Elisa True Crime si racconta al Lucca Comics: “Vorrei approfondire il caso Orlandi”

3 novembre 2023 | 18:12
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Elisa True Crime si racconta al Lucca Comics: “Vorrei approfondire il caso Orlandi”

L’intervista alla famosa youtuber: “Non voglio che le vittime siano ricordate solo come pagine di cronaca nera, sento sempre di dover provare ad arrivare all’origine del male”

Nell’ottobre 2020 ha aperto un canale YouTube per raccontare storie di cronaca nera, crimini irrisolti e inquietanti scomparse. È Elisa De Marco, nota al grande pubblico come Elisa True Crime, e dopo essere stata applaudita ieri sera (2 novembre) dal numeroso pubblico di Lucca Comics & Games riunito nella chiesa di San Francesco, si è concessa oggi per un’intervista esclusiva.

L’idea di aprire il tuo canale è nata in piena pandemia, mentre vivevi in Cina. Senza il lockdown oggi non ci sarebbe nemmeno Elisa True Crime?
“Trovarmi a Shangai, lontana dalla mia famiglia e dai miei affetti, in un momento così delicato come quello della pandemia di Covid-19, ha senz’altro dato una spinta significativa all’idea del canale. In realtà, però, hanno contribuito più fattori: in quel momento ero senza lavoro e più libera da pensieri intrusivi come ‘ma chi te lo fa fare, non interessa a nessuno, è una perdita di tempo’. Ho sentito meno il giudizio grazie alla lontananza, mi sentivo allineata a quello che stavo facendo e forse è proprio per questo che ha funzionato”.

Sono oltre 900mila gli iscritti al canale Elisa True Crime. È un pubblico esigente?
“Moltissimo, e ne ho grande rispetto. Imparo molto dai commenti, dai suggerimenti, dalle richieste delle persone che seguono i casi che propongo ogni lunedì. Cerco di ripagare la fiducia ricevuta con tanto studio e approfondimento. È così che passo le mie giornate, leggendo libri sui casi, guardando documentari, cercando in rete gli atti dei processi. All’inizio andavo a braccio seguendo un canovaccio e poi, via via che è cresciuta l’esperienza, si è raffinato il metodo e ho iniziato a sentire un grande senso di responsabilità verso le storie trattate e verso il mio pubblico. Oggi l’accuratezza della ricerca, la coerenza delle informazioni e la semplicità del linguaggio sono le cifre distintive, credo, del mio lavoro”.

Ti è mai successo di ricevere insulti, commenti negativi o minacce?
“Le minacce non le ho mai prese sul serio, mentre i commenti brutti non è facile farseli scivolare addosso. Alcune critiche pesanti hanno provato a rovinarmi la giornata ma mi sono sempre trattenuta dal rispondere per le rime. Mi sono data una regola: prima rispondo ai commenti positivi, poi penso agli altri. E questo non perché non accetti le critiche, anzi, quando sono costruttive sono una via per imparare qualcosa di importante e migliorarsi. Mi riferisco alle critiche feroci, personali, anche crudeli se vogliamo: ecco, mi sono detta che non sarebbe giusto dedicare tempo a rispondere a chi mi offende e ignorare chi mi scrive qualcosa di bello”.

Per esempio, cosa ti è stato detto di bello nei tanti commenti ricevuti?
“Alcune persone si sentono accompagnate dalla mia voce, sono divenuta una di famiglia per loro. Altre, invece, hanno riconosciuto di essere dentro a relazioni tossiche o pericolose grazie alle storie che ho raccontato, e hanno trovato la forza di uscirne cogliendo i campanelli di allarme”.

Hai a che fare con materiale cupo, psicologicamente pesante. Come ti proteggi?
“Quando ho iniziato ad approfondire le storie che racconto avevo già iniziato il mio personale percorso di psicanalisi ed è stato un bene perché mi sono resa conto immediatamente quanto fosse importante rimanere centrati quando ci si immerge in vissuti di violenza e orrore. In un modo o nell’altro ti rimangono addosso, ti immedesimi. A fine giornata ho bisogno di ‘sciacquarmi il cervello’, come scherzosamente dice mio marito, di staccare la spina e fare anche cose stupide per depotenziare il carico emotivo dei casi che affronto”.

Oltre ai casi di true crime tratti, in brevi parentesi, anche storie che hanno a che fare col paranormale. Da dove nasce questa passione?
“Fin da molto piccola, oltre a Chi l’ha visto? con mia mamma, guardavo film horror. Mi è sempre piaciuto spaventarmi da sola (ride, ndr) e il film che più mi ha segnata è stato The Grudge, rigorosamente l’originale giapponese. Così ancora oggi quando trovo casi inspiegabili che mi affascinano sento di volerli raccontare e lo faccio. Nel mese di ottobre tutti i venerdì sono usciti video con questo tema sul mio canale, c’è anche un caso di presunta reincarnazione che mi ha commossa”.

C’è un caso sul quale vorresti tornare sopra?
“Sì, la scomparsa di Emanuela Orlandi. Questo è un caso che mi ha accompagnata per tutta la vita, che riunisce tante ingiustizie e, ancora oggi, tanti misteri. Mi piacerebbe trattarlo di nuovo, approfondire i tanti aspetti che tingono di giallo questa storia, e vorrei farlo con la collaborazione del fratello di Emanuela”.

E un caso che non hai trattato perché troppo duro da affrontare?
“No, ci sono dei casi in stand by, ma solo perché richiedono più tempo per essere approfonditi o per coinvolgere le persone che li hanno vissuti direttamente. A uno, per esempio, sto lavorando da un anno. Non voglio che le vittime siano ricordate solo come pagine di cronaca nera e dei killer trovo interessante la loro infanzia, la loro vita precedente al crimine, più del crimine in sé. Sento sempre di dover provare ad arrivare all’origine del male”.

Che consiglio daresti a chi volesse percorrere la tua stessa strada ma ne avesse timore?
“Sii coerente con quello che senti nella pancia, perché la pancia non mente mai. Sii fedele a te stesso, fidati di chi ti vuole bene e di chi ti conosce perché conosce il tuo istinto e saprà averne rispetto. Io ho iniziato a coltivare questo sogno quando guardavo Blu Notte di Carlo Lucarelli, ma non lo sapevo. Non pensavo che avrei potuto farlo anch’io e poi i tempi sono diventati maturi da soli… e siamo qua. Ringrazio mia madre e mio marito per avermi sempre supportata e incoraggiata prima ancora che questa passione diventasse un lavoro“.

Elisa True Crime è anche un podcast, prodotto da Onepodcast e disponibile su tutte le principali piattaforme di streaming audio.