Nasce un’associazione per il recupero e la valorizzazione delle fortificazioni dell’antico stato di Lucca
Si chiama “Offizio sopra le fortificazioni” ed è guidata dal presidente Palmiro Filippo Bini
“Tutelare e valorizzare il patrimonio storico culturale e artistico dell’antica Repubblica di Lucca rievocandone i segni distintivi attraverso giornate di studio, ricerche, seminari, e promuovendo iniziative di comunicazione e campagne finalizzate a ottenere supporto e sostegno da parte delle istituzioni”. È questo lo scopo della neo costituita associazione Offizio sopra le fortificazioni, nata a Lucca con l’ambizioso progetto di recuperare e valorizzare rocche e fortificazioni presenti sul territorio.
Un patrimonio culturale spesso abbandonato e che abbraccia due Regioni (Toscana e Liguria) e almeno cinque Province (Lucca, Pistoia, Pisa, Massa Carrara e La Spezia).
La nuova associazione, attualmente composta da 30 soci fondatori, è stata presentata questa mattina (20 gennaio) al bar Stella Polare con la presenza, tra gli altri, del presidente Palmiro Filippo Bini e del vice-presidente Marco Brancoli Pantera.
“La nostra associazione – racconta il presidente – si è costituita mediante un’assemblea di soci fondatori, riunitasi nella sala convegni della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca il 9 luglio 2021 sotto la presidenza dell’illustre accademico Raffaello Nardi, unanimemente eletto affiancato da un consiglio direttivo. Tra i soci fondatori figurano l’avvocato Marco Brancoli Pantera, già presidente dell’Opera delle Mura, il professor Gabriele Matraia (ex sindaco di Borgo a Mozzano), il professor Giovanni Pierami, Piero Andreucci, i direttori di sezione e soci dell’Istituto storico lucchese Palmiro Filippo Bini (Valfreddana) e Bruno Micheletti (Bagni di Lucca), Angelo Frati, Massimo Giambastani, l’avvocato Pier Federico Berrettini, Alvaro Pardini di Camaiore, Enrico Bustaffa di Ripafratta, Elda Carlotti di Nozzano, Walter Incerpi di Pescia, e tanti altri, professionisti e semplici cittadini, tutti volenterosi e innamorati del proprio territorio, appartenenti a settori sociali tra loro molto differenti, ma accomunati da un unico obiettivo, quello di salvare dal degrado e di ridare il valore che merita a tutto quel patrimonio storico-culturale costituito dall’insieme di siti fortificati, mura, castelli, torri, rocche e borghi ben muniti presenti in Lucchesia e dintorni al fine di consentirne in un futuro non lontano la fruibilità da parte di tanti cittadini interessati alla conoscenza del nostro passato e alle reminiscenze storiche che il tempo ci ha tramandato”.

“Si tratta – sottolinea il presidente – di un patrimonio edilizio funzionalmente collegato alle Mura di Lucca e rappresentato da un insieme strategico di strutture edilizie costituenti la rete di difesa a contorno della città e delle terre di confine. Solo immaginando le Mura Urbane un tutt’uno con le fortificazioni erette a loro protezione, è possibile cogliere compiutamente il modello difensivo della città e comprendere come la piccola Lucca abbia saputo nei secoli sventare le mire annessionistiche di potenti vicini e difendere la sua libertà, riconquistata nel 1369 dopo il trentennale giogo pisano, fino a garantirsi per ben cinque secoli la propria plurisecolare indipendenza. Ora, se da un lato possiamo osservare con soddisfazione come la singolarità della struttura urbana della città, con le sue bellissime mura rinascimentali mantenute in ottimo stato di conservazione, rappresenti oggi un patrimonio sempre più valorizzato e capace di richiamare a Lucca importanti flussi turistici, dall’altro non si può non lamentare come il ricco capitale di beni fortificati disseminati nel territorio continui a essere in gran parte poco conosciuto e talora abbandonato a se stesso. Già a partire dalla metà del secolo XIX, questo patrimonio, oltre a subire l’inesorabile usura del tempo, è stato fagocitato da fenomeni di deplorevole abbandono fino ad essere, in qualche caso, addirittura usato come cava di materiali lapidei da costruzione o alienato e sacrificato ad esigenze abitative o, peggio ancora, distrutto e ridotto a una macea di miseri resti soffocati dal mortale abbraccio di una vegetazione irriverente e irrispettosa del suo antico passato”.
Palmiro Filippo Bini fissa gli obiettivi dell’associazione: “Puntiamo ad attuare iniziative comuni rivolte alla valorizzazione (anche didattica) di questo cospicuo patrimonio attraverso lo studio dei siti archeologici, la catalogazione delle strutture ancora esistenti puntando al loro recupero. L’individuazione e la realizzazione d’itinerari e percorsi turistico-culturali atti a favorirne la riscoperta e il loro nuovo utilizzo. L’obiettivo principale per la neo associazione sarà quello di stimolare la nascita di una rete condivisa tra tutte le amministrazioni pubbliche competenti per territorio, suggerendo alle stesse di attivare una progettualità condivisa su ‘area vasta’ per poter accedere ai possibili finanziamenti (Pnrr e altri finanziamenti statali). In prospettiva, l’associazione intende aggregare in un ambito territoriale vasto (dalla Valdinievole alla Garfagnana, dal Valdarno alla Lunigiana e all’area Sarzanese) interessi diffusi che possono potenzialmente riguardare due ambiti regionali (Toscana e Liguria) e almeno cinque Province (Lucca, Pistoia, Pisa, Massa Carrara e La Spezia), complessivamente oltre 60 ambiti comunali. Del progetto è stato informato anche il Ministero per i beni e le attività culturali”.

“Va infine ricordato – conclude il presidente – che il 12 novembre scorso l’assemblea, riunitasi in Lucca nella sala degli Specchi di Palazzo Orsetti, mentre ha definitivamente approvato lo statuto dell’associazione, ha dovuto pure prendere atto delle dimissioni irrevocabili dalla presidenza – motivate da ragioni di salute – presentate dal professor Raffaello Nardi, acclamato in quell’occasione quale presidente onorario, ed ha eletto in sua vece il dottor Palmiro Filippo Bini, il sottoscritto. Nel direttivo del 25 novembre è stato nominato il segretario coordinatore nella persona di Stefano Fazzi, al quale chi fosse interessato, privati e pubbliche amministrazioni, può rivolgersi usando il seguente indirizzo email: offiziofortificazioni@gmail.com oppure telefonando al 328.2170004″.
Un appello finale alle amministrazioni: “È incredibile che Lucca non non ci sia un ente che si occupi delle Mura – affermano i membri dell’associazione -. Non capiamo la scelta dell’amministrazione Tambellini in merito alla chiusura dell’Opera delle Mura. La nostra associazione, è bene sottolinearlo, non ha alcuna caratterizzazione politica e siamo aperti a collaborazioni con chi avrà il piacere di farlo. Anzi, uno dei nostri obiettivi è proprio quello di coinvolgere le amministrazioni. Già alcuni Comuni hanno richiesto di diventare nostri partner. Abbiamo, inoltre, ritenuto opportuno far nascere un comitato tecnico scientifico ad hoc per studiare con attenzione il territorio. Il tutto coinvolgendo l’istituto storico”.
Infine, l’associazione lancia una proposta: “Perché non pensare ad una vera e propria legge, come già fatto per lo stato Estense, al fine di valorizzare le fortificazioni lucchesi? Lo ribadiamo, c’è bisogno di abbattere i campanilismi e pensare ad un progetto condiviso per far rinascere le bellezze del nostro territorio”.