Guida osterie d’Italia 2024, tre nuove ‘chiocciole’ in provincia di Lucca

A conquistare il riconoscimento Slow Food sono Quinto Quarto di Camaiore, la locanda agricola Posapiano di Montecarlo e Peposo di Pietrasanta
La Toscana si conferma ancora una volta terra di tradizioni enogastronomiche e attenzione ai principi della sostenibilità. Lo dimostrano i numeri della Guida osterie d’Italia 2024 presentata oggi (16 novembre) al consiglio regionale della Toscana.
Evento promosso dal consigliere regionale Marco Landi alla presenza del vicepresidente del senato Gian Marco Centinaio, e del presidente del consiglio regionale Antonio Mazzeo. Per quanto riguarda la ristorazione, sono 136 le osterie in guida di cui 13 novità e 28 Chiocciole, incluse le 5 nuove. Oltre a questo 53 bottiglie e 12 Bere Bene (il riconoscimento assegnato alle bevande non enologiche): questi i numeri della regione nella nuova edizione di Osterie d’Italia, lo storico sussidiario del mangiarbere all’italiana di Slow Food Editore.
La provincia con più nuovi ingressi è Firenze (ben 5) di cui 3 nella città stessa, mentre Lucca e Siena sono le provincie con più chiocciole.
Giunto alla trentaquattresima edizione questo compendio ineludibile racconta la ristorazione italiana più autentica e di qualità. In Toscana sono 22 i collaboratori della fitta e capillare rete nazionale che si occupa di recensire e contribuire alla mappatura del territorio per questo specifico segmento di ristorazione che si riconferma ancora in ottimo stato di salute.
“Le ‘osterie slow’ – sottolinea Francesca Mastrovito, uno dei curatori nazionali della guida durante la presentazione -, sono quelle che meglio rappresentano quella proposta gastronomica tipica che si indentifica con la regione e che offrono ai fornelli una costante valorizzazione dei prodotti della biodiversità e della sostenibilità del territorio”.
“Questa è infatti la cucina che racconta la storia dell’accoglienza di un territorio, della sua cultura gastronomica e dei suoi ingredienti più genuini e sostenibili. Un racconto della toscanità – chiosa Francesco Tapinassi – che trova nell’enogastronomia un volano importante di promozione della Regione, su cui lavoriamo con Vetrina Toscana”.
Tra le novità dei chiocciolati di quest’anno “ci sono anche locali segnalati negli inserti della Guida, ovvero quei locali la cui offerta e impostazione sono interpreti di una tradizione gastronomica locale, rintracciabile – ai livelli di eccellenza assoluta – esclusivamente nella regione di appartenenza”, commenta Francesco Ranzani coordinatore regionale della Guida. Da non dimenticare, a completamento di uno spaccato regionale così dettagliato, l’inserto tutto toscano dedicato ai Trippai, peculiarità della regione che per la prima volta in assoluto quest’anno può vantare la chiocciola con Leonardo Torrini. Le altre chiocciole sono: Quinto Quarto di Camaiore (Lu); Locanda Agricola Posapiano di Montecarlo (Lu); Peposo di Pietrasanta (Lu); Il Cappello di Paglia di Anghiari (Ar).
A chiusura della presentazione in Consiglio Regionale alcuni piatti in degustazione fra cui una zuppa Slow Beans fatta in Cassetta di Cottura dalla trattoria Il Grillo è Buoncantore di Chiusi (Si), pani e lavorati da forno con grani antichi e lievito madre del Forno La Torre di Pelago, Lampredotto con cavolo nero e cannellini di Leonardo Torrini, assaggi di Tarese del Valdarno (Presidio Slow Food) della macelleria Sani, e i vini dell’azienda agricola La Querce di Impruneta che ha proposto del Chianti Colli Fiorentini.
I commenti
“L’osteria è un luogo tipico della Toscana – ha detto Antonio Mazzeo presidente dell’assemblea toscana – dove stare bene e andare con la propria famiglia e in questa guida si vede la forte presenza della Toscana con 136 osterie, 28 chiocciole che danno il senso della capacità di questo territorio di offrire prodotti enogastronomici sostenibili, lavorare sulla biodiversità; in questi settori si è già fatto tanto , ma si continua a impegnarsi perché in questi campi la toscana vuol continuare ad emergere, cultura e innovazione possono andare di pari passo”.
“Un piacere promuovere in questa sede prestigiosa la Guida nazionale delle Osterie d’Italia – ha detto Marco Landi portavoce dell’opposizione – un presidio importante nella nostra regione per valorizzare chi lavora con qualità e a favore della sostenibilità ambientale, che si rapporta con la qualità del cibo del nostro territorio che ha una valenza incredibile. Un ringraziamento sentito a chi ha redatto questa guida e a chi lavora ogni giorno per preparare cibi unici e che deliziano il nostro palato. Sarebbe importante istituire un albo regionale per la valorizzazione dei nostri prodotti tipici”.
“Nell’anno in cui come sistema paese proponiamo all’Unesco la cucina italiana come patrimonio mondiale dell’umanità – ci ha detto Gian Marco Centinaio vicepresidente del Senato – diventa fondamentale continua a proporre, come fa questa guida, la qualità e le tradizioni della nostra cucina abbinandoli ai territori, di conseguenza abbinare l’agroalimentare al turismo. Le osterie rappresentano qualità di altissimo livello legate ai territori di provenienza, non c’è una osteria uguale all’altra, sono tutte diverse legate a singole famiglie, al territorio e alla qualità dei prodotti locali”.
“Abbiamo un numero record di osterie recensite – ha detto Francesca Mastrovito curatrice nazionale – e di chiocciole attribuite non perché siamo di manica larga, ma perché l’attenzione dei ristoratori alla qualità e al territorio è sempre maggiore, esiste sempre una crescente sinergia con la comunità che va raccontata e premiata. Cerchiamo quei luoghi dove si mangia bene e dove l’accoglienza è un valore primario. Tra l’altro premiamo alcune specificità regionali come quella del trippaio fiorentino Leonardo Torrini. La cosa bella è che molti dei nuovi ingressi nella guida sono gestiti da giovani che arrivano da esperienze diverse”.
“Si viene in Toscana per mangiare e stare bene – ha ricordato Gianrico Fabbri presidente Slow Food Toscana – e i locali della guida sono molto accoglienti, i ristoratori hanno a cuore il loro territorio e la sua sostenibilità, promuovono i prodotti gastronomici della loro zona e quindi realizzano una vera operazione culturale”.
“La collaborazione con Slow Food è importante – ha detto Francesco Tapinassi direttore di Toscana promozione turistica – per far conoscere anche all’estero la qualità dei nostri prodotti e attraverso eventi, come Vetrina Toscana, lanciare un’immagine della nostra regione legata alla qualità. Il nostro progetto è diventato un modello nazionale e molti ristoratori anche fuori dalla regione vogliono aderire alla nostra iniziativa, per promuovere le loro attività”.
La guida
Osterie d’Italiaè un viaggio nella ristorazione italiana più autentica, raccontata tramite le visite e le recensioni di oltre 230 collaboratori. 1752 locali segnalati tra osterie, agriturismi, enoteche con cucina e ristoranti, 311 indirizzi premiati con la Chioccola per l’ambiente, la cucina e l’accoglienza in sintonia con i valori di Slow Food. 16 inserti dedicati a realtà la cui offerta e impostazione sono interpreti di una tradizione gastronomica locale, rintracciabili esclusivamente nella regione di appartenza.151 locali premiati con il Bere Bene, un riconoscimento per la curata selezione di bevande: birre artigianali, succhi, infusi, cocktail e distillati; 488 locali premiati con la Bottiglia per la curata selezione di vini.