Pittura, politica e letteratura: l’amicizia tra Levi e Ragghianti si mostra in San Micheletto
Esposte circa cento opere del pittore e scrittore torinese
Un’amicizia fra pittura, politica e letteratura. È quella che unisce il critico e storico dell’arte lucchese Carlo Ludovico Ragghianti al pittore, scrittore e uomo politico Carlo Levi e che da domani (17 dicembre) si mostra in tutta la sua interezza in San Micheletto. Un’esposizione inedita, frutto di un lungo lavoro di ricerca e collaborazione tra le due Fondazioni che si occupano di custodire la vita e le opere delle due importanti figure del Novecento e ora anche di portarne avanti nel tempo il legame.
La mostra, curata da Paolo Bolpagni, Daniela Fonti e Antonella Lavorgna, attraverso quasi cento opere, racconta un Carlo Levi inedito, quello scelto e prediletto dall’amico Carlo Ludovico Ragghianti che nel 1948 ne propose la prima storicizzazione, attraverso una catalogazione dei dipinti realizzati dall’artista torinese tra il 1923 al 1947. Ma il rapporto tra i due nacque qualche anno prima, tra le comuni battaglie politiche che li videro combattere insieme, tra le fila del Partito d’Azione, durante la Resistenza. Fu questa, la guerra, il momento più forte della loro frequentazione.
“Le opere in mostra – sottolinea Bolpagni – sono quelle che Ragghianti selezionò ed espose durante la sua vita. L’esposizione, infatti, oltre a ricostruire gli eventi e le circostanze della loro amicizia, i nodi identitari del loro rapporto e i punti di interesse comune attraverso quadri, lettere e filmati che mettono in luce la loro formazione culturale comune. Tutte opere che siamo riusciti a portare qui grazie alla collaborazione con la Fondazione Carlo Levi di Roma, al contributo del Gabinetto Vieusseux di Firenze e ad alcuni collezionisti privati”.
L’incipit della mostra è dedicato agli anni di formazione di Carlo Levi e alle prime amicizie, da Filippo Turati ai fratelli Rosselli passando per Leone Ginzburg. Amicizie che lasciano spazio alla seconda sezione, quella riservata alla lotta politica, alla clandestinità, al rifugio a Firenze e alla Resistenza. Tutte condizioni che si riversano nella pittura e nel racconto della guerra partigiana, arrivata dopo il confino di Levi in Lucania, raccontato in Cristo si è fermato a Eboli ed esposto nella terza sezione. Ma la mostra espone per la prima volta anche un nuovo aspetto, quello del comune interesse di Levi e Ragghianti per il cinema, dove il primo lavora come sceneggiatore e poi come ritrattista per diverse personalità di quel mondo, da Pasolini a Silvia Mangano. A chiudere l’allestimento la pittura di Levi raccontata dagli occhi di Ragghianti che nel 1977 dedicò la grande retrospettiva Levi si ferma a Firenze, all’amico artista scomparso due anni prima.
“Con questa mostra si prolunga uno storico sodalizio tra due figure importanti del Novecento – aggiungono Daniela Fonti e Antonella Lavorgna della Fondazione Carlo Levi di Roma -. Esposti ci sono anche i documenti, solo alcuni dell’immenso repertorio, che abbiamo studiato per ricostruire il rapporto tra i due e che ci auguriamo possano essere l’inizio di una ricerca che vada avanti nel tempo”.
Alla presentazione della mostra, che chiude il quarantennale della Fondazione centro studi Ragghianti, sono intervenuti, oltre al presidente Alberto Fontana e ai curatori anche il responsabile delle direzione territoriale tirrenica di Banco Bpm Adelmo Lelli e il vicepresidente della Fondazione Cassa di risparmio di Lucca Raffaele Domenici, sostenitori dell’esposizione. Ad accompagnare la mostra anche un catalogo. Sarà possibile vedere l’allestimento da domani (17 dicembre) fino al 20 marzo, dal martedì alla domenica dalle 10 alle 13 e dalle 14,30 alle 18,30 ad eccezione del 25 dicembre. Il biglietto di ingresso è di cinque euro con alcune riduzioni e sconti consultabili sul sito fondazioneragghianti.it.