L’emigrazione lucchese nel Michigan nel nuovo libro di Franchi: sarà presentato a Villa Basilica

Appuntamento domani (18 novembre) alle 15 alla scuola primaria Salvo d’Acquisto
Il nuovo libro di Nicoletta Franchi Le miniere del Michigan: tra speranza e miseria. L’emigrazione toscana nel Copper Country tra Ottocento e Novecento, edito dalla Fondazione Paolo Cresci, sarà presentato a Villa Basilica, alla scuola primaria Salvo d’Acquisto domani (18 novembre) alle 15.
Il volume, frutto di una ricerca originale negli archivi del ministero degli affari esteri e negli Stati Uniti, si concentra sulla miserevoli condizione degli emigranti italiani e ripercorre la storia di una vicenda dolorosa, una strage durante una festa di Natale, divenuta poesia in musica ad opera di uno dei più importanti folk singer della storia musicale americana Woody Guthrie. Alla presentazione, curata dal direttore della Fondazione Paolo Cresci, Pietro Luigi Biagioni, parteciperà anche l’autrice.
“Non fu certo il ‘vezzo’ di emigrare (come aveva asserito un sindaco della Lucchesia ai primi del ‘900) a portare migliaia di toscani, principalmente lucchesi, nella regione delle miniere di rame della Penisola Superiore del Michigan, un’area isolata, battuta dai venti artici, ma in forte espansione per le risorse naturali di cui era ricca, tanto che alla fine dell’800 copriva metà del fabbisogno di rame degli interi Stati Uniti d’America – ricordano i promotori -. Tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento vi si recarono molti immigrati richiamati da amici e conoscenti per la grande disponibilità di occupazione nelle miniere, ma all’oscuro delle condizioni di lavoro e dei pericoli che li aspettavano. Qui venivano destinati alle attività più pericolose poiché, – come testimoniato da un compagno minatore – , essi lavorano ben più che gli americani ed inglesi, continuamente esposti a pericolo di morte o di gravi infermità. Queste pessime condizioni di sicurezza, unitamente alle rivendicazioni per i miseri salari, spinsero la gran parte dei minatori ad associarsi in sindacati e a società di mutuo soccorso (tra cui alcune specificatamente dei lavoratori della Toscana) create con l’intento di provvedere economicamente alle famiglie in caso di malattia o morte per cause di lavoro del socio”.
Il volume, con l’inserimento di molti documenti originali e inediti, ripercorre la storia di questa peculiare catena migratoria: dai motivi che portarono ad abbandonare “la ridente Toscana”, alla nascita di una solidale comunità, alle complesse vicissitudini e al ruolo degli italiani nel processo di sindacalizzazione di tutta l’area. Una parte significativa dello studio è dedicato al famoso sciopero indetto nel 1913-1914 e tristemente ricordato per la tragedia alla Italian Hall di Calumet, la principale cittadina dell’area mineraria, centro di aggregazione degli emigranti italiani. La vigilia di Natale, nel corso della festa organizzata per i figli degli operai in sciopero, qualcuno, probabilmente su indicazioni delle società proprietarie delle miniere, gridò “al fuoco, al fuoco” provocando una ressa per abbandonare l’edificio che si concluse tragicamente provocando la morte di 73 persone, la maggior parte bambini.
Questa triste vicenda si inspirò la composizione di 1913 Massacre – Lyrics del cantante folk Woody Guthrie, una dei più importanti nella storia musicale americana, al quale si sono inspirati anche Bod Dylan, Joan Baez e Bruce Springsteen.