Tenuta dello Scompiglio, tante iniziative nell’ultimo weekend della mostra di Tibaldi

24 febbraio 2022 | 15:44
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Tenuta dello Scompiglio, tante iniziative nell’ultimo weekend della mostra di Tibaldi
Tenuta dello Scompiglio, tante iniziative nell’ultimo weekend della mostra di Tibaldi
Tenuta dello Scompiglio, tante iniziative nell’ultimo weekend della mostra di Tibaldi

Sabato 26 e domenica 27 febbraio dalle 14 alle 18 proiezione in loop del docufilm di Lorenzo Morandi

Nuovi appuntamenti nell’ultimo fine di settimana di apertura di Architetture dell’isolamento, la mostra personale di Eugenio Tibaldi curata da Angel Moya Garcia, negli spazi della Tenuta Dello Scompiglio di Vorno.

Sabato 26 e domenica 27 febbraio dalle 14 alle 18 proiezione in loop del docufilm di Lorenzo Morandi, scritto a quattro mani con l’artista, che documenta il processo di ideazione e costruzione, concettuale e fisico, seguito dall’artista per comporre il progetto. Sabato 26 alle 18, talk tra Eugenio Tibaldi e Angel Moya Garcia, in cui artista e curatore ripercorrono le fasi di sviluppo e produzione del progetto, realizzato appositamente per gli spazi espositivi Dello Scompiglio. Un approfondimento dedicato ai riferimenti e alle tematiche, nonché alla ricerca dell’artista, che sono alla base della mostra.

La mostra

Architetture dell’isolamento è un progetto complesso e articolato che compone un’analisi sui margini, sul potere, sugli attraversamenti e sullo stesso concetto di normalità. A seguito del primo lockdown a marzo del 2020, Eugenio Tibaldi visita un appartamento signorile abbandonato da un decennio nel centro di Torino. Il suo interesse a lavorare sulle mutazioni, sui margini, sulle periferie – intese sia in ambito sociale e culturale, sia soprattutto mentale, ideologico e psicologico – lo porta a interrogarsi e a indagare sull’accumulo di oggetti, di ogni tipologia e provenienza, che si trovano completamente impolverati all’interno della casa. Un’ingente quantità di materiali collezionati in modo ossessivo dalla persona che ha trascorso gli ultimi dieci anni della propria vita confinata in quello spazio, rifiutando ogni contatto con l’esterno. Nel progetto Architetture dell’isolamentoquesto spazio diventa solo un riferimento semplificato della natura porosa che ci compone, che aggrega luci e ombre in base alla nostra volontà di sguardo e di carica emotiva. Un progetto in cui affastellamento e privazione camminano insieme e in cui vengono formalizzati l’isolamento, la follia e la necessità di privarsi di qualunque vita sociale.