E allora pastasciutta allo sbrago, finché va. Chi in piedi e chi seduto, il pranzo ha riempito la piazza grande, e tutti fanno onore alla pastasciutta celebrativa”.

Chi vorrà connettersi, oggi alle 13, e condividere una pasta burro e parmigiano, sarà il benvenuto. L’idea ‘made in Lucca’ ma destinata a essere condivisa grazie ai social (questo il link) senza confini è nata da Simona Bottiglioni, Alessandro Pensa e Simona Russo. Buon appetito.