Notte dei ricercatori, una ‘mostra al buio’ con l’Imt di Lucca
Iniziativa per scoprire come si comporta il nostro cervello in mancanza di uno dei sensi che utilizziamo per percepire la realtà
Una mostra per scoprire come si comporta il nostro cervello in mancanza di uno dei sensi che utilizziamo per percepire la realtà. È questa l’originale iniziativa presentata dall’Imt Scuola Alti Studi di Lucca e della ricerca condotta da un gruppo di ricercatori di MoMilab (Molecular Mind Laboratory), unità di ricerca della Scuola Imt specializzata nello studio delle neuroscienze cognitive.
L’iniziativa dal titolo Il cervello al buio, straordinarie esperienze con i sensi, è stata presentata oggi (22 settembre), nel complesso san Francesco, in cui si terrà la mostra, dal direttore della Scuola Imt, Pietro Pietrini, insieme al ricercatore Davide Bottari e al presidente dell’Unione Ciechi e ipovedenti della Toscana, Massimo Diodati.Fa parte, peraltro, delle iniziative organizzate dalla scuola in occasione della Notte dei Ricercatori.
“Torniamo finalmente alle iniziative in presenza – ha affermato il direttore Pietrini – con la massima sicurezza per tutti coloro che parteciperanno al Bright Night. La scuola Imt si è fin da subito dato la massima priorità alla sicurezza di studenti e docenti, non abbiamo mai chiuso in questi mesi di pandemia, non abbiamo mai avuto focolai e non abbiamo mai avuto meno di trenta studenti. Non c’è ricerca senza divulgazione, il ricercatore ha bisogno di mandare un messaggio di quello che sta facendo e dei risultati ottenuti. La divulgazione deve avvenire con un linguaggio consono, le spiegazioni tecniche possono essere complicate e confinate ad un ambito specialistico. Ciò non toglie che il risultato di una ricerca possa essere divulgato anche a persone che non hanno studi specifici nella materia, ma a patto di utilizzare una comunicazione giusta”.
“Lo scopo della mostra Il cervello al buio – prosegue – è proprio quello di divulgare una ricerca che ho iniziata 25 anni fa negli Stati Uniti, partita con un’idea e poi sviluppata con uno studio specifico. La domanda a cui rispondere è: che cosa succede al nostro cervello quando viene meno uno dei sensi che utiliziamo per conoscere la realtà? Il contributo importante per rispondere a questa domanda ci è arrivato dall’Unione italiana ciechi e ipovedenti, che grazie al loro appoggio hanno contribuito alla ricerca e a questa iniziativa. Abbiamo scoperto che la mancanza di un senso non limita troppo le funzionalità del cervello, che utilizza gli stessi codici sensoriali e quindi dimostra di avere una percezione della realtà nonostante le limitazioni. Il percorso della mostra sensoriale ha lo scopo di toccare con mano il buio e far conoscere a chiunque i risultati della ricerca, provandoli direttamente“.
“L’iniziativa che portiamo in occasione del Bright Night 2021, è frutto di anni di lavoro condotto su uno studio sulla privazione visiva – precisa il ricercatore dottor Davide Bottari – Abbiamo pensato di organizzare un percorso per far scoprire alle persone cosa significa la mancanza della vista, divulgando anche alcune nozioni frutto della ricerca. Nella pratica i visitatori si troveranno per trenta minuti al buio, per sperimentare un’epserienza di percezione con gli altri sensi. I visitatori, con l’aiuto di persone non vedenti che fanno parte dell’Unione ciechi e ipovedenti, verranno condotti in vari luoghi in cui potranno fare piccole esperienze sensoriali su cose che ben conosciamo nella nostra quotidianità. Alla fine del percorso ci sarà un piccolo bar, in cui le persone potranno, assaggiare cibi, toccare oggetti e sentire profumi, condividendo con gli altri le sensazioni che abbiamo percepito. La collaborazione con l’Unione ciechi e ipovedenti è stato un contributo e un aiuto importante, sia per l’iniziativa, che per tutta la ricerca condotta“.
“Ringrazio il direttore Petrini e Imt – chiude Diodati – sono entusiasta di questa iniziativa perché serve a divulgare studi importanti per il nostro futuro. La vista è un bene prezioso, chi ce l’ha ne deve tenere conto. Possiamo comunque vivere anche senza la vista. Utilizzando al suo posto altri sensi per percepire la realtà che ci circonda, udito, tatto, i piedi per camminare, la sensazione del vento per sentire l’intensità del traffico, è una vita diversa da quello che si può immaginare”.

Il cervello al buio è un’esperienza immersiva realizzata in collaborazione con l’Unione italiana dei ciechi e degli ipovedenti della Toscana, durante la quale, in un ambiente totalmente oscurato e grazie all’aiuto di due guide non vedenti, i visitatori dovranno usare gli altri sensi per esplorare ciò che li circonda. Lo scopo è mostrare come semplici gesti quotidiani come passeggiare, ascoltare, assaggiare, toccare, odorare, possano diventare un’esperienza nuova e straordinaria. L’esperienza sarà preceduta dalla visione di un breve documentario sull’attività di ricerca della Scuola Imt riguardante i modi in cui il cervello riesce a elaborare le informazioni anche in assenza di una modalità sensoriale. Sarà possibile partecipare al cervello al buio venerdì 24 e sabato (25 settembre) in occasione della Notte europea delle ricercatrici e dei ricercatori, dalle 17 alle 21,30. L’iniziativa è consigliata a partire dai 13 anni. Per partecipare è necessario prenotare (commev@imtlucca.it oppure 05834326606/543) ed esibire il green pass.