Maradona, un mito anche a fumetti: anche Lucca Comics and Games lo ricorda a due anni dalla morte
Un panel sul ‘Diez’ in collaborazione con l’ambasciata argentina in Italia. Carles: “Diego come Evita Peròn, un uomo contro il sistema”
Maradona, una leggenda immortale.
Ed a due anni dalla morte, nel giorno del suo 62esimo compleanno, anche Lucca Comics and Games ha voluto ricordare ‘El diez’. Lo ha fatto in Sala Tobino in un incontro di eccezione realizzato in collaborazione con l’ambasciata italiana in Argentina. Presente, infatti, l’ambasciatore Roberto Manuel Carles, salutato dal sindaco di Lucca Mario Pardini, già presidente di Lucca Comics and Games e soprattutto imprenditore per anni proprio nel paese sudamericano.
Sono le gesta del Maradona calciatore, ma anche la cronaca del Maradona uomo anche negli ultimi anni di vita prima della sua scomparsa precoce ad aver ispirato i due ospiti del panel: l’argentino Rep con il suo Maradona, nacido para molestar, ancora non tradotto in italiano e il pugliese Giuseppe Guida che ha presentato Diego – Maradona, non solo calcio.
Il dialogo è stato l’occasione per approfondire la percezione del personaggio a dieci anni dalla morte. Un personaggio che Guida porta nelle scuole, come simbolo e come icona, sia come calciatore che nel suo declino umano e che Rep assurge a riferimento immortale.
Lo stesso ambasciatore, in apertura, lo paragona ad Evita Peròn, un personaggio sempre contro: contro i poteri forti, contro la Fifa, contro i giornalisti, contro il ‘sistema’ che poi lo ha in qualche modo schiacciato.
“In Maradona – chiosa Rep – si uniscono un gran vincitore e un grande sconfitto. Lui è stato sempre il migliore nelle cose che ha fatto, un genio che però non era un extraterrestre: era il numero uno ma lavorava anche con e per la squadra. Maradona è qualcosa che l’Argentina ha aspettato da sempre e che è la migliore espressione calcistica ma anche l’immagine del riscatto di un popolo”.
Una cosa è certa. Di Maradona ce ne ricorderemo ancora tutti, delle sue gesta, nel bene e nel male, e delle sue parole. E soprattutto del suo calcio. Quello che fa alzare tutti in piedi al momento del video finale, ad applaudire e battere le mani al ritmo dell’inno Ho visto Maradona.