Summer Festival, D’Alessandro spera nel Settembre lucchese: “Ma dipende tutto dal governo”

9 maggio 2020 | 14:09
Share0
Summer Festival, D’Alessandro spera nel Settembre lucchese: “Ma dipende tutto dal governo”

Il Festival verso il rinvio ufficiale ma è impossibile al momento per gli stessi organizzatori ipotizzare le date. Il promoter: “La manifestazione è di Lucca, serve il sostegno di tutti”

“Aspettiamo il prossimo decreto del Governo per prendere una decisione sul Summer Festival: abbiamo considerato anche l’ipotesi del mese di settembre, anche se al momento ci sembra un’utopia”. È un Mimmo D’Alessandro combattivo – ma per certi versi alterato per la lentezza della macchina burocratica italiana – quello che oggi (9 maggio) parla del futuro dei concerti a Lucca.

Il 17 maggio dovrebbe rappresentare la data spartiacque per regolare cosa davvero si potrà fare: “Finché il governo non ci dà una certezza dobbiamo rimanere in attesa. Siamo tra l’incudine e il martello – argomenta – non possiamo prendere decisioni. Paul McCartney? Per il momento è l’unico ad aver disdetto, ma personalmente mi sembra chiaro che prima della primavera prossima sarà difficile assistere ad un maxi evento”.

Riguardo alla possibile apertura post estiva – che coinciderebbe con il settembre lucchese – il promoter ricorda che “è un esperimento che abbiamo già fatto con i Rolling Stones e che non è entrato in contrasto con gli eventi in programma. Anzi, semmai li ha arricchiti”. Uno scenario accarezzato da molti, certo, ma quasi impossibile da concretizzare: su questo punto – e non soltanto – la settimana prossima andrà in scena una conferenza stampa congiunta tra Festival, partner e Comune di Lucca, destinata a fare ulteriore chiarezza, per quanto possibile.

Navigando a vista tra le increspature di un mare incerto, Mimmo non nasconde la sua preoccupazione: “Siamo al dramma nel dramma e nessuno ci aiuta. Io devo pensare al futuro di trenta dipendenti, non uno. Inoltre, l’indotto che il Festival porta al territorio è inquantificabile: parte dall’aeroporto di Pisa, tocca Montecatini, la Versilia, gli alberghi, la ristorazione. Inutile negare – afferma – che molte realtà vivono grazie al Summer Festival: temo che quest’anno saranno in tanti a non riaprire”.

In tutto questo, confessa, si sente amareggiato per gli attacchi ricevuti alla manifestazione: “Vedo persone insultarmi sui giornali cittadini – spiega – e altre figure che addirittura godono del fatto che il Summer Festival non si farà. Dopo tutto quello che abbiamo fatto per la città in questi anni, sinceramente non credo di meritarlo. Queste persone augurano il male agli altri, gioiscono se le cose vanno male al prossimo. Io voglio solo ricordare – precisa – che questo è il Lucca Summer Festival, non il Mimmo D’Alessandro Festival. Credo che abbia anche a che fare con la circostanza – conclude il pensiero – che non sono lucchese: nel 2020 alcuni guardano ancora al luogo di nascita, al posto di quello che uno ha fatto. Oltre al mega indotto ed alla visibilità internazionale, ricordo che ogni anno diamo lavoro a 2mila persone, che in occasione del concerto degli Stones sono diventate 4mila”.

Ma – se come ormai pare quasi evidente – i concerti quest’anno non si faranno, che ne sarà dei consumatori? “Anche in questo caso – spiega D’Alessandro – sgombriamo il campo da possibili equivoci. Non sono io a decidere: la scelta spetta al Governo, che tramite un decreto legge spiega cosa fare a chi ha acquistato un biglietto o prenotato non solo per i concerti, ma anche per intere categorie affini: alberghi, voli, viaggi, spettacoli teatrali. In questo senso, chi possiede un biglietto per un evento che verrà rinviato deve sapere che sarà sempre valido per la prossima data. Per i pochissimi concerti, spero zero, che verranno cancellati – specifica – verrà invece attribuito un voucher utilizzabile per altri eventi che rimpiazzeranno nel calendario quelli che, eventualmente, non si terranno”. Una pratica che, in Italia, ha già innescato qualche ricorso da parte delle associazioni dei consumatori: “So che a livello nazionale alcune di queste associazioni si sono già mosse, mentre su Lucca non mi risulta nulla, al momento. Certo – prosegue – non è con noi che devono prendersela. A me sembra del tutto normale: anche noi abbiamo effettuato centinaia di prenotazioni con gli alberghi e riceveremo dei voucher, non il rimborso”.

Mentre in Italia si fa melina, la velocità con la quale si muovono altri paesi europei preoccupa D’Alessandro: “Paesi come la Germania hanno già deciso che fino ad ottobre non si farà nulla. Almeno c’è una data precisa per organizzare. Questo per noi è un danno di immagine che, unito alla preoccupazione che rimarrà per il virus, porterà molte persone a non venire a Lucca, temo, per qualche anno”.

Una cosa almeno è certa, in questo mosaico di condizionali: “concerto” e “distanziamento sociale” restano due ossimori destinati a viaggiare su corsie parallele. “Quando ripartiremo – dichiara Mimmo – dovrà trattarsi di ripartenza vera. I concerti sono luogo di aggregazione per eccellenza, il posto in cui si gioisce insieme, si abbracciano persone sconosciute, si balla e si vivono grandi emozioni a stretto contatto. Non potrà mai essere diversamente”.

La musica che irradia e pervade le nostre vite, secondo D’Alessandro, traccerà ancora una volta la via d’uscita dallo sprofondo globale dettato dal Covid19.
“La musica in tutte le sue declinazioni – conclude – è davvero l’unica cosa che ci unisce. Non ci riesce lo sport, che alimenta le fazioni. Ancor meno la politica, che è divisiva. Ripartiamo da ciò che è davvero rock: come gli Stones, come Puccini. Sono ancora convinto – conclude – che il rock & roll salverà il mondo”.