Un nuovo festival internazionale per rilanciare il teatro. Brandani: “Ma al Giglio servono più soldi”
Il nuovo direttore artistico: “Il Comune destini i fondi del Boccherini all’azienda speciale, a noi serve la benzina per il salto di qualità e siamo pronti a coinvolgere negli eventi anche i piccoli borghi”
“Destinare più fondi al teatro del Giglio per proporre alla città, un’offerta culturale di tutto rispetto”. Sono queste le parole del nuovo direttore artistico, il maestro Jonathan Brandani, che si è presentato per la prima volta dopo la sua nomina, nella seduta della commissioni consiliari bilancio, partecipate e politiche che si è riunita oggi (8 febbraio). Il maestro si spinge anche più in là e chiede che i fondi che l’amministrazione comunale avrebbe destinato al Boccherini, ora che la statizzazione dell’istituto musicale è cosa fatta, siano investiti sul Teatro del Giglio. Un giovane talento dalle idee manageriali piuttosto chiare Brandani, che nel suo intervento non ha nascosto le difficoltà (a dire al vero annose) della prima industria culturale cittadina. Per Brandani è necessaria un’iniezione di liquidità e puntare sulla creazione di un festival operistico internazionale, che sia in grado di richiamare il grande pubblico in città.
Di fronte alle commissioni riunite il nuovo direttore artistico, JonathanBrandani, ha indicato le linee guida con le quali tenterà di risollevare le sorti del teatro del Giglio, di cui è stato dato uno sguardo anche al passato e ai conti del 2020.
Il nuovo direttore artistico è entrato subito nel vivo della sua strategia di rilancio, del mondo culturale lucchese. “Sono felice di essere qua e vorrei concentrare l’attenzione per lavorare tutti insieme sul bene del teatro. Il teatro deve essere il cuore pulsante della vita culturale della città, si deve occupare di danza, di educazione, di formazione nelle scuole e poi naturalmente anche di lirica e sinfonia, che a Lucca viene concepita come la nostra specialità. Da più anni si sente dire che Lucca deve fare il salto di qualità, queste espressioni denotano da parte della cittadinanza, l’intenzione di voler fare di più. Ciò non deve costituire una critica per coloro che mi hanno preceduto, anzi, possiamo dire che noi costruiamo sulle spalle delle persone che sono state qui prima di noi. Dobbiamo sfruttare la loro esperienza di lavoro per poter guardare più lontano”.
Secondo Brandani la macchina teatrale è una macchina complessa e articolata, ha bisogno di lavorare con anni d’anticipo per poter lavorare bene.
“Io ho molte collaborazioni all’estero e posso dire a ragion veduta, che in Italia di solito si tende a lavorare all’ultimo minuto, in una situazione di emergenza continua. Da parte nostra dobbiamo capire come agire per puntare lo sguardo lontano e occorre guardare al futuro, pensando ad una programmazione pluriennale. Ad oggi dovremmo programmare la stagione 2027, così funziona all’estero, noi non sappiamo nemmeno che budget abbiamo se ci sarà un budget e se ci sarà un teatro nel 2027”.
“La mia presenza qua ha lo scopo di sollecitare la vostra partecipazione e attenzione nei confronti del teatro – prosegue il nuovo direttore artistico -, prendetevene cura, vogliate bene a Lucca e alla vostra città. Il teatro deve tornare ad essere un punto di riferimento per i cittadini, per questo occorre investire sui giovani e sulla formazione. La cultura è un elemento fondamentale rende la nostra vita migliore, senza cultura siamo tutti più poveri. Per troppi anni abbiamo sempre sentito che l’arte non da da vivere che con la musica non si campa. Prima di tutto questa cosa non è affatto vera, una musica fatta con qualità porta lavoro, ma soprattutto la cultura va vissuta come un investimento, seminare adesso perché in nostri figli possano avere un futuro migliore”.
Ed è proprio sul budget destinato al Teatro del Giglio che il maestro Brandani punta l’attenzione: “Manca il budget. Per fare di più ci vogliono maggiori investimenti e i soldi che il Comune ci dà sono appena sufficienti per auto preservare la struttura. E’ così, non è una colpa, se si guardano altri budget delle stagioni concertistiche italiane è proprio così. Abbiamo bisogno di più soldi per trovare delle soluzioni, per creare un nuovo festival, che possa portare a Lucca un’offerta musicale di qualità, interpreti di alto livello, titoli di risonanza in prima nazionale e internazionale, per creare un turismo di qualità anche dall’estero. Abbiamo bisogno dell’interesse del Comune, abbiamo bisogno di sentirlo vicino: da poco il Boccherini è diventato conservatorio e il Comune non ha più bisogno di destinargli fondi. Se fosse possibile per l’amministrazione, passare quei fondi al teatro, sarebbe un buon inizio e un investimento per il futuro. Dateci la benzina per poter fare questo passo in avanti. Abbiamo presentato anche la domanda per un piccolo festival e rivalutare il Puccini Day”.
Altre strategie su cui il teatro dovrebbe puntare secondo Brandani, sono i legami con partner di livello nazionale e internazionale, creandone anche di nuovi con istituzioni ed enti prestigiosi e una visione lungimirante e pluriennale che porti il teatro al di la dei suoi confini.
“Abbiamo provato a coinvolgere i piccoli comuni al di sotto dei 5.000 abitanti per portare il teatro da loro. Lucca è la mia città e penso che sia giusto iniziare ad impegnarsi, la pandemia ha cambiato il mondo e molte cose non ritorneranno mai come prima, anche culturalmente sono stati due anni molto difficili. Ho visto situazioni drammatiche persone che hanno perso lavoro a causa della pandemia. Ecco è il momento di ripartire e ho pensato per questo di accettare l’incarico che mi è stato offerto”.
Una intervento articolato cui hanno assistito, prendendo a loro volta la parola, anche l’assessore alla cultura, Stefano Ragghianti, il direttore del teatro, Antonio Marino e l’amministratore unico, Giovanni Del Carlo.
“Un ringraziamento di cuore al maestro Tarabella dopo una lunga direzione del teatro in questi ultimi anni – dice l’assessore Stefano Ragghianti -. Non illustrerò il curriculum del maestro Brandani perché la sua storia è conosciuta e nota ad ognuno di noi. La soluzione scelta è interessante e ottimale e pensiamo che la sua figura possa servire a far fare al teatro, quel salto di qualità che abbiamo più volte chiesto e non ancora raggiunto. Con la struttura che abbiamo adesso, con questi numeri e prospettive di bilancio, sappiamo che il teatro può fare di più e che di fronte a noi abbiamo una sfida nuova, anche in vista del 2024, in cui è previsto l’evento del centenario pucciniano, con le risorse messe a disposizione con la legge proposta dal senatore Marcucci. Il maestro Brandani illustrerà le sue linee guida, il cui programma sarà una vera sfida per l’amministrazione, per il territorio e per tutte le forze vive della città”.
In un primo momento si era pensato di scegliere una figura che racchiudesse insieme il direttore generale e il direttore artistico del teatro, ma ciò non è stato possibile, come spiega l’amministratore unico, Giovanni Del Carlo: “Ci eravamo lasciati sull’ipotesi di individuare una figura che ricoprisse sia il ruolo di direttore generale che quello di direttore artistico. Questa ipotesi è stata abbandonata per ragioni giuridiche amministrative, abbiamo provato e tentato ma non era perseguibile. In accordo con l’Amministrazione siamo andati nella direzione di riconferma del dottor Marino, affiancandolo ad un nuovo direttore artistico. La scelta è caduta su Brandani perché ci sono elementi che incarna in sé il maestro, il primo è la sua giovane età e poi il fatto che sia un fiore germogliato nella nostra città. Le qualità indiscusse di Jonathan Brandani, sono riconosciute dentro e fuori dai nostri confini e anche la sua capacità di interagire con il mondo, in modo da inserire il teatro cittadino, in un contesto più ampio possibile. Voglio ringraziare per questa scelta perché penso possa essere uno di quei tasselli per il rilancio del teatro, di cui abbiamo parlato da molto tempo”.
Anche dall’opposizione c’è apertura verso il nuovo direttore artistico: “Faccio un sincero benvenuto al direttore Brandani che accolgo con grande ammirazione – dice la consigliera Cristina Consani -. Sono d’accordo anche sul discorso cha ha fatto sulla cultura, che non deve essere una cosa legata solo ad una parte della città ma bipartisan, perché ha una grossa ricaduta su tutta la città. Gli auguro buon lavoro”.
“Dalle sue parole, quando parlava di investimenti parlava anche di turismo – dice il consigliere Enrico Torrini -, di turismo che ritorna in città e io credo che puntando sui nomi giusti sia possibile raggiungere questi obiettivi. Vorrei aggiungere un tema ricorrente, che la danza viene trascurata un pochino nella nostra città, ci sono novità in questo senso”?
“Abbiamo cercato, in questi primi giorni, di puntare di più sulla danza – risponde Brandani -, chiaramente ha un costo notevole e questo crea un problema di bilancio. Inoltre molte compagnie vengono da lontano e ci sono problemi anche dovuti alla pandemia. Sarebbe bello portare la danza con musica dal vivo, unendo più aspetti artistici. Ma quello che ci serve è innestare un circolo virtuoso, se il Comune investirà, potrà fare da apripista ad altri enti del territorio e anche ad investitori privati”. Nell’ultima parte della seduta si è discusso anche del bilancio del 2020. “Un teatro che presenta conti in ordine e apposto, non è sufficiente per quella sfida che abbiamo lanciato a Brandani che è una premessa – dice l’assessore Ragghianti -. Il bilancio 2020 è sicuramente particolare, perché colpito dalla pandemia. Voglio ricordare che nonostante tutto chiude con un avanzo positivo di 54mila euro. Significa che il patrimonio netto torna a 305 milaeuro e che sostanzialmente stiamo riassorbendo lo scivolone del 2018. Nel 2020 c’è stato un crollo dei biglietti venduti e c’è stato un minor contributo del Comune per 150 mila euro che andrebbe visto in ottica positiva”. Il bilancio, alla fine, ha ottenuto il parere positivo della commissione.