Chiesa di Carignano, inaugurato l’organo restaurato dal lucchese Glauco Ghilardi

12 settembre 2022 | 19:17
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Chiesa di Carignano, inaugurato l’organo restaurato dal lucchese Glauco Ghilardi

È accaduto sabato scorso (10 settembre) alle 21 con il concerto del giovane musicista Niccolò Bartolini

Sabato (10 settembre) alle 21 è stato inaugurato l’organo della chiesa di Carignano, restaurato dal competentissimo organaro lucchese Glauco Ghilardi che tanto ha recuperato in lucchesia ma che molto ha costruito ex novo nelle regioni del nord est italiano di lingua tedesca.

L’autore dell’organo non è certo, alcuni ritengono, attribuibile all’importante organaro viareggino Odoardo Landucci, di cui non si conosce l’anno di nascita ma quello di morte (1869). Caratteristico il fatto che quasi tutti i registri siano interi, il che inserisce questo organo più nel filone della tradizione italiana antica che in quello degli strumenti bandistici coevi.

Il prospetto comprende un’ampia piramide maschile del ripieno (con principale, ottava e file tutte separate fino alla XXIX), quella femminile (flauto in ottava, cornetto), ance (tromba, clarone), oscillanti (voce umana, battente su principale), accessori percussivi (campanelli al manuale, rullante al pedale). La pedaliera infine dispone di un proprio registro di contrabasso 16′ tappato con rinforzi armonici di 8′, tutto in legno. Il suono è complessivamente cristallino, chiaro ed equilibrato nell’amalgama. Particolarmente notevole l’intonazione pastosa del Principale, la delicatezza del flauto e l’incisività delle ance, soprattutto il clarone bassi.

Il concerto di inaugurazione ha visto su quest’organo il giovane Niccolò Bartolini (Lucca, 1996), avviato alla musica in tenera età. Dopo i primi fondamenti di solfeggio appresi dal maestro Massimo Papini, ha studiato pianoforte con Sandra Cecchi, violino e viola con Savino, pantone e organo con il Claudiano Pallottini. Dal 2011 è organista titolare alla parrocchia di Veneri (Pistoia), e maestro di cappella della corale polifonica santissimi Quirico e Giulitta che ha sede nella stessa chiesa. Diviene successivamente organista anche nelle chiese Pievanili di Collodi.

Svolge regolarmente attività concertistica all’organo tenendo diversi recitals. Inoltre, ha debuttato in veste di solista con l’orchestra all’età di soli 24 anni, ed ha già al suo attivo l’esecuzione, assieme all’orchestra del conservatorio Luigi Boccherini di Lucca e ad altre formazioni cameristiche, di molte importanti pagine come i concerti di Vivaldi ed Hændel, le sonate da chiesa di Mozart, la suite per organo e orchestra d’archi di Respighi, il concerto di Poulenc. In seguito al conseguimento della maturità classica, e parallelamente agli studî economici all’università di Pisa, viene ammesso alla classe di composizione del maestro Pietro Rigacci all’istituto superiore di studî musicali Luigi Boccherini di Lucca. Dal 2018 collabora stabilmente alla direzione della cappella Santa Cecilia della cattedrale di Lucca come vice direttore ed aiuto del maestro Luca Bacci.

Il programma suonato da Niccolò Bartolini per l’inaugurazione dell’organo restaurato della chiesa di Carignano, è appositamente pensato per le possibilità foniche dello strumento. Si tratta di un percorso storico alla scoperta dell’origine e dello sviluppo dello stile contrappuntistico, ed in particolar modo fugato, nella musica d’organo. Uno degli spunti fondamentali è l’osservazione di come diversi autori, dal 1500 in avanti, avessero l’abitudine di prendere a spunto delle arie appartenenti a canzoni o danze celebri del loro tempo per crearne dei soggetti da rielaborare in stile polifonico nelle proprie composizioni. È il caso delle raffinate diminuzioni applicate con gusto da Andrea Gabrieli ad una canzon francese scritta da Clemens Non Papa, oppure della sofisticatissima elaborazione imitativa creata da Frescobaldi sul famoso tema della bassa fiamenga. In particolare con questo autore conosce affermazione il genere del capriccio, che rappresenterà, a cavallo di Cinquecento e Seicento – e similmente a quello della canzona, l’anticamera della fuga.

Non mancano nella selezione dei brani delle attenzioni al territorio lucchese: il percorso temporale del programma entra nel secolo XVIII attraverso la proposta di due pagine di autore ignoto riscoperte nell’archivio arcivescovile della diocesi di Lucca. È l’occasione per far luce sulle prime avvisaglie di crisi dello stile fugato nella musica europea: la forma contrappuntistica sopravvive come involucro di un contenuto musicale decisamente più galante e meno rigoroso. Interessante punto di approdo è infine lo sguardo gettato sulla produzione dell’eminente compositore camaiorese Marco Santucci, che agli albori dell”800 avvertì il bisogno di creare e dare alle stampe un intero ciclo di 12 sonate dedicate agli studenti di organo e pianoforte: in un’epoca in cui ormai la musica operistica iniziava a dilagare ovunque, addirittura nelle chiese, e a monopolizzare fortemente i linguaggi espressivi in ogni campo della produzione musicale, questo autore, ben conscio della portata intellettuale e didattica del repertorio contrappuntistico, tenta di presentare alla gioventù dei lavori costruiti sugli stilemi rigorosi tradizionali, ma riletti in una chiave più moderna ed interessante.

Al termine è stato eseguito un fuori programma del compositore francese Marcel Dupré, celebre virtuoso ed esponente di spicco della grande scuola sinfonica francese. Si tratta dell’ultima pagina da lui composta, prima della morte avvenuta nel 1971. Si è così inteso sperimentare un qualcosa di alquanto insolito, proponendo su un antico organo italiano, caratterizzato da limitate risorse e ridotta estensione, un qualcosa di proveniente da un mondo organistico completamente differente per scala dimensionale e linguaggio. Il risultato, anche se sicuramente atipico, è stato accolto con grande favore dal pubblico.

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