Teatro del Giglio, tante incognite per il futuro delle attività: “Programmare così è difficile”

17 novembre 2020 | 18:30
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Teatro del Giglio, tante incognite per il futuro delle attività: “Programmare così è difficile”

Bilancio in attivo nel 2020 grazie al Fus, ma l’incognita è il prossimo anno. Ipotesi di riproduzione di alcuni spettacoli sul web

Il mondo della cultura è in standby. Dopo la chiusura di cinema, teatri e musei contenuta nell’ultimo dpcm adesso il settore dello spettacolo si trova a fare i conti con riprogrammazioni e ripensamenti per tutelare artisti e pubblico.

Alla luce di questo al centro della commissione sulle partecipate congiunta con politiche formative di oggi (17 novembre) il direttivo del teatro del Giglio ha illustrato il percorso intrapreso nella prima fase dell’emergenza sanitaria e i possibili scenari che si aprono col nuovo blocco del settore culturale. Tra le proposte avanzate dalla commissione quella di utilizzare gli spazi del teatro per portare avanti l’attività teatrale e il lavoro della filiera dello spettacolo da proporre al pubblico su un’apposita piattaforma digitale. Tra le critiche quella di non aver pensato con anticipo a un riadattamento del teatro nel corso della prima fase dell’emergenza.

Per quanto riguarda le misure ministeriali a tutela della cultura è stato confermato il Fus per il 2020 e il decreto ristori prevede un rimborso parziale di 193mila euro per la torre Guinigi, 33mila euro per la Torre delle Ore e 23mila euro per l’orto botanico.

“Il teatro richiede una programmazione a lungo termine in grado di garantire le collaborazioni con artisti e luoghi della cultura – spiega il presidente del teatro del Giglio Giovanni del Carlo – Per questo per allestire un calendario di spettacoli è indispensabile pensare con largo anticipo e a prospettiva biennale. Il primo lockdown ci ha costretti però a dividere l’anno in trimestri. Da marzo a maggio abbiamo improvvisato attività in streaming e organizzato eventi online che hanno avuto anche un’ampia partecipazione di pubblico. Il 15 giugno c’è stato il flash mob in piazza del Giglio, un momento simbolo della riapertura delle arti e da lì abbiamo proseguito con le attività estive all’aperto fino a settembre per dare ossigeno agli artisti e intrattenere i lucchesi durante l’estate. Da ottobre abbiamo interrotto le attività all’aperto e creato un programmino di spettacoli in San Girolamo seppur con il pubblico al 30 per cento. Solo uno di questi è potuto andare in scena. Il nuovo dpcm ha infatti bloccato nuovamente il teatro costringendoci ad annullare gli spettacoli in programma. Adesso c’è il problema di come affrontare l’anno nuovo. I lavori dentro la sala grande dovrebbero terminare entro il 31 gennaio e noi abbiamo spettacoli in programma a partire da febbraio prossimo con la possibilità però che tutto salti di nuovo. Questo fare e sfare rende difficili le collaborazioni con i teatri”.

“Per quanto riguarda i nostri abbonati abbiamo deciso di congelare gli abbonamenti per la stagione 2020/2021, concedendo loro priorità sull’acquisto dei biglietti nel caso di una platea ridotta – prosegue Del Carlo -. Ma adesso molto probabilmente rischiano di saltare anche i Puccini Days, così come gli ultimi due spettacoli della danza che non saranno riproposti nel 2021 e per i quali abbiamo iniziato a procedere con il rimborso parziale degli abbonamenti. Nonostante questo rimangono molto stretti i rapporti con gli altri teatri per rimettere in fila le attività programmate. Se dessero il via a febbraio 2021 e tutto tornasse a una situazione di normalità siamo quindi in grado di mettere in scena un programma, con spettacoli che per adesso sono lì in standby. In questa situazione è necessario dare priorità agli artisti che sono coloro che soffrono di più dato che in  molti casi non hanno ammortizzatori sociali. Per questo stiamo cercando di far sì che si possano creare occasioni per mettere in scena rappresentazioni e dar loro un po’ di ossigeno”.

Della filiera dei lavoratori dello spettacolo ha parlato anche il direttore generale del teatro del Giglio Antonio Marino. “Con il nuovo decreto abbiamo dato il via a un parziale ridimensionamento del tempo lavorativo dei dipendenti utilizzando il fondo integrativo salariale per due giorni a settimana e il lavoro in smart working per i tre giorni rimanenti mentre i tecnici impegnati nei lavori di restaurazione continuano a lavorare regolarmente – entra nel dettaglio Marino -. A fronte di questa situazione abbiamo avuto recente conferma che dovrebbe essere garantito il Fus per l’anno in corso e questo dovrebbe mettere al sicuro il bilancio 2020. Inoltre abbiamo partecipato al bando della Fondazione per avere tre tirocinanti. Il resto dell’attività è adesso teso a mantenere una programmazione con altri teatri e artisti per le date, tra le quali c’è il tentativo di recuperare gli spettacoli del 5 e 17 dicembre”. Per quanto riguarda il bilancio del Teatro del Giglio il 2019 si è chiuso con un utile di circa 23mila euro rispetto alla perdita del 2018. Per il 2020 data la programmazione ristretta il Comune di Lucca ha tagliato i finanziamenti che ad ogni modo saranno coperti dai fondi ministeriali. Il grande punto interrogativo rimane sul 2021 data l’impossibilità di prevedere l’evolversi della situazione sanitaria e le ricadute in termini di una possibile programmazione teatrale.

Maria Teresa Leone e Claudio Cantini hanno poi esposto in commissione la proposta di creare una convenzione con le reti locali per portare all’interno delle case gli spettacoli utilizzando nuove piattaforme. L’ipotesi è quella di una collaborazione con Lucca Crea per replicare una nuova performance online come per l’edizione di Lucca Changes utilizzando il teatro come sede di registrazione per dare sostegno alla filiera che ruota attorno al mondo dello spettacolo. “Finora andare online è stato figlio dell’emergenza – ha commentato Del Carlo -. Non so se è il caso di programmare un canale di streaming dato che anche queste cose hanno bisogno di una programmazione e una riconoscibilità dal pubblico che ha bisogno di sapere che in un dato momento c’è una data produzione. Se vogliamo allestire una programmazione di questo tipo dovremmo pensare in grande e seguire magari l’esempio della Lombardia, pensando a una piattaforma comune di tutti i teatri della toscana o unire i tre teatri della costa oppure organizzare un canale della cultura lucchese“.

Dai consiglieri Barsanti, Bindocci e Consani sono poi state poi ribadite le critiche per quanto riguarda la gestione del personale del teatro, già illustrate nella relativa interrogazione riguardo agli impieghi degli ammortizzatori sociali per i dipendenti. “Da sempre lasciano riflettere alcune scelte discrezionali sulla gestione del personale – lamentano i consiglieri -, così come i ritardi nella riflessione su un ripensamento di un programma che potesse dare continuità all’attività teatrale anche da remoto. L’augurio è quello che la pandemia non diventi un pretesto per giustificare le mancanze quando invece sarebbe potuta essere un’occasione per affrontare i limiti di bilancio e di gestione del personale”.

“Tra aprile e maggio c’era una situazione di incapacità nel guardare al medio periodo – replica Marino -. La maggior parte dei dipendenti era necessario rimanessero coinvolti nel riprogrammare e nel mantenere i rapporti con gli altri teatri per garantire continuità al calendario estivo mentre non è stato possibile riconvertire il personale legato al palcoscenico in altre attività. Oggi stiamo valutando soluzioni per riprodurre alcuni spettacoli via etere. L’idea di trasformare il teatro in una sorta di sala di riproduzione stabile di spettacoli richiederebbe investimenti per consentire riprese video adatte e un impianto fonico adeguato, un problema che va al di là dei canali di trasmissione”.