Il provveditorato? Forse è nato a Lucca: ecco i documenti conservati nell’Archivio di Stato

20 dicembre 2021 | 11:22
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Il provveditorato? Forse è nato a Lucca: ecco i documenti conservati nell’Archivio di Stato
Foto dell'Archivio di stato di Lucca

Durò fino ai primi anni dell’800 e varò anche le prime riforme scolastiche della storia cittadina

Un vero scrigno di segreti preziosi e suggestivi quelli conservati nell’Archivio di Stato di Lucca. Una delle ultime perla pubblicate dopo ricerche accurate riguarda il mondo della scuola. A Lucca sul finire del ‘400 fu inventato quello che senza alcun dubbio può essere definitivo il provveditorato ante litteram, l’Offizio sopra le scuole, che durò addirittura fino ai primi anni dell’800 e varò le prime riforme scolastiche di cui si abbia traccia nella storia di Lucca. Una serie di documenti custoditi nell’Archivio di Stato cittadino ne forniscono una testimonianza unica e rara da cui trarre insegnamento. Siamo anche il nostro passato.

La nascita dell’Offizio

L’Offizio sopra le scuole fu istituito dal consiglio generale (massimo organo legislativo della Repubblica di Lucca) il 31 gennaio 1488, e fu interessato, nel corso del tempo, da riforme, sia per quanto riguarda il numero dei componenti, sia per quanto concerne le attribuzioni, fino alla soppressione avvenuta nei primi anni del XIX secolo. L’evoluzione di questa magistratura, e, più in generale, dell’ordinamento degli studi vigente nella Repubblica di Lucca, può essere seguita anche attraverso le carte prodotte dal consiglio generale, con particolare riferimento ai capitoli sopra le scuole. Altri aspetti, come, per esempio, la concessione di sussidi a studenti e maestri, sono documentati negli atti del collegio degli anziani (organo esecutivo della Repubblica di Lucca).

La prima riforma scolastica

Dal piano di riforma dell’ordinamento scolastico, che i deputati dell’Offizio redassero nel 1791, in seguito all’apertura dell’istituto dei pubblici studi di S. Frediano, risulta che le scuole pubbliche attive a Lucca erano, a quell’epoca, sei, a ciascuna delle quali soprintendeva un deputato dell’Offizio: due scuole maggiori (di retorica e di grammatica superiore), una scuola di grammatica inferiore e tre scuole “minori”, presenti nei terzieri della città, e “destinate al leggere, a scrivere, alle concordanze della lingua latina ed ai primi rudimenti di nostra religione, essenzialissime non solo a quelli che vogliono proseguire la carriera delli studi ma ancora a coloro che si dedicano alle arti meccaniche”.

Apre l’istituto di San Frediano

I deputati dell’Offizio proponevano di sopprimere le due scuole maggiori, divenute superflue con l’apertura dell’Istituto di S. Frediano (1780), e di affidare a quest’ultimo la direzione della scuola di grammatica inferiore “acciò non rimanga un vuoto fra le scuole minori e la grammatica superiore, che s’insegna in detto Istituto, e ciò per maggiore opportunità dei passaggi dall’una all’altra classe”. Il piano della riforma prevedeva inoltre il trasferimento in S. Frediano della scuola di lingua greca, allora unita a quella di retorica, e l’istituzione di due nuove scuole per l’avvio dei giovani all’esercizio del commercio: una “per la scrittura doppia, arimmetica, formazione di carattere e carteggio mercantile, e l’altra di lingua francese, divenuta ormai generale ed insieme utile al commercio stesso”.

Le suppliche dei maestri all’Offizio

Un’altra tipologia documentaria che si incontra leggendo i vari documenti dell’Archivio di Stato in merito alla scuola è quella delle “suppliche” che i maestri pubblici, o aspiranti tali, rivolgevano all’Offizio, per lo più allo scopo di ottenerne l’intercessione dal consiglio generale o dal collegio degli anziani della Repubblica di Lucca. Le suppliche venivano discusse durante le riunioni dell’Offizio: i resoconti delle discussioni sono infatti riportati nei volumi delle Deliberazioni. I deputati potevano quindi decidere di accogliere la richiesta del supplicante e di accompagnare la supplica con un memoriale. Le questioni che i supplicanti portavano all’attenzione dell’Offizio erano di varia natura, come possiamo evincere dai seguenti esempi:

Francesco Lodovico Franchi, “maestro della pubblica scuola di rettorica”, “col più profondo rispetto, supplicando espuone come, avendo per lunga prova conosciuto apertamente che le gravi ed abituali sue indisposizioni prendono la loro sorgente dalla fatica del suo ministerio, mentre, come affermano i periti, che assistono alla di lui cura, il sangue torpido e pingue, facendo ristagni ne’ vasi, lasciavi delle pessime deposizioni, difficoltà di respiro, e quando non vi si porga pronto ed oportuno rimedio, formar minaccia un’asma insanabile, onde non gli è permesso, senza evidente pericolo della vita, continuare in tale esercizio, si trova astretto ad implorare dall’illustrissimo Offizio la permissione di fare in esso supplire per mezzo del reverendo sig. Domenico Serafini, soggetto noto, ed a tale impiego dall’eccellentissimo Consiglio abilitato”.

Il sacerdote Domenico Serafini lamenta la sospensione dell'”assegnamento accordatogli dall’eccellentissimo Consiglio per le lezioni di lingua greca”, a causa “dell’eccessiva dimora sua fuori di Stato”. Il maestro si giustifica precisando di aver già anticipato, prima di partire, “moltissime lezioni” e di essere ora pronto a “supplire le mancanti lezioni per tutto il tempo che piacerà alle Signorie Vostre illustrissime di prescrivergli”. Chiede quindi che gli sia accordato il suddetto assegnamento, tanto più che “la tardanza del suo ritorno non fu per colpa sua, dipendendo dalle circostanze del mare”.

Il sacerdote Giuseppe Mara Frediani, “maestro minore”, chiede di poter essere affiancato da un “aiuto”, avendo egli sessantanove anni ed essendo “non di rado incomodato da gotta e reumatismi, come costa dalla presentata fede del medico” (allusione al certificato medico originariamente allegato alla supplica ma non pervenuto).

Giovanni Viviani chiede che gli siano permutate nel mese di novembre le vacanze previste per ottobre. Per tali vacanze egli ha in programma di recarsi in campagna “ed ivi, col beneficio dell’aria, rimettersi da sofferti incommodi della scuola”. Fa inoltre presente che tale scambio “ridonda in vantaggio ancora degli scolari, la maggior parte de’ quali sogliono fare la villeggiatura non più in ottobre ma in novembre”.

Giuseppe Gaetano Maria Frediani di Lucca chiede ai membri dell’Offizio di accompagnare con un loro memoriale la supplica che gli intende rivolgere al Consiglio generale, affinché gli sia accordato “il primo posto di uno de’ maestri delle Scuole minori che fosse per vacare”.