Coniugare il teatro e la cultura d’impresa: Rossi e Russo colgono la sfida con ‘RSPP. Restiamo Sani, Per Piacere!”

Parlano gli autori del testo che sarà messo in scena da Marco Brinzi venerdì e sabato al Giglio: “La sfida più grande? Non essere retorici, didascalici o moralisti”
Esperienza + teatro + cultura d’impresa = RSPP. Restiamo Sani, Per Piacere! è uno spettacolo non su, non di, ma per, parlare di sicurezza. Prodotto da 10 aziende del comparto metalmeccanico di Confindustria Toscana Nord, che hanno affidato il messaggio a un pool di creativi composto da due scrittori, un regista (che è uno degli scrittori) e un attore, va in scena al Teatro del Giglio questo fine settimana.
Lo hanno realizzato 10 delle più grandi realtà del comparto metalmeccanico (A.Celli Paper e A.Celli Nonwovens, Fapim, Fosber, Gambini, Kme Italy, Körber, Rotork Fluid Systems, Sampi, Toscotec) per affrontare un argomento così importante a partire dalla cultura. La cultura della sicurezza, la cultura d’impresa.
Morena Rossi e Cataldo Russo sono gli autori del testo che sarà messo in scena da Marco Brinzi (regia di Russo) venerdì 11 e sabato 12 novembre al teatro del Giglio, alla presenza delle autorità cittadine e di Confindustria, aperto gratuitamente a tutti e per il quale ci sono ancora posti disponibili per sabato sera (scrivendo a info@luccametalmeccanica.it).
Abbiamo fatto alcune domande ai due autori: Morena Rossi che ha redatto il testo per l’agenzia di comunicazione Fascetti Associati, che ha curato la creatività, e Cataldo Russo per il Teatro del Giglio.
Come è stato scrivere uno spettacolo sulla sicurezza? Quale per voi la sfida maggiore?
“Non sono mai stata particolarmente attenta al tema della sicurezza – esordisce Morena Rossi – Poi sono diventata madre e le cose sono cambiate. Il dovermi prendere cura seriamente di qualcun altro mi ha fatto rivedere alcune delle mie certezze. Devo dire che questo spettacolo è stato quasi catartico. Da madre mi capita spesso di essere assillante sulle norme e sulle regole e di dimenticarmi della parte emozionale. Mio figlio, con la semplicità di chi non ha grosse sovrastrutture ancora, non fa che riportarmi lì, all’esperienza e al “potrebbe anche andare diversamente”. La pandemia poi ci ha intercettati tutti sul tema della sicurezza, facendoci capire che della ragione te ne fai poco se non hai il buon senso dalla tua. Quando ho inventato i due personaggi che dialogano col nostro protagonista ho proprio pensato a questo, alla dualità che c’è in ognuno di noi e di come solo nella conciliazione delle due parti che ci compongono si trovi la via per affrontare serenamente la vita. La sfida più grande è stata quella di non essere retorica, didascalica o peggio ancora moralista, come il DODO, uno dei due personaggi al quale, peraltro, presto anche la voce”.
“Il processo creativo e di scrittura collettiva che io e Morena abbiamo condotto, e che si esaurirà alla fine del periodo di prove con il lavoro in scena di Marco, è stato intenso – spiega Cataldo Russo – Abbiamo incontrato le aziende, parlato con i lavoratori, con i responsabili della sicurezza eccetera: un vero percorso laboratoriale in cui abbiamo cercato di uscire fuori dalla facile retorica che un tema così delicato e complesso può portare con l’obbiettivo di toccare i cuori degli spettatori. Perché crediamo che attraverso le emozioni certi concetti possano passare in maniera più incisiva”.
Cosa ha di speciale questo spettacolo?
“Che parla alla pancia per arrivare alla testa – dice infatti Morena -. Quando abbiamo fatto i laboratori con le aziende abbiamo visto quanto fosse comune un certo sentire e quanto tutti fossero sensibili su alcuni temi che a prima vista sembrano non avere nulla a che fare con la sicurezza, ma in realtà sono strettamente correlati. Come quello della cura”.
“Per me invece il fatto che è davvero raro che un gruppo di aziende decidano di toccare un tema come quello della sicurezza costruendo uno spettacolo teatrale: ecco quello che ha di speciale: unire i processi creativi del teatro e dello spettacolo al mondo della cultura d’impresa”.
Cosa è per te la sicurezza? Lo era anche prima di questa esperienza?
“Per me la sicurezza è pranzare con mio figlio quando torna da scuola e chiacchierare con lui su come andata la giornata – dice Morena -. Come dicevo prima può sembrare non correlato, in realtà lo è tantissimo. La cura di sé e di chi ci sta vicino è il primo obiettivo che ci dobbiamo porre quando pensiamo alla sicurezza. Lo era senz’altro anche prima di questa esperienza, anche se forse non ne ero del tutto consapevole”.
“Durante il lavoro di realizzazione dello spettacolo – aggiunge Cataldo – ci siamo chiesti cos’è per noi il concetto di sicurezza. Abbiamo pensato che è qualcosa di molto vasto: investe il nostro senso di responsabilità nello stare in comunità e anche il modo con cui scegliamo di vivere il nostro tempo: nel lavoro, in famiglia, nella vita. Realizzare un lavoro teatrale per me è essenzialmente un momento di confronto e ho scoperto molte cose proprio grazie ai momenti di lavoro con i responsabili e i lavoratori delle aziende coinvolte nel progetto”.
Cosa ti aspetti dalla prima e dal pubblico?
“Quando qualche giorno fa abbiamo riletto il copione, io e Cataldo Russo ci siamo ritrovati entrambi commossi sulla parte dei monologhi di Marco Brinzi – conclude Morena Rossi – Eppure lo conosciamo a memoria! Ecco, spero che al pubblico arrivi questa emozione e che si lasci andare. Ci sarà anche da ridere, non temete, del resto il registro che io preferisco è quello della leggerezza e mai come su questo tema c’è bisogno di leggerezza. L’abbiamo inserita qua e là senza togliere spazio alla riflessione, ma anzi, usandola per farne volano”.
“Questo non è uno spettacolo che nasce per un pubblico di ragazzi, come altri prodotti finora sempre per il Progetto LU.ME., ma ogni volta che lavoro ad uno spettacolo mi aspetto che il pubblico possa abbandonarsi all’emozione del palcoscenico proprio come fanno i bambini che sono i più bravi a farsi trascinare dalle proprie emozioni”, chiude Cataldo Russo.
Appuntamento al teatro del Giglio venerdì e sabato: l’ingresso è gratuito: per prenotarsi basta scrivere a info@luccametalmeccanica.it.