Anche Lucca piange Michela Murgia, lo scrittore Gargini: “Mancherà una voce di dissenso come la sua”

Lo scrittore lucchese: “Non ho condiviso certi suoi atteggiamenti, ma non potevo non apprezzare la sua l’intelligenza e la forza che ha sempre dimostrato”
“Non potevo non apprezzare la sua l’intelligenza, la perspicacia, la forza che ha sempre dimostrato”. Con queste parole lo scrittore lucchese Marco Vignolo Gargini ricorda Michela Murgia, la celebre scrittrice e attivista stroncata ieri da una malattia.
“Vorrei salutarla e dirle che non ho condiviso certi suoi atteggiamenti (per esempio, la sua battuta sui testi di Battiato mi è sembrata una provocazione completamente sbagliata) e non mi esaltavo per alcuni suoi scritti (Istruzione per diventare fascisti a mio modo di vedere è stata un’occasione persa per affrontare un argomento spinoso). La seguivo nel suo spazio all’interno della trasmissione Quante storie – aggiunge Gargini – e mi è piaciuto il modo con cui ha affrontato Corrado Augias, giornalista troppo spesso autocompiaciuto e convinto dei propri assunti”.
“Ho assistito alla parte finale della sua vita con grande rispetto e tristezza, il suo avvicinarsi giorno dopo giorno all’appuntamento terminale che ci accomuna tutte e tutti purtroppo ha riaperto ferite della mia storia personale, quando m’è toccato fare il countdown in attesa della dipartita di persone a me care – commenta lo scrittore – Ho qui il suo ultimo libro, Tre ciotole, non l’ho ancora letto, lo farò adesso, ma avrei voluto farlo con ben altro spirito. Le vorrei dire che una sua stroncatura di libri pubblicati inopportunamente vale molto di più di certe recensioni-marchette fatte da dilettanti allo sbaraglio che sponsorizzano un amico o un accolito. Ci sono degli spazi (trasmissioni, giornali e riviste cartacee o su web) dove si sente la mancanza di qualcuno che denuncia la pubblicazione di un “libroide”, come lei definiva le operine che dovrebbero restare chiuse nei cassetti o nelle pennette. Sì, in questo nullismo che tutto omologa verso il basso, mancherà una voce di dissenso come la sua, una voce con cui confrontarsi anche polemicamente. Da oggi siamo tutti più poveri. Con tanta stima, un caro saluto”.