La vita e i miracoli di Santa Zita diventano un’opera lirica grazie al compositore statunitense Daniel Knaggs

18 aprile 2023 | 17:04
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La vita e i miracoli di Santa Zita diventano un’opera lirica grazie al compositore statunitense Daniel Knaggs
La vita e i miracoli di Santa Zita diventano un’opera lirica grazie al compositore statunitense Daniel Knaggs
La vita e i miracoli di Santa Zita diventano un’opera lirica grazie al compositore statunitense Daniel Knaggs
La vita e i miracoli di Santa Zita diventano un’opera lirica grazie al compositore statunitense Daniel Knaggs
La vita e i miracoli di Santa Zita diventano un’opera lirica grazie al compositore statunitense Daniel Knaggs
La vita e i miracoli di Santa Zita diventano un’opera lirica grazie al compositore statunitense Daniel Knaggs

Verrà presentata al Teatro del Giglio domenica 30 aprile nell’ambito del Puccini Chamber Opera Festival

Lucca riscopre le sue tradizioni sacre e le fonde con le tradizioni musicali della città per far rivivere il miracolo di Santa Zita attraverso un’opera lirica, che verrà presentata per la prima mondiale al teatro del Giglio domenica 30 aprile alle 21. L’evento è stato organizzato dal Teatro del Giglio, d’intesa con l’amministrazione comunale e grazie all’attività dell’associazione Cluster, porta in scena l’opera lirica da camera Zita di Lucca del compositore americano Daniel Knaggs, su libretto scritto a quattro mani dallo stesso Knaggs e da Vincenzo Reale.

Devota cristiana del XIII secolo, proveniente da una famiglia povera di Monsagrati (diocesi di Lucca), Zita si distinse per la sua devozione alla causa dei bisognosi. Nata nel 1218, Zita entrò a servizio dai ricchissimi mercanti di seta Fatinelli a soli 12 anni. Era un periodo di carestia e guerre, ma i poveri che bussavano a casa Fatinelli per chiedere qualche cosa da mangiare non andavano mai via a mani vuote, perché c’era Zita che pensava a loro. Infatti, ogni giorno, la giovane metteva da parte del cibo avanzato proprio per darlo a chi aveva fame. Il più Famoso miracolo di Zita, la trasformazione del pane per i poveri in fiori, avvenne dopo che il padrone le aveva chiesto che cosa portasse nel grembiule e lei, per paura di essere rimproverata, disse che portava, appunto, dei fiori; Fatinelli vide proprio questi al posto del pane. La religiosità popolare rese famosa Zita fin dalla sua morte, avvenuta nel 1278. I lucchesi la venerarono subito come santa e vollero che le sue spoglie trovassero degna sepoltura nella basilica di San Frediano. Papa Innocenzo XII nel 1695 ne ratificò e confermò il culto. Papa Pio XII nel 1955 dichiarò solennemente “la vergine Santa Zita Patrona presso Dio delle domestiche e di tutte le donne addette alla cura della casa”.

Alla presentazione che si è tenuta stamani (18 aprile) nella sala degli specchi di Palazzo Orsetti, erano presenti il consigliere del Comune di Lucca, con delega alle tradizioni storiche, Lorenzo Del Barga, Giorgio Angelo Lazzarini, amministratore unico del Teatro del Giglio, Fulvio Spatarella direttore generale del Teatro del Giglio, Paolo Giulietti, arcivescovo di Lucca, Girolamo Deraco, direttore artistico del Puccini Chamber Opera Festival e Renzo Cresti, direttore artistico dell’Associazione Cluster.

“Oggi abbiamo il piacere di presentare un nuovo progetto finalizzato alla valorizzazione e la riscoperta delle nostre tradizioni storiche – dice il consigliere Lorenza Del Barga – Questo progetto rientra all’interno del Puccini Chamber opera Festival e si concentra sulla figura di una personalità di spicco della città, Santa Zita. La particolarità e originalità di questa iniziativa è quello di andare a raccontare la sua storia con la musica, in modo da poter raggiungere più persone possibili”.

“Quando la chiesa nomina i santi, lo fa anche per offrire alle persone dei modelli, delle figure che tendono ad ispirare. Questi l’hanno fatto attraverso molte rappresentazioni, non soltanto con le narrazioni delle fonti ufficiali, ma anche attraverso numerose manifestazioni artistiche, pittoriche letterarie e teatrali – dice l’arcivescovo di Lucca, Paolo Giulietti -. Sono vite importanti, capaci quindi di ispirare e sono contento che Santa Zita continui a farlo dopo quasi 800 anni dalla sua morte. L’opera di Dio nella vita delle persone, le rende interessante nonostante lo scorrere del tempo e il mutare delle circostanze”.

Il testo di Zita di Lucca, suddiviso in momenti cantabili fino all’Aria e altri di conversazione, riprende liberamente un italiano dell’epoca, efficace per l’ambientazione, il ritmo e il colore della parola/suono.

“Questa opera è un racconto della storia/leggenda della Santa Zita – dice il direttore artistico dell’associazione Cluster, Renzo Cresti -. Il libretto rispecchia in maniera abbastanza fedele questa storia. La musica è di un compositore musicale abbastanza giovane, che ha meno di quarant’anni e si chiama Knaggs. È una musica molto piacevole che coniuga la tradizione con la ricerca e la modernità perché i due termini: tradizione e modernità, non sono antitetici ma complementari. In questa opera , oltre ad avere un riferimento alla tradizione della Santa ci sono anche degli aspetti che possono rimandare alla musica di Puccini. Quindi un intreccio quanto mai interessante”.

Knaggs, nato negli Stati Uniti nel 1983, conosce sei lingue, ha vissuto in Messico, Nicaragua e Francia e s’interessa di linguistica, interessi che ben si notano in questa opera su Santa Zita in rapporto alla musica. Anche a livello musicale, nell’opera composta per soprano, mezzosoprano, baritono ed ensemble strumentale (clarinetto e clarinetto basso, violino, violoncello e pianoforte), vi è un rapporto stretto e profondo fra tradizione e modernità. I bicordi iniziali, ai violini e violoncelli, sui quali si adagia la melodia del clarinetto sono già significativi di come si svilupperà la partitura, che subito propone una semplice preghiera intonata da Zita con leggerezza. I pizzicati agli archi e il suono di un triangolo, suonato dal pianista, creano un tempo sospeso e meditativo. L’opera sviluppa la narrazione della storia di Zita a casa Fatinelli per giungere fino alle pagine conclusive affidate all’ensemble, rarefatte e simbolicamente allusive al miracolo del pane per i poveri trasformato in fiori per richiamarne con grande efficacia la meraviglia, il portento sovrannaturale, la grazia.

La serata del 30 aprile – che insieme a Zita di Lucca porta in scena Io, Moro (su Aldo Moro) con musica e libretto di Lorenzo Petrizzo e Crucis Verba Lucia Joyce e La danza sull’Ulisse sullo scrittore James Joice (concept e musica: Maria Beatrice Orlando, libretto: Maria Beatrice Orlando e Riccardo Cepach) -, è inserita nel più ampio contesto della settima edizione del Puccini Chamber Opera Festival organizzato dall’associazione Cluster, dalla Puccini International Opera Composition Academy Lucca e dal teatro del Giglio con il contributo delle Fondazioni Cassa di Risparmio e Banca del Monte di Lucca e di Vivi Lucca e la direzione artistica di Girolamo Deraco. Il Festival rappresenta il coronamento degli studi realizzati l’anno precedente, durante il corso internazionale di composizione organizzato anch’esso dalla Cluster e dalla Puccini International Opera Composition Academy Lucca, nel quale confluiscono giovani musicisti provenienti da tutto il mondo e selezionati in base al loro progetto lirico. Questi progetti diventano splendide realtà l’anno seguente sul palco del teatro San Girolamo e del teatro del Giglio, in base a una convenzione firmata tra Cluster e teatro del Giglio che porta in scena opere in prima esecuzione assoluta.

Il Puccini Chamber Opera Festival beneficia del patrocinio del Comune di Lucca e del Miur, Ufficio Scolastico IX oltre alle preziose collaborazioni con l’Accademia dell’opera di Verona, il Conservatorio di Ravenna, la Fondazione Zeffirelli, la Scuola di musica Sinfonia, la Fondazione Scriptorium Foroiulense, Udine Classica, RiMe MuTe, Icne musica e parole per il domani di Ostra, Ema Vinci Records, il Museo Joyce di Trieste.