Crowdfunding su Eppela per il corto sulla elettrosensibilità

21 maggio 2020 | 15:03
Share0
Crowdfunding su Eppela per il corto sulla elettrosensibilità

È una malattia dal quadro clinico complesso e sempre più diffusa anche in Italia: l’obiettivo è la sensibilizzazione sul tema

Cefalee, insonnia, debolezza, riduzione della memoria e deficit di concentrazione, dolori, eruzioni cutanee, disturbi uditivi, visivi e dell’equilibrio, alterazioni dell’umore, aggressività o apatia. Sono solo alcuni fra i sintomi più frequenti dell’elettrosensibilità, una malattia dal quadro clinico complesso e sempre più diffusa anche in Italia. Infatti, l’Oms stima una percentuale dall’1 al 3% di italiani danneggiati da campi elettromagnetici di cellulari, wi-fi, stazioni radio, ripetitori e radar, ma anche dei comuni elettrodomestici.

Un dato non confermato dal nostro sistema sanitario che ancora non considera l’elettrosensibilità una patologia, mentre la maggior parte della gente non ne conosce nemmeno l’esistenza. Proprio per questo nasce Elettra, il cortometraggio sull’elettrosensibilità lanciato su Eppela con una campagna di crowdfunding che scade fra cinque giorni.

L’obiettivo: finanziare la produzione di un corto e uno spot sull’elettrosensibilità da diffondere sia in Italia sia all’estero, attraverso tutti i canali possibili: festival nazionali e internazionali, il web, proiezioni ad hoc. Un progetto di sensibilizzazione nato dalla collaborazione del regista Alessandro Quadretti con la cooperativa Officinemedia e l’Associazione italiana elettrosensibili (Aie), attiva dal 2005 nel denunciare disturbi in prossimità di campi elettromagnetici (Cem) a alta e bassa frequenza: “Desideriamo sapere quante sono le persone elettrosensibili in Italia e porre la questione al centro del pubblico dibattito”, chiedono gli iscritti.

Protagonista di Elettra è Lisa Granuzza di Vita, attrice lucchese affetta da elettrosensibilità. Formatasi alla London school of dramatic arts e al Centro sperimentale di cinematografia, Lisa si divide fra Lucca e le grandi città del cinema, inseguendo il suo sogno. Solo recentemente ha scoperto di essere elettrosensibile, in seguito a un viaggio in India: “Un’esperienza molto bella. Ma quando sono tornata in Italia a marzo dell’anno scorso, mi sono apparsi dei sintomi molto strani e forti – spiega l’attrice – All’inizio ero molto scoraggiata, come se fosse qualcosa di incontrollabile, poi insieme all’accettazione di questi fastidiosissimi disturbi, ho canalizzato la mia rabbia piuttosto che passivamente subire. Penso che le persone si incontrino perché devono svolgere una missione insieme, non importa quanto lontane siano e quante difficoltà debbano affrontare, alla fine riescono a fare quello che devono. È accaduto così anche a me e ad Alessandro Quadretti: forse ci siamo incontrati grazie anche ad un magico tocco del destino che voleva far emergere giustizia attraverso il nostro linguaggio, quello cinematografico“.

Non solo regista ma anche operatore di ripresa, montatore e docente di storia e linguaggio cinematografico, Alessandro Quadretti si diploma in regia alla scuola del cinema di Milano. Da sempre attento all’attualità, si occupa spesso di tematiche sociali e storiche come l’elettrosmog, su cui tre anni fa ha realizzato il documentario Sensibile: “Il mio ‘incontro’ con questa patologia è stato casuale, ascoltando il racconto di un amico che aveva conosciuto una persona elettrosensibile. Così ho deciso di realizzare il documentario Sensibile – spiega – Ho conosciuto persone che hanno perso il lavoro, ogni diritto e a volte anche gli affetti, a causa di malattie non riconosciute dal nostro sistema sanitario: se il tuo organismo non tollera i campi elettromagnetici di wifi, telefonini e antenne, sei condannato ad un isolamento sociale e, purtroppo, alla convivenza con patologie che molti considerano invisibili”, afferma Alessandro, che dopo il successo del documentario, sceglie nuovamente il crowdfunding su Eppela per finanziare Elettra.

“Credo che il crowdfunding sia una delle strade percorribili da chi vuole fare cinema indipendente; in alcuni casi è addirittura essenziale anche in ottica distributiva, proprio perché chi aderisce, se motivato, diventa parte di un gruppo di persone che sosterrà il film nella sua veicolazione – spiega il regista – Nel mio caso specifico, soprattutto con Sensibile, la raccolta fondi ha dato vita ad una rete di contatti che poi, una volta finito il documentario, ha creato un meccanismo virtuoso fatto di relazioni, collaborazioni e iniziative inerenti le tematiche raccontate dal film”.

Per ulteriori informazioni e per contribuire clicca qui.