Santa Maria della Rosa, il nome dell’artista degli affreschi ‘anonimi’ trovato grazie agli studenti del Machiavelli

21 giugno 2022 | 13:49
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Presentati questa mattina i risultati del Pcto che ha visto protagonisti 16 studenti del Liceo Classico: potrebbero essere del fiorentino Nicodemo Ferrucci

Tre insegnanti, sedici alunni e un unico obiettivo: trovare un nome all’artista che, secoli fa, dipinse gli affreschi nella chiesina della Rosa da sempre rimasti anonimi. Un’impresa difficile, ma non impossibile. Adesso, infatti, dopo mesi di studio e ricerche meticolose, le opere della navata centrale della piccola chiesa del centro storico hanno un possibile ‘padre’: l’artista fiorentino Nicodemo Ferrucci (1575-1650).

Sono stati presentati questa mattina (21 giugno) proprio nella chiesa di Santa Maria della Rosa, i risultati del percorso per le competenze trasversali e l’orientamento (Pcto) che ha visto protagonisti i ragazzi di tre classi del liceo classico Machiavelli di Lucca guidati dai docenti Alessandro Grassi, Arianna Antongiovanni e Massimo Malatesta.

Un progetto, attivato grazie al protocollo di intesa firmato dall’Ufficio scolastico territoriale e dall’Arcidiocesi di Lucca, che, seppur per qualche mese, ha visto i ragazzi vestire i panni di veri ricercatori e studiosi dell’arte. L’obiettivo, infatti, era proprio quello di vivere un’esperienza attiva di ricerca storico-artistica, accostandosi ai metodi e agli strumenti di lavoro propri di questa disciplina, anche in chiave di orientamento universitario.

Ad ascoltare il lavoro dei ragazzi, oltre ai genitori, l’arcivescovo di Lucca Paolo Giulietti, la dirigente Donatella Buonriposi e la preside Emiliana Pucci.

L’oggetto di studio, come detto, sono stati gli affreschi delle lunette della navata centrale della chiesina della Rosa che, fino ad oggi, anche per la scarsa leggibilità dovuta alla polvere e al nerofumo, sono stati trascurati dalla storiografia e lasciati anonimi, con una generica datazione – pensate – che risale al XVII secolo.

Uno studio che ha avuto il via grazie alla passione, ma anche all’occhio, del professor Grassi: “L’idea del progetto è nata nel settembre del 2017 quando sono entrato di ruolo al Machiavelli – ha raccontato – Essendo della provincia di Prato venivo a scuola in treno e, passando sempre vicino a questa chiesa, rimasi molto colpito da questi affreschi. Molto sporchi e danneggiati, ma ci vedevo qualcosa di familiare: da quel momento mi sono sempre ripromesso di studiarli, magari in futuro e con calma. Poi è nata l’idea di farci un progetto scolastico e di far fare ai ragazzi i passi di studio che avrei fatto io. Abbiamo studiato insieme con tutte le metodologie di studio della ricerca universitaria, di fatti questo lavoro è come se fosse una sorte di tesina. I ragazzi hanno così assaggiato quello che potrebbe essere, se vorranno, lo studio della storia dell’arte e dei beni culturali”.

“Questo è stato un percorso di service-learning, ovvero ‘apprendimento di servizio’ nei confronti della comunità – ha commentato la preside Emiliana Pucci – Grazie ad essa avete restituito un bene, un dato molto significativo. Ringrazio di cuore i docenti che hanno aiutato i ragazzi a scoprire questo percorso di ricerca e a mettere in atto tutte quelle conoscenze che, alle volte, nei percorsi dei licei classici, rimangono un po’ troppo teorici”.

I complimenti anche dalla dirigente Buonriposi: “Siete stati bravissimi – ha detto – ma i complimenti vanno anche ai vostri docenti: questo è un bellissimo esempio di come si possa fare davvero quella che una volta veniva chiamata ‘alternanza scuola lavoro’ che poi di fatto è ancora. Abbiamo bisogno di insegnanti che credono molto in ciò che fanno e che sappiano anche trascinare i ragazzi in un lavoro estremamente serio come questo”.

“Le chiese, e soprattutto l’arte che contengono, negli anni e nei secoli sono sempre in evoluzione ed è importante comprenderne i cambiamenti nel tempo – ha aggiunto il vescovo GiuliettiL’arte non è solo spettacolo, ha sempre qualcosa da dire: per questo capire chi ha fatto un’opera, quando e per chi, è fondamentale per poterne capire il vero messaggio. Senza queste informazioni il messaggio risulta incomprensibile, come il nerofumo rende incomprensibile vedere bene le immagini. I beni culturali sono fondamentali per il nostro paese e spero che questo lavoro prosegua”.

Dal vescovo anche un invito rivolto ai ragazzi: “Questa mattina avete spiegato ai presenti e ai giornalisti tutto il vostro meticoloso lavoro usando termini tecnici e facendo discorsi ben studiati, ma sarebbe bello anche farlo conoscere ai vostri coetanei: la comunicazione è importante, per farlo arrivare meglio ai giovani questo progetto potrebbe diventare un Tik Tok”.

Il lavoro

Come hanno raccontato i ragazzi durante la presentazione, il lavoro ha previsto una prima fase di conoscenza e documentazione materiale degli affreschi e della chiesa, attraverso l’esecuzione di rilievi in pianta e in alzato e di una campagna fotografica. Successivamente, gli studenti hanno provato a circoscrivere il più possibile la cronologia degli affreschi mediante una ricerca d’archivio: non essendo più reperibili i documenti del XVII secolo della confraternita della Rosa (all’epoca proprietaria della chiesa), sono state le Visite Pastorali, effettuate periodicamente dai vescovi di Lucca, a fornire utili indicazioni in tal senso, confermando una datazione degli affreschi entro il 1650.

Un lavoro meticolosissimo in cui i ragazzi hanno potuto dar prova anche della loro competenza nella lingua latina: non con poche difficoltà, gli studenti hanno dovuto fare i conti con numerosi documenti scritti a mano, in grafie talvolta ostiche e piene di abbreviazioni da interpretare e sciogliere. Un lavoro faticoso, ma senza dubbio anche molto affascinante: una volta ristretto il periodo d’esecuzione, la ricerca è proseguita mediante una comparazione a tappeto dello “stile” degli affreschi con la coeva produzione pittorica, cioè le pale e gli affreschi eseguiti a Lucca in quei decenni. Gli studenti hanno così allenato l’occhio all’analisi visiva e alla connoisseurship, che è un altro strumento fondamentale della storia dell’arte.

Come spiegato dai ragazzi questa mattina, le figure affrescate nelle lunette della chiesa della Rosa sono molto simili ad altre opere presenti non solo in alcune delle chiese più importanti della nostra città, ma anche a Firenze. Guardando alla produzione lucchese del tempo, si è notato che lo stile degli affreschi non era accostabile a nessun artista locale ed è stato infatti necessario allargare lo sguardo ad altre scuole pittoriche toscane.

Tutti i tasselli del puzzle, alla fine, sono tornati e si è potuto finalmente dare un nome almeno al periodo storico al quale apparteneva l’autore, con una plausibile datazione fra il 1620 e il 1630 circa. Tramite assonanze stilistiche è emersa una derivazione dal fiorentino Ludovico Cigoli, ma soprattutto l’influenza di Domenico Cresti, detto il Passignano, artista fiorentino che godette di una discreta fortuna a Lucca. Da qui in poi è stata tutta discesa: il cerchio si stretto su un fidato collaboratore di quest’ultimo, il fiesolano Nicodemo Ferrucci.

L’Arcidiocesi di Lucca, con il protocollo d’intesa firmato per i Pcto, continuerà a mettere a disposizione dei giovani studenti e dei loro professori il proprio patrimonio storico, artistico, culturale e anche le attività educative, ricreative ed assistenziali, proprio per valorizzare le capacità e l’inventiva dei ragazzi e delle ragazze che, in questo caso specifico offrono a tutta la cittadinanza, agli organi competenti in materia di beni culturali e alla Chiesa di Lucca, anche possibili approfondimenti, verifiche e esiti futuri per una nuova valorizzazione della chiesa della Rosa nel circuito culturale e spirituale del capoluogo.

Un lavoro lungo ma che non ha fatto certo sbadigliare i piccoli ricercatori: i ragazzi si sono infatti da subito interessati ed appassionati all’obiettivo e, anche divertendosi, hanno dato anima e cuore in questo progetto che ha dato – e darà ancora – bellissimi frutti. Chissà che, proprio grazie a questa iniziativa, non nasca un altro grandissimo storico e critico dell’arte…