Da Costantini a Ennis, gli “artivisti” raccontano la guerra a Lucca Comics

C’è la spaccatura sul patrocinio di Israele ma anche spazio per il dialogo. ‘Un mondo in subbuglio’ questa mattina (2 novembre) all’auditorium di San Romano
Ci sono molti modi per raccontare le guerre. Al plurale perché secondo il rapporto redatto dall’Upssala conflict data program ci sono 170 conflitti in corso. Alcuni di questi sono stati raccontati dalle matite degli “artivisti”, ovvero da quegli artisti che si occupano di diritti umani, questa mattina (2 novembre) all’auditorium del Suffragio per il panel Un mondo in subbuglio, fumetti raccontano la guerra (e la pace) inserito nel programma di Lucca Comics.
Presenti Garth Ennis, Gianluca Costantini, Alec Trenta, Francesca Torre, Margherita Tramutoli, Simonetta Gola e a moderare Marco Rizzo. Assente l’autrice ucraina Olga Grebennik che ha però mandato un video-messaggio per raccontare il suo Diario di guerra, scritto e disegnato durante i bombardamenti russi, mentre si trovava nascosta nel seminterrato insieme ai suoi figli. Immancabile la premessa sulle polemiche legate al patrocinio dell’ambasciata israeliana che hanno accompagnato l’inizio della manifestazione, e la complementare voglia degli intervenuti di esserci per aprire il dibattito su un logo che, per qualcuno, può creare disagio.
“Sono a Lucca per questo incontro, sono a Lucca perché nei locali della chiesa Valdese c’è una mia mostra su Patrik Zaki – ha sottolineato Gianluca Costantini – e sono a Lucca perché non volevo boicottare, ma dialogare. Non sono qui perché sono d’accordo con questo logo, credo sia difficile esserlo, ma allo stesso modo sono dispiaciuto per l’assenza dei due fratelli israeliani Hanuka. Chi lavora per i diritti umani deve difendere tutti, e questo alle volte non è facile. Difendere lo Stato di Israele non è possibile, ma non posso attaccare il popolo israeliano”.
Costantini, attivista e autore di alcuni celebri ritratti come quelli di Patrick Zaki e Giulio Regeni, ma anche di storie complesse come il resoconto illustrato sulla Libia scritto a due mani – e due occhi – con Francesca Mannocchi, ha raccontato di essersi avvicinato al fumetto di realtà dopo un viaggio a Sarajevo, e dopo aver conosciuto Joe Sacco. “Quando vedo i miei disegni alzati nelle piazze di Teheran, o affissi in giro per il mondo – ha detto ancora – allora capisco che il mio lavoro è completo, dato che per me il fumetto deve essere capace di stimolare empatia negli altri”. Proprio per questo Cosentini, negli ultimi mesi, si è occupato di restituire un volto, all’elenco di nomi di giornalisti uccisi in Ucraina, e ai reporter che stanno perdendo la vita nel conflitto in Medio Oriente. “Sono le persone che mi chiedono di disegnare – ha concluso -, sono molto contento di essere diventato una sorta di influencer dei diritti umani”.
E sempre di conflitti ha parlato Garth Ennis, autore di alcune delle più amare e realistiche ricostruzioni delle guerre del passato, che al Suffragio ha raccontato alcuni aneddoti del proprio lavoro, spesso focalizzato su storie piccole e sconosciute, viste attraverso la lente del fumetto anglofono.
Spazio poi a un’anteprima di Lucca Comics. La sceneggiatrice Francesca Torre e la fumettista Margherita ‘LaTram’ Tramutoli, insieme alla direttrice della comunicazione di Emergency Simonetta Gola hanno parlato del nuovo progetto a fumetti sull’Afghanistan, un racconto sull’accesso alle cure tra Kabul e Anabah, dove le autrici hanno trascorso una decina di giorni per raccogliere dal vivo la testimonianza delle donne. È infatti alla matita delle due attiviste transfemministe che l’associazione umanitaria – da anni presente nel Paese – ha voluto assegnare il delicato compito di trasmettere una condizione, quella delle donne, che sempre più con il ritorno dei talebani, come ha spiegato Gola, si vedono negate, anche il diritto alla cura.
Alec Trenta ha invece parlato del suo adattamento dello storico Libro della pace di Bernard Benson, un classico del pacifismo ora trasformato in libro illustrato a colori.




