Villa Guinigi, in mostra due opere inedite di Matteo Civitali

Si tratta del ‘Salvator Coronatus’ e di una ‘Madonna col bambino’ restituite alla città grazie all’intuito dello storico dell’arte Valentino Anselmi
Sono esposte al museo nazionale di Villa Guinigi le due opere inedite di Matteo Civitali, restituite alla città grazie alla scoperta di Valentino Anselmi, funzionario storico dell’arte alla soprintendenza per le Province di Lucca e Massa Carrara.
Un progetto congiunto che ha visto la partecipazione della Fondazione Banca del Monte di Lucca – che si è fatta carico del restauro e dell’allestimento – della soprintendenza e della direzione regionale dei musei della Toscana, che ospita da oggi (14 maggio) l’esposizione temporanea al museo nazionale di Villa Guinigi. L’ingresso con prenotazione obbligatoria è compreso nel biglietto del museo.
Il Salvator Coronatusè una scultura in terracotta proveniente dalla chiesa di Santa Maria Corteorlandini rimasta per secoli senza attribuzione. L’intuizione dello storico dell’arte Anselmi e le prove scientifiche condotte dal Ris di Roma hanno fatto emergere la vera identità dell’autore: Matteo Civitali. Sono state infatti le impronte digitali riscontrate sull’opera a dare certezza della sua “paternità”, gettando le basi per questa esposizione che mette in dialogo questa opera ritrovata con le altre del Civitali già presenti al Museo nazionale di via della Quarquonia. Ma un’altra opera viene accolta in questa mostra in programma fino a maggio 2022: unaMadonna con bambino proveniente da Colle di Compito. A distanza di qualche mese dal primo sopralluogo, infatti, Anselmi ha avuto modo di riscontrare che anche un inedito rilievo in terracotta policroma con una Madonna col Bambino, proveniente da un’edicola votiva della frazione di Capannori, era stato fatto dalla stessa mano, quella di Matteo Civitali.
“Conservare, valorizzare e rendere fruibile quel ricco patrimonio fatto di beni artistici e documentali della città di Lucca sono tre precise azioni che caratterizzano la mission della Fondazione Banca del Monte di Lucca sul territorio di propria competenza – spiega Oriano Landucci, presidente della Fondazione Banca del Monte di Lucca, che ha accolto fin da subito e con entusiasmo il progetto di Valentino Anselmi -. Per la verità a quelle tre azioni sopra descritte ne va aggiunta un’altra che per sua natura e, forse, anche per importanza precede le altre; è quella di saper rinvenire, riconoscere opere d’arte e reperti della nostra storia che si trovano intorno a noi. Questa azione è fondamentale affinché parte del patrimonio storico ed artistico della nostra città non si disperda definitivamente, ma anzi ritorni a testimoniare il vero e il bello del nostro passato”.
Da domani (15 maggio) al 12 giugno 2021 il museo amplia anche gli orari di apertura del venerdì e del sabato con il primo ingresso anticipato alle 9 e ultimo ingresso alle 18. Dal 13 giugno poi l’orario del fine settimana sarà dalle 12 alle 19,30, con ultimo ingresso alle 18. Il martedì e il giovedì il museo apre alle 9 mentre il mercoledì alle 12 mentre la chiusura rimane invariata. La prima e la terza domenica del mese sarà possibile visitare il museo dalle 9 alle 19,30 con ultimo ingresso sempre alle 18.
“Valentino Anselmi, ha raccolto il sospiro di un’opera addormentata e, riconoscendola, l’ha risvegliata. Ma non si è accontentato – afferma Angela Acordon, soprintendente archeologia belle arti e paesaggio per le province di Lucca e Massa Carrara -. Ne ha voluto conoscere la storia e ce l’ha voluta raccontare, adoperandosi poi perché questo racconto diventasse di tutti. E così ha costruito, con ferma, tenace e pacata pazienza, il meraviglioso percorso che questa mostra ci racconta e che vede insieme al lavoro non solo le istituzioni del ministero per la cultura ma un insieme di competenze tecniche che, grazie al generoso contributo della Fondazione Banca del Monte di Lucca, catalizzatore dell’iniziativa, ha permesso il restauro, eseguito con maestria dal Laboratorio ‘Lo Studiolo’ di Lucca, e l’esposizione di un’importante opera di Matteo Civitali, la dolorosa e struggente, ma delicatissima immagine, di un Salvator Coronatus, che Lucca in particolare e la storia dell’arte più in generale non sapevano di avere”.
Il Museo nazionale di Villa Guinigi si arricchisce di due nuove opere del maestro nella nuova esposizione temporanea con un progetto innovativo e sostenibile, ideato dall’architetto Nicola Nottoli e realizzato dalla ditta lucchese Allestend. “Con particolare soddisfazione, e coerentemente con la sua missione culturale, il Museo nazionale di Villa Guinigi ospita questa esposizione – sottolinea Stefano Casciu, direttore regionale musei della Toscana – frutto della fattiva cooperazione tra istituzioni pubbliche e private che operano quotidianamente per la tutela e la promozione del patrimonio storico artistico di questo territorio. Alla Fondazione Banca del Monte, a Valentino Anselmi e a Giulia Coco, che nella Direzione regionale musei della Toscana segue con grande impegno i musei lucchesi, va il mio più sincero ringraziamento per questa esposizione, il cui allestimento nella sala di Villa Guinigi dedicata a Matteo Civitali appare particolarmente opportuno per approfondire e migliorare la conoscenza di questo straordinario scultore”.
“La mostra – spiega Valentino Anselmi – presenta al pubblico l’inedito Salvator Coronatus di Santa Maria Corteorlandini collocato accanto a due soggetti analoghi, di proprietà della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca ma esposti al Museo nazionale di Villa Guingi. Per comprendere l’origine fiamminga della loro iconografia nel percorso espositivo creato ad hoc saranno affiancati ai tre busti due dipinti: un Salvator Coronatus di Hans Memling e una Mater Dolorosa, che è una copia da Memling, eseguita da un artista fiorentino forse della cerchia del Perugino, nonché una riproduzione del ‘busto di Cristo con la corona di spine’ del Beato Angelico”.
La presenza in mostra del Vir Dolorum in legno policromo che Matteo Civitali intagliò nel 1487 per l’oratorio della confraternita disciplinata di San Lorenzo ai Servi di Lucca risulta fondamentale per illustrare l’evoluzione stilistica del maestro lucchese e per evidenziare le lievi differenze che intercorrono tra il Salvator Coronatus di Santa Maria Corteorlandini e quello del 1487, di proprietà della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, il quale palesa sicuramente più punti di contatto con l’opera lignea della fine del nono decennio del Quattrocento. Il restauro dell’opera Salvator Coronatus è stato curato da Lo Studiolo di Luigi Colombini, Maddalena Lazzareschi e Lucia Ricciarelli, grazie al contributo della Fondazione Banca del Monte di Lucca.
L’inedita Madonna col Bambino di Colle di Compito sarà posta a confronto con due analoghi soggetti, provenienti rispettivamente dalla loggia della Corte dei Mercanti e dalla chiesa di Sant’Andrea in Pelleria, entrambi a Lucca. A dialogare con queste opere ci sarà un Cristo Eucaristico in terracotta, che condivide con i tre rilievi il fatto di dipendere stilisticamente dalle figure presenti nel Monumento funebre di Pietro da Noceto, che fu realizzato dal Civitali per la Cattedrale di San Martino tra il 1468 circa e il 1472.
Potranno accedere al museo al massimo 12 persone contemporaneamente con prenotazione telefonica obbligatoria al numero 0583.496033, dal lunedì al venerdì dalle 8,30 alle 11,30. La prenotazione è necessaria anche per le visite guidate consentite a gruppi di massimo 6 persone compresa la guida, con auricolari, sempre nel rispetto della distanza di sicurezza.
All’apertura della mostra, oltre al sindaco Alessandro Tambellini e alle autorità cittadine, sono intervenuti Stefano Casciu, direttore regionale musei della Toscana, Oriano Landucci, presidente della Fondazione Banca del Monte di Lucca, Angela Acordon, soprintendente archeologia belle arti e paesaggio per le province di Lucca e Massa Carrara, Valentino Anselmi, funzionario storico dell’arte in alla soprintendenza Abap per le Province di Lucca e Massa Carrara. A presenziare alle prime visite anche Nicola Nottoli, architetto responsabile dell’allestimento, e Luigi Colombini, Maddalena Lazzareschi, Thierry Radelet e Lucia Ricciarelli de Lo Studiolo Laboratorio di restauro.