La violenza sulle donne in 36 scatti: a palazzo Ducale la mostra fotografica ‘è colpa mia’
Un’idea nata da Samuele Cosentino e Silvia Pacini degli Orti di via Elisa e da Paola Marchini di Fuorisede. Porte aperte dal 29 marzo al 7 aprile
Una mostra fotografica ‘disturbante’ sul tema della violenza sulle donne. Dopo le istituzioni e la scuola anche il mondo dell’impresa decide di ‘metterci la faccia’ e scendere in campo, in prima persona, per sensibilizzare sulle questioni di genere. È colpa mia– che sarà allestita in sala Tobino a palazzo Ducale dal 29 marzo al 7 aprile – è un viaggio attraverso i volti di 36 donne e uomini immortalati dall’obiettivo di Marco Pignatelli e esibiti in un percorso sonoro immersivo interpretato da Jam Academy, arricchito di testi e citazioni. Il tutto curato dal designer Domenico Raimondi.
Un’idea nata da Samuele Cosentino e Silvia Pacini degli Orti di via Elisa e Paola Marchini di Fuorisede che subito ha trovato l’adesione di tante realtà associative e imprenditoriali del territorio, trovando casa nei palazzi della Provincia. Una sinergia inedita tra pubblico e privato che ha preso forma dall’esigenza di stimolare quel cambio di paradigma che tende a vedere la violenza come un qualcosa lontano da noi. Ma il titolo è colpa mia, oltre a chiamare in causa le responsabilità di ognuno di noi, rispecchia anche la frase che le donne dicono arrivando al pronto soccorso con addosso i segni della violenza, come ha ricordato la responsabile del codice rosa Piera Banti parlando di esperienze che si ripetono da una fino a due volte al giorno, solo sul territorio. Numeri che hanno colpito nel profondo e spinto ad agire Samuele Cosentino.
“È ascoltando questi dati allarmanti qualche tempo fa che ho sentito l’esigenza di intervenire sul tema della violenza sulle donne – ha spiegato uno dei patron degli Orti -. Con è colpa mia vogliamo stimolare la riflessione a partire da un punto diverso: io ho fatto tutto il possibile? La colpa è una grande assunzione di responsabilità, e come tale ha bisogno dell’elemento disturbante per essere ‘accolta’. Per questo abbiamo voluto realizzare una mostra che invitasse a uscire dalla confort zone, che scomodasse gli animi e perché no, facesse perfino venire voglia di uscire dalla stanza. Appena avuto chiaro dove volevamo andare abbiamo chiesto il supporto di altre realtà del territorio, imprenditoriali e non, ottenendo subito un riscontro positivo”.
“Abbiamo subito abbracciato il progetto della mostra che inaugura sabato – ha detto la consulente per la Provincia in materia di pari opportunità Maria Teresa Leone – in quanto siamo convinte che sia un momento in cui si deve parlare del problema della violenza di genere, ma che lo si debba fare in maniera non convenzionale. Cosa significa? Che non possiamo né dobbiamo parlarne tra di noi, mantenendo il dibattito come fosse un problema che riguarda solo una fetta di popolazione. Per contro, dobbiamo coinvolgere tutti nel dibattito, uomini e donne. Anzi, è nostra ferma convinzione che proprio gli uomini siano i primi da portare all’interno di ogni iniziativa: in questo modo si può pensare a un vero cambiamento della cultura patriarcale che, a volte in maniera evidente, a volte in maniera nascosta, continua a dominare nella nostra società. La mostra che presentiamo oggi va sicuramente in questo senso, utilizzando un mezzo di grande impatto emotivo, come la fotografia che riesce a parlare veramente a tutti. Per questa ragione, l’augurio che facciamo a tale iniziativa è quello di avere un altissimo numero di visitatori e, quindi, contribuire a quel cambiamento di mentalità di cui sentiamo urgenza”.
Una panchina rossa, simbolo della memoria delle vittime di femminicidio, darà ai visitatori la possibilità di essere protagonisti di questo cambiamento. Su questa panchina chiunque potrà scattarsi una polaroid e attaccarla alla ‘bacheca degli impegni’ come gesto di presa di responsabilità e come impegno ad essere in prima persona motore di un cambiamento oggi più che mai necessario.
La mostra sarà aperta dal martedì al sabato dalle 10 alle 19, la domenica dalle 16 alle 19 (lunedì chiusa) e l’ingresso è libero.
I partner
I partner del progetto sono: Thesignlab, Fuorisede, Allestend, Paolini centro stampa, Bellandi e Petri, Jam Academy e Salamini. Le associazioni del territorio che hanno dato il loro contributo con testi, idee, supporto ed entusiasmo sono invece Luna, La Città delle donne, Astrea, Maschile Plurale Lucca, Terziario donna Confcommercio. E infine le istituzioni coinvolte: Regione Toscana, Provincia di Lucca, Comune di Lucca, Comune di Capannori, Commissione pari opportunità Provinciale, del comune di Lucca e del Comune di Capannori.

