Lucca celebra Giuseppe Ungaretti con una targa nella corte che fu della famiglia

15 maggio 2021 | 12:37
Share0
Lucca celebra Giuseppe Ungaretti con una targa nella corte che fu della famiglia
Lucca celebra Giuseppe Ungaretti con una targa nella corte che fu della famiglia
Lucca celebra Giuseppe Ungaretti con una targa nella corte che fu della famiglia
Lucca celebra Giuseppe Ungaretti con una targa nella corte che fu della famiglia
Lucca celebra Giuseppe Ungaretti con una targa nella corte che fu della famiglia
Lucca celebra Giuseppe Ungaretti con una targa nella corte che fu della famiglia

Il poeta al conferimento della cittadinanza onoraria si definì “lucchese due volte”

Quando il 15 maggio del 1958 il consiglio comunale di Lucca conferì la cittadinanza onoraria a Giuseppe Ungaretti, il poeta esclamò che si sentiva “lucchese due volte”. Per le leggi dell’epoca infatti, anche se nato ad Alessandria d’Egitto, essendo figlio di genitori lucchesi, l’atto di nascita fu registrato a Lucca. Il legame anagrafico ed affettivo fra Lucca e il poeta fu profondo, rimarcato nella durezza del fronte durante la Prima guerra mondiale proprio con i famosi versi: Questo è il Serchio – al quale hanno attinto – duemil’anni forse – di gente mia campagnola – e mio padre e mia madre.

Il padre Antonio e il nonno Giuseppe e altri discendenti della famiglia abitarono alcune case lungo il canale Piscilla a San Concordio dove oggi è stata collocata una targa che ricorda il luogo di Corte Ungaretti alla presenza del sindaco Alessandro Tambellini, dell’assessora alla continuità della memoria storica, Ilaria Vietina, dell’assessore alla cultura Stefano Ragghianti, della consigliera provinciale con delega Maria Teresa Leone,  degli studiosi Ave Marchi, Paolo Buchignani, Alessandro Luigi Paroli e di alcuni discendenti del poeta, tra cui il più giovane Francesco Ungaretti, il cui nonno era cugino del poeta.

Ungaretti è uno dei simboli della cultura italiana del Novecento, della durezza della guerra e dell’emigrazione, della difficile storia affrontata dal nostro paese nel secolo passato – affermano il sindaco Tambellini e gli assessori Vietina e Ragghianti – riportare un personaggio della cultura internazionale alle sue origini familiari e alla sua dimensione intima con la terra di origine significa rinnovare un legame, comprendere profondamente la storia della nostra terra, che ha avuto tradizioni profonde in un territorio piccolo, ma anche sorprendenti vocazioni cosmopolite di grande apertura esprimendo in tutte le epoche personalità di grandissimo rilievo nei vari settori della società e della cultura. Abbiamo voluto ricostruirne le memorie storiche per dare la possibilità a turisti, visitatori e appassionati di individuare l’abitazione per comprendere meglio la provenienza di Ungaretti: prima di diventare Corte Ceci questa era proprio Corte Ungaretti. Il poeta aveva un legame profondo con il luogo d’origine. Le volte in cui ha fatto riferimento a Lucca ha sempre sottolineato come le sue radici avessero influito sulla sua esistenza. Il punto di partenza rappresenta sempre qualcosa di estremamente significativo che prima o poi viene ripreso nell’arco della vita, come un ritorno a Itaca, un ritorno a ciò che siamo stati, a ciò a cui apparteniamo”.

Nell’occasione il Comune di Lucca ha voluto sostenere la divulgazione e la memoria pubblicando un piccolo ma prezioso volume curato da Ave Marchi con i contributi di Alessandro Luigi Paroli e Paolo Buchignani che approfondiscono l’origine della famiglia Ungaretti, i soggiorni del poeta a Lucca, il rapporto del poeta con la cultura della sua epoca, l’interventismo e il fascismo.

L’iniziativa prosegue l’impegno dell’amministrazione per il ricordo di uno dei più grandi scrittori del Novecento, conosciuto e tradotto in tutto il mondo. Nell’ambito delle iniziative per il centenario dalla fine della Prima guerra mondiale, nel novembre del 2018, nella sala del consiglio comunale a Palazzo Santini fu organizzata una commemorazione incontro sulla dedicata proprio a Ungaretti.

L’intitolazione della targa è stata possibile anche grazie al contributo degli abitanti della corte e ai parenti più lontani ed acquisiti, tra cui Daniela Pierini insieme a nipoti e pronipoti.