Prosegue al museo Athena la mostra ‘La storia in soffitta’

28 gennaio 2024 | 22:56
Prosegue al museo Athena la mostra ‘La storia in soffitta’

L’allestimento prevede 18 pannelli e oggetti della memoria familiare raccolti da ragazze e ragazzi della ex 3E della secondaria di primo grado Nottolini di Lammari

Continua la mostra La Storia in Soffitta ai locali del museo Athena di Capannori.

L’allestimento prevede 18 pannelli e oggetti della memoria familiare che le ragazze e i ragazzi della ex 3E della scuola secondaria di primo grado Nottolini di Lammari hanno scoperto nelle loro soffitte di famiglia e che nell’anno scolastico 2022/2023 hanno concretizzato in un progetto di memoria storica.

Un lavoro di coprogettazione che ha coinvolto le ragazze e i ragazzi, il professor Enea Nottoli, la professoressa Simona Sarti, la pedagogista Valeria Bonetti, Eleonora Pollacchi del servizio Civile, l’associazione Ponte, la Public History in special modo nelle persone del professor Luca Bravi e Stefano Oliviero, le volontarie e i volontari dell’Anfass al museo, l’amministrazione comunale e naturalmente l’istituto comprensivo Ilio Micheloni di Lammari.

Il percorso è nato quasi per caso, per avvicinare le studentesse e gli studenti alla storia del Novecento attraverso una narrazione nuova e diretta; il focus è incentrato sul fare storia partendo dal micro ovvero le esperienze vissute in famiglia per arrivare al macro, cercando di fissare alcuni aspetti importanti e necessari alla comprensione del contesto storico più ampio.

Nel farsi della ricerca alla fine della prima fase sono emersi oggetti, testimonianze e documenti che hanno raccontato narrazioni diverse ma che alla fine avevano sempre un filo conduttore comune: le vicende dei nonni e dei bisnonni tra le due guerre mondiali, la cultura contadina, la fame, la morte e la sopravvivenza. Questo materiale è stato utilizzato per partecipare al convegno nazionale della Public History di Firenze il 6 giugno del 2023 presso i locali dell’università di Firenze è stato esposto.

L’esperienza a questo punto ha continuato ad aprirsi a nuove possibilità, convinti che potesse essere una buona occasione per costruire un ponte tra la didattica tradizionale e un nuovo percorso sperimentale, in grado di avvicinare i giovani ad una materia da sempre ritenuta ostica e poco affascinante. Da qui è nata l’idea di organizzare una mostra e di strutturare dei pannelli che raccontassero il percorso storico ed emozionale di chi quel percorso lo aveva compiuto. L’aiuto di una pedagogista ha permesso di approfondire l’aspetto emotivo ed empatico della ricerca e rendere ancor più veri ed efficaci i lavori di ricerca.

Un approccio basato sul dialogo e la riflessione che ricorda il metodo maieutico di Socrate che ha fatto emergere due punti fondamentali, maturare in ognuno la conoscenza e generare empatia su ciò che è stato ascoltato e osservato per arrivare alla consapevolezza. A tal ragione il docente non trasmette il contenuto ma funge da guida, provocando domande, assumendo la postura “so di non sapere”, poiché si tratta di indagare una dimensione micro ovvero le storie familiari. In ogni pannello viene riportata dallo studente una citazione, ascoltata dalla voce dei testimoni o ritrovata nei documenti scritti, accompagnata dall’interpretazione dello studente curatore.

La mostra, i pannelli sono solo un punto di partenza di questa esperienza e non un punto d’arrivo. Sono la possibilità di aprire nuove porte verso lo studio della storia e verso una didattica condivisa e partecipata, mettendo in campo competenze diverse che intrecciandosi tra di loro creano nuove sinergie.

Far toccare con mano la storia vuol dire farla vivere direttamente, capirla e renderla concreta. Indagare sul campo è oggi una condizione necessaria perché l’utenza è cambiata ed ha nuove esigenze.

Il progetto che l’istituto comprensivo Ilio Micheloni vuol portare avanti è proprio questo e ha come scopo di rendere proattivi le ragazze e i ragazzi della loro storia.

“Rendere le ragazze e i ragazzi protagonisti. Accompagnarli nella conoscenza e nell’acquisizione di concetti che spesso risultano troppo astratti sui libri di testo. Infondere in loro la curiosità di scoprire partendo proprio dalla soffitta di casa propria, dalla storia delle proprie famiglie. Molto spesso – continua il professor Enea Nottoli – i nonni o i bisnonni non raccontano e gli oggetti sono solo dei semplici soprammobili. Queste studentesse e questi studenti hanno invece dato voce ad una storia silenziosa, conoscendo le proprie radici anche in modo empatico. Porteranno dentro di loro i fatti ma anche le emozioni”.

Il progetto ovviamente continuerà ed è la dimostrazione che la scuola può sperimentare, proporre nuove prospettive e soprattutto diventare un laboratorio di ricerca storica dove le diverse competenze, degli adulti e dei ragazzi, possono essere generative.