Lucca Comics, Zerocalcare fa il tutto esaurito al Giglio: “Non ho venduto i miei personaggi”

1 novembre 2021 | 14:01
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‘Strappare lungo i bordi’ sarà disponibile su Netflix dal 17 novembre

È un Michele Rech autentico quello che questa mattina (1 novembre) è tornato a Lucca, dopo dieci anni dalla prima risposta alla ‘Comics calling’, per presentare la nuova serie in uscita su Netflix il prossimo 17 novembre: Strappare lungo i bordi.

Tanti gli aneddoti e i retroscena divertenti che il fumettista Zerocalcare insieme all’editore Michele Foschini (Bao Publishing) e all’art director Giorgio Scorza (Moviment), hanno svelato alla platea di un teatro del Giglio stracolmo di persone e gadget. Dall’ignoto cantautore che non ha concesso i diritti per una canzone della serie, agli episodi comici caratteristici di un lavoro iniziato in lockdown, senza tralasciare il parere della madre di Michele “inorridita” dalle prime bozze del progetto. Un incontro con proiezione di piccole clip dai contenuti inediti, che fa seguito alla prima anteprima della serie, presentata alla Festa del cinema di Roma il 18 ottobre scorso. Una serie, o meglio una sorta di lungometraggio a puntate, che rischia di essere il nuovo caso Squid Game, con sei episodi da quindici minuti disponibili a breve in diverse lingue e in tutti i paesi dove arriva il servizio della piattaforma. Tutti i personaggi, ad eccezione di Armadillo che avrà la voce di Valerio Mastandrea, sono doppiati con la parlata veloce e romanesca di Zerocalcare.

“La cosa più faticosa di passare dalla carta al videoboard, all’inizio, è stata accettare di dover lavorare con tanta gente – ricorda Michele Rech -. Quando faccio i miei disegni sto nella mia cameretta, con i miei ritmi, senza relazionarmi con nessuno se non con mia madre o al massimo con il mio editore mentre buttare giù una serie è un lavoro ipercollettivo e interconnesso. Alla fine anche questa si è rivelata una mia paranoia: gli storyboardisti hanno subito capito qual era la strada che volevo continuare a seguire, e l’hanno animata nei minimi dettagli. Per cui tutto quello che è fatto bene nella serie è merito loro, quello che è fatto male (tipo il doppiaggio) me l’accollo io“.

Un prodotto, o meglio una “storia” come preferisce chiamarla l’editore, che fin dal suo annuncio nel dicembre 2020 è stata accolta da entusiasmi e polemiche da parte di chi ha vissuto la ‘svolta mainstream’ del fumettista come un tradimento all’indipendenza creativa di Zerocalcare. “Io non ho dato i miei personaggi a Netflix – ci tiene a sottolineare Michele – li ho solo portati in una nuova dimensione”.

Quei novantaquattro minuti sono di fatto Michele Rech, dalla cameretta in disordine dell’appartamento di Rebibbia allo sfondo del telefonino, dal G8 di Genova al concerto dei Klaxon, riportati senza caricature sul palco di un centro sociale, davanti a un mondo punk nel quale la tribù può per una volta riconoscersi.

“È stata una sfida proporre una serie dove il protagonista ala terza parola dice ‘porcoddue’ – ironizza l’editore Michele Foschini insieme all’art director Giorgio Scorza -. Ma l’importante è essere riusciti a mettere in piedi, con un team di 200 persone, un lavoro onesto e sincero che ha al centro e in cima Zerocalcare“.