Il Moscardino e la traduzione di Ezra Pound: Enrico Pea al centro dell’incontro di Villa Bertelli

I relatori dell’iniziativa di sabato saranno Massimo Marsili e lo scrittore Fabio Genovesi
Proseguono le attività dell’associazione culturale lucchese Amici di Enrico Pea, nata per promuovere la conoscenza dello scrittore amico di Ungaretti. Massimo Marsili e Fabio Genovesi saranno relatori di un incontro dedicato allo scrittore e al suo amico e traduttore Ezra Pound, dal titolo Moscardino EP&EP Enrico Pea Ezra Pound, organizzato dall’associazione a Villa Bertelli sabato (19 marzo) alle 16,30 a ingresso libero.
L’occasione dell’iniziativa è la riedizione in anastatica del Moscardino di Pea Treves 1922 e del Moscardino tradotto da Pound Scheiwiller 1956, voluta dalla giovanissima associazione per invogliare allo studio e a nuove ricerche, non solo su questo testo, ma anche sul sodalizio Pea-Pound, che unì i due autori nel lungo periodo dal 1941 al 1958.
“L’associazione – spiega la presidente e pronipote di Pea, Giovanna Bellora – con la ripubblicazione in anastatica del Moscardino, intende non soltanto celebrare i 100 anni del primo e più importante romanzo di Pea, ma soprattutto rinnovare l’interesse per l’opera dello scrittore, che ha occupato una posizione di rilievo nel panorama letterario del primo Novecento, ma che rischia l’oblio per la difficoltà di reperire gran parte delle opere in edizioni recenti. Massimo Marsili, dirigente della Provincia di Lucca, già direttore della Fondazione Puccini ed ex assessore alla cultura del Comune di Forte dei Marmi, insieme allo scrittore Fabio Genovesi metteranno a confronto il Moscardino di Pea e la traduzione in inglese di Ezra Pound e racconteranno la lunga amicizia e la reciproca stima che contraddistinse il ricco carteggio fra i due autori”.
Ingresso libero. Necessari: prenotazione 0584.787251 super green pass e mascherina Fp2.
Per informazioni: associazioneamicidienricopea@gmail.com.
Enrico Pea
Nato a Seravezza il 29 ottobre 1881, ebbe sin dai primi anni una vita travagliata. Nel settembre del 1885 un’alluvione del Serra e del Vezza spazzò via la casa di famiglia e due mesi dopo il padre morì sul lavoro. Rimasto orfano di padre e dopo aver abitato con la madre a Chifenti per un anno, andò poi a vivere in un cascinale sul Monte di Ripa con il nonno (uscito una ventina d’anni prima dal manicomio di Fregionaia) dove oltre ai primi rudimenti dell’alfabeto apprese anche le leggi della natura, la poesia, i concetti di libertà, di adattamento, che il nonno gli impartiva durante le veglie invernali davanti al fuoco. Così l’autodidatta è entrato nella letteratura del Novecento.
Giovanissimo, emigrò ad Alessandria d’Egitto nel 1896, dove restò fino al 1914 e dove nei primi anni svolse vari lavori manuali da operaio nelle fonderie Sloder a meccanico in un cantiere navale. Dopo il 1901 avviò un’attività commerciale di marmo, legname e vini fra l’Italia e l’Egitto il cui deposito era una baracca rossa, luogo d’incontro di anarchici, ribelli e fuoriusciti un po’ da ogni parte ma anche di intellettuali; proprio lì incontrò e strinse un’inossidabile amicizia con Giuseppe Ungaretti, anch’egli figlio di emigrati lucchesi. E fu proprio grazie ad Ungaretti, correttore dei primi versi, che nel 1910 pubblicò Fole.
In uno dei viaggi in Italia nel 1910 fece parte della Repubblica di Apu”, un’utopistica repubblica politico-letteraria basata su principi di libertà e giustizia fondata da Ceccardo Roccatagliata Ceccardi, cui aderirono anche Lorenzo Viani, Luigi Salvatori e lo stesso Ungaretti.
Tornato definitivamente in Italia dopo il 1914, si stabilì con la famiglia a Viareggio dove si fece impresario teatrale, realizzò teatri all’aperto e scrisse molte opere teatrali fra cui Giuda, tragedia che poi ripudiò e da cui iniziò la “conversione”. In quegli anni rappresentò anche diversi Maggi, una passione che si portava dietro sin dall’infanzia. Nel 1922 pubblicò la prima e più importante opera in prosa, Moscardino, edita da Treves cui Giacomo Puccini aveva raccomandato lo scritto. Durante gli anni del fascismo incontrò qualche difficoltà in termini di riconoscimenti e dovette dividere con Vittorio G. Rossi il premio Viareggio assegnatogli nel 1938 con La Maremmana.
Durante la seconda guerra mondiale, Pea si trasferì a Lucca dalla figlia Pia, dopo aver soggiornato anche nella campagna lucchese in seguito a un bombardamento che aveva danneggiato il suo teatro Politeama a Viareggio. Pare che in quella circostanza fossero andati distrutti molti manoscritti fra cui quello di Vita in Egitto, una delle migliori opere di Pea, motivo per cui Pea avrebbe dovuto riscriverla quasi tutta per pubblicarla nel 1949.
Fra gli anni ’40 e ‘50 Pea collaborò a importanti quotidiani e riviste, scrisse molti romanzi, incontrò e strinse un rapporto di grande amicizia e stima con Ezra Pound, che tradusse in inglese Moscardino, pubblicato nel 1955 in Usa dalla casa editrice New Direction e in Italia nel 1956 da Vanni Scheiwiller. D’estate era solito trasferirsi nella sua casetta di Forte dei Marmi e frequentare il caffè Roma dove ama scrivere, sedendo al “quarto platano” insieme a de Robertis, Montale, Carrà, Longhi.
Morì a Forte dei Marmi l’11 agosto 1958.