Venditti e De Gregori infiammano il Summer, ma non è una operazione nostalgia
Cinquant’anni di successi davanti a tre generazioni di fan in piazza Napolene da ‘Bomba o non bomba’ a ‘Buonanotte fiorellino’
Cinquant’anni esatti. Tanto è passato dall’album Theorius Campus che ha visto l’esordio discografico di Antonello Venditti e Francesco De Gregori.
E a celebrare questi cinquant’anni di carriera i due mostri sacri della canzone d’autore italiana sono approdati questa sera (10 luglio) al Lucca Summer Festival in piazza Napoleone, terza tappa del tour dopo l’esordio allo stadio Olimpico di Roma e l’appuntamento al Summer Festival di Ferrara.
Davanti a tre generazioni di fan Venditti e De Gregori hanno sviscerato il meglio della loro carriera su un palco senza grandi effetti speciali e con un mix dei musicisti che da tempo seguono i due artisti: Alessandro Canini (batteria), Danilo Cherni (tastiere), Carlo Gaudiello (piano), Primiano Di Biase (hammond), Fabio Pignatelli (basso), Amedeo Bianchi (sax), Paolo Giovenchi (chitarre) e Alessandro Valle (pedal steel guitar e mandolino), Fabiana Sirigu (violino) e Laura Ugolini e Laura Marafioti al coro.
Ci sono, nella proposta di Lucca e sarà così in tutto il tour, grandi successi e piccole chicche, comprese due canzoni proprio dell’album Theorius Campus (Dolce signora che bruci e, immancabile, Roma Capoccia). Da Bomba o non bomba a Grazie Roma, il tour nell’amarcord passa da Bufalo Bill a Generale (con l’ennesimo arrangiamento del pezzo classico), da Sotto il Segno dei pesci a Ci vorrebbe un amico. E ancora Titanic con una intro swing, Notte prima degli esami, la sempre splendida Santa Lucia (chiusa con la citazione di Com’è profondo il mare di Dalla), Alta Marea (“Non lo sa nessuno ma questa canzone è nata qui, o almeno molto vicino a qui, ha detto Venditti).
I due artisti duettano, giocano, si scambiano le canzoni senza dimenticare un omaggio al grande Lucio Dalla di Canzone e qualche riferimento alla grande musica internazionale, classica e contemporanea dallo Strauss dell’introduzione fino a Bob Dylan e ai Pink Floyd (citazione nella intro di Pablo).
Un concerto che è un vero e proprio “best of” di due colonne della musica italiana, che non hanno, però, lasciato spazio alla nostalgia, riarrangiando tutte le canzoni anche per tenere insieme le diverse sonorità e vocalità.
Alla fine dei bis, con i grandi classici dei due cantautori, verrebbe la voglia di continuare ancora ad ascoltare tutte le hit della coppia. Ma la sensazione è che non mancheranno ancora occasioni per sentirli ancora in grandi concerti dal vivo. Per una carriera destinata a durare ben oltre i cinquant’anni celebrati insieme.