All’Eitch Borromini le foto del lucchese Francesco Zavattari

29 marzo 2022 | 12:02
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All’Eitch Borromini le foto del lucchese Francesco Zavattari

L’esposizione ‘Caput Mundi’ allestita al terzo e quinto piano della struttura di Palazzo Pamphili a Roma

Un profondo legame unisce l’amore per l’arte agli spazi aperti di Piazza Navona e alle bellissime stanze affrescate dell’Eitch Borromini, ramo dello storico Palazzo Pamphili. Qui i due artisti Gian Lorenzo Bernini e Francesco Borromini hanno firmato alcune delle loro opere più celebri, contribuendo al fascino di un luogo simbolo della città eterna che ancora oggi richiama a sé fotografi, pittori e architetti contemporanei. Dal 9 aprile al terzo e quinto piano della storica struttura nel cuore della Capitale sarà possibile ammirare le fotografie di Francesco Zavattari. Soggiornare nelle lussuose stanze dell’Eitch Borromini è un autentico viaggio nella storia e nell’arte, passando dall’epoca barocca ai giorni nostri.

Uno sguardo privilegiato sulla capitale, un’opera d’arte senza tempo, uno luogo dove il passato e il presente si intrecciano di continuo sotto lo sguardo disinvolto di chi attraversa Piazza Navona. Tutto questo è l’Eitch Borromini, dimora storica collocata all’interno del Collegio Innocenziano, nel cuore di Palazzo Pamphili. L’edificio progettato dal Borromini nel corso dei secoli ha visto alternarsi artisti e visitatori, attratti dalle sue stanze affrescate, dalle storie intriganti, dai segreti e dal sapere custodito al suo interno, ma soprattutto da quel legame profondo con la città e con i capolavori che adornano Piazza Navona.

Le stanze di rara bellezza di questa dimora hanno catturato l’attenzione di molti artisti, scatenando in loro la creatività e la capacità di guardare la città di Roma con occhi nuovi. Tra coloro che non sono riusciti a resistere al fascino dell’Eitch Borromini c’è anche l’artista e designer lucchese di fama internazionale Francesco Zavattari, conosciuto per la sua approfondita ricerca sullo studio del colore, attraverso il progetto Color State of Mind, il suo impegno contro la violenza sulle donne grazie alla serie My Art is Female, ma anche per la sua poliedricità che lo porta a sperimentare in diversi ambiti dalla pittura al design, passando per regia teatrale e fotografia. Quest’ultima in particolare sarà protagonista della mostra Caput Mundi, allestita al terzo e quinto piano dell’Eitch Borromini da cui l’artista ha iniziato a scattare immagini dei luoghi interni ed esterni alla struttura nel modo più naturale possibile. La bellezza contenuta all’interno della dimora storica e quella della piazza che è sotto gli occhi di tutti si esplica in un flusso di immagini, luci e ombre, angoli, punti panoramici, scorci sulla città, intimità e momenti di vita quotidiana, raccontati da una prospettiva unica e privilegiata.

Commenta Zavattari: “Con questo progetto fotografico ho inteso raccontare Roma come “centro del mondo”, vissuto da un eccezionale e privilegiato osservatorio quale Palazzo Pamphili, che ne è a sua volta perno rotante, data la sua straordinaria collocazione: ti affacci dalle finestre e ciò che vedi intorno è storia e bellezza. Da quel momento l’Eitch è divenuto la mia “dimora romana”, fonte di una costante ispirazione che consiglio a chiunque di condividere. In presenza e anche attraverso le mie immagini”.

La mostra, visibile a partire dal 9 aprile (ingresso gratuito), però, non è la sola ad aver animato le stanze dell’Eitch Borromini. Questo bellissimo palazzo settecentesco è conosciuto e apprezzato per la Galleria d’Arte Borromini: una location suggestiva che celebra l’arte moderna e contemporanea, offrendo non solo la possibilità a molti artisti di esporre le proprie opere, ma anche alla clientela di godersi un momento di relax e un panorama unico dal Ristorante Terrazza Borromini allo stesso piano della Galleria. La Galleria d’Arte Borromini ha ospitato in passato altre importanti mostre come quella di Giovanni Tommasi Ferroni, Claudio Sciascia, Sandro Bellomo, Giulio Galgani e attualmente ospita le opere di Massimo Catalani.