I cosplayer non hanno dubbi: “Body shaming e discriminazioni? Siamo il miglior antidoto”
Gaia Giselle: “Anch’io a inizio carriera ho subito cyberbullismo ma questo hobby mi ha reso più sicura di me e del mio corpo”
Sono simpatici, colorati, irriverenti e rappresentano i nostri eroi di cartoni animati, fumetti e videogames. Sono i cosplay, diventati negli anni delle vere e proprie attrazioni per Lucca Comics & Games. Dietro ogni abito c’è un attento lavoro di sartoria e arte, hanno una gran cura dei dettagli e interpretano i loro personaggi preferiti con gesti e slogan.
Oggi il cosplay è un fenomeno in continua espansione e può diventare anche un mezzo terapeutico e di socializzazione, grazie alla sua community di appassionati che partecipa a fiere ed eventi e con cui condividere le proprie passioni, per fumetti, cartoni, videogame e altre forme di intrattenimento.
Stamani (4 ottobre) nella cappella Guinigi nel complesso di San Francesco, quattro tra i più famosi cosplayer della manifestazione hanno condiviso le loro storie personali raccontando come il cosplay è diventato per loro uno strumento contro il body shaming, bullismo e discriminazioni di genere.






“Oggi si parla di discriminazione e inclusione sociale, vogliamo mandare dei messaggi importanti e di grande attualità – dice Francesca Feramis Giovacchini -. Il cosplay è un hobby e come tutti gli hobby può unire e dividere”.
Durante il panel, Gaia Giselle, Ciro Nennella, Francesca “Feramis” Giovacchini e Arsenio “AJ”, hanno raccontato la loro esperienza nella comunity dei cosplayer e del cyberbullismo subito all’inizio della loro carriera.
“Quando era più piccola, come tutte le persone ero insicura ed in particolare non apprezzavo il mio fisico e preferivo coprirmi con dei vestiti – racconta Gaia Giselle -. Quando ho iniziato con il cosplay, ho cercato di espormi di più, questo hobby mi ha reso più sicura di me e del mio corpo e ho iniziato postare delle foto, cosa che non facevo da quando avevo 12 anni. Quando l’ho fatto ho visto che molte presone commentavano prendendomi in giro e facendo un vero e proprio cyberbullismo. Purtroppo queste cose capitano e non sono la sola a cui è accaduto”.