L’Inferno di Roberto Castello tra i tre finalisti del premio Ubu per la danza




Un altro importante riconoscimento per l’opera del coreografo e regista di fama internazionale
Dopo il successo di pubblico in Italia e in Europa anche i critici premiano l’Inferno di Roberto Castello.
L’ultimo spettacolo del coreografo che da Lucca porta le sue produzioni in tutto il mondo, infatti, è stato scelto la scorsa settimana dai referendari nella terna in lizza per il premio Ubu, il massimo riconoscimento italiano nell’ambito delle arti performative.
Inferno, che ha debuttato nel novembre 2021 a Roma nell’ambito del Festival Romaeuropa è una coproduzione internazionale che ha coinvolto oltre a Romaeuropa anche il Centre Dramatique National di Montpellier, il Centre Choréographique National de Nantes e la Fondazione Tpe – Palcoscenico Danza. Lo spettacolo ha già calcato palcoscenici internazionali, in particolare in Francia e Belgio, e nel 2023 sarà ospite del Théâtre del La Ville di Parigi assieme all’altra ‘creatura’ recente di Roberto Castello: In girum imus nocte et consumimur igni.
Roberto Castello, prima con Sosta Palmizi, quindi con Aldes, non è nuovo alle attenzioni del premio Ubu: nel 1986 lo ha vinto con Il Cortile e in quel caso fu la prima compagnia italiana non appartenente al mondo della prosa ad essere premiata. Nel 2003, poi, era stato Il migliore dei mondi possibili a ricevere il premio nella sezione teatro – danza, prima della ‘doppietta’ del 2018 con il premio speciale ad Aldes e all’attore Andrea Cosentino.
Non nasconde soddisfazione Roberto Castello che spiega così la genesi della sua particolare interpretazione dell’Inferno, in una pausa delle prove dello spettacolo in tournée in Piemonte. “Inferno – spiega – è stato un frutto della pandemia, anche se l’idea in realtà era nata molto prima del Covid, durante la fortunata tournée europea di In girum imus nocte et consimimur igni”.
Ecco all’ora l’Inferno di Castello che, a differenza di una iconografia consueta, dal mondo classico in poi, non ha nulla di terrificante o buio: “Ho pensato che tanto distopico e disperato era In girum imus nocte et consumimur igni, tanto interessante sarebbe stato realizzare un Inferno piacevole, divertente gioioso, altamente desiderabile, ribaltando il tòpos classico per farne un ragionamento sulla condizione umana. Un inferno divertente, dunque, dove la dimensione ‘infernale’ sta nel desiderio spasmodico del riconoscimento sociale, nella ricerca continua del fatto che altri ti diano dei feedback positivi. Tutti cerchiamo di apparire migliori di quello che siamo. Ed è proprio questa dinamica il motore di Inferno, che è poi il percorso della nostra vita: consumarsi ogni giorno per il riconoscimento sociale”.
Alle spalle di Inferno un grande lavoro di preparazione: “A me piace – dice Castello – non fare le cose di fretta. Ho bisogno di tempo, perché non sono uno capace di scrivere di getto e vado avanti per infinite e innumerevoli correzioni. Il Covid, che ha creato per tutti un’enorme quantità di tempo libero, mi ha permesso, ad esempio, l’autoapprendimento dell’animazione 3D, cosa che mi ha consentito di realizzare i fondali dello spettacolo che, insieme alla musica, aiutano a contestualizzare l’azione”.
“La musica è un elemento molto importante nel teatro in generale e ancora di più in quello di danza – spiega Castello – Non è utilizzando musiche “belle” che si ottengono i risultati migliori. A teatro ogni elemento deve essere complementare agli altri, nessuno deve essere preponderante. Per questo abbiamo scelto una linea di lavoro molto scarna, limitandoci all’uso di percussioni senza utilizzare quindi vere e proprie melodie e armonie ma solo ritmi. Ci siamo ispirati a musiche da ballo di tutto il mondo, dallo Zimbabwe al Mozambico, al Caucaso, alla Siria, al Perù cercando di evitare di scadere nel mimetismo folklorico. Sono molto contento del lavoro sulle musiche fatto con Marco Zanotti e Andrea Taravelli e anche il pubblico sembra apprezzare. Sono molti quelli che alla fine degli spettacoli vengono a chiedere dove le si può trovare. È questo che ci ha spinti a decidere di pubblicare la colonna sonora, che da martedì 29 novembre con il titolo di Inferno Tapes, è acquistabile su Bandcamp, e in tutti gli stores digitali”.
La premiazione dell’edizione numero 44 del premio Ubu si terrà lunedì 12 dicembre al teatro Arena del Sole di Bologna e in diretta radiofonica su Rai Radio3 per Radio3 Suite.