Il ribelle, alla biblioteca popolare di San Concordio il nuovo romanzo di Lamberto Giusti

22 aprile 2024 | 12:39
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Il ribelle, alla biblioteca popolare di San Concordio il nuovo romanzo di Lamberto Giusti

L’appuntamento è per l’8 maggio

Alla biblioteca popolare di San Concordio si presenta il nuovo libro di Lamberto Giusti dal titolo Il ribelle edito da LifeBooks. L’appuntamento è per l’8 maggio. Si tratta di un romanzo storico basato su una storia vera verificatasi durante il periodo coloniale italiano in Libia.

Siamo nel 1931 e Guido Bastioni è un funzionario dell’amministrazione coloniale italiana in Libia. Lavora come traduttore al tribunale di Bengasi, capoluogo della Cirenaica, dove vive con la sua famiglia. E’ un bravo funzionario, molto capace nel suo lavoro tanto da essersi guadagnato la qualifica di ‘traduttore capo di prima classe’ ma non è un fascista convinto anzi, è molto critico con gli atteggiamenti che il regime ha assunto mentre sta cercando di regalare al re il suo impero coloniale.

La vita di Bastioni e della sua famiglia a Bengasi si svolge senza particolari scossoni, nonostante i fermenti causati dalle operazioni militari compiute dall’esercito italiano, impegnato a reprimere la resistenza esercitata dai libici all’occupazione. Tutto però cambia quando viene catturato il capo dei ribelli, Omar al-Mukhtar, per il quale viene inscenato un processo farsa per dimostrare la capacità del fascismo di reprimere gli oppositori, che siano in Patria come nelle colonie.

Guido viene incaricato di seguire il processo nel suo ruolo di traduttore ma anche nel tentativo di convincere il capo ribelle a collaborare con le autorità italiane. La scelta è caduta su Bastioni invece che sugli uomini del Servizio informazioni militare perché il funzionario è nato a Beirut, quando la città era ancora siriana, da genitori italiani. Il padre era ingegnere e aveva lavorato per molto tempo in Medio Oriente e in Africa nella costruzione di ferrovie e nel suo girovagare aveva sempre portato con sé la sua famiglia. Guido aveva perciò imparato a conoscere il mondo arabo e la popolazione dei luoghi in cui aveva vissuto e per questo motivo era stato ritenuto in grado di potersi guadagnare la fiducia del leader appena catturato.

Le cose però vanno in modo diverso da quanto si aspettavano le autorità della colonia, perché Guido viene colpito e affascinato dalla personalità del capo ribelle, arrivando a comprenderne pur non giustificandole le azioni contro il governo coloniale. Per alcuni giorni Bastioni andrà in carcere a parlare con al-Mukhtar il quale comprende di avere di fronte a sé un italiano diverso da quelli che lo hanno perseguitato e di conseguenza si aprirà con lui, raccontandogli la sua storia personale e quella della rivolta degli arabi, nel tentativo di lasciare una memoria che non venga inquinata dalla retorica fascista. Nei pochi giorni che precedono il processo e l’esecuzione della condanna a morte comminata a Omar al-Mukhtar il dialogo che si verifica tra due persone così diverse tra loro scatenerà in Guido Bastioni una tempesta di sensazioni contrastanti, gettandolo in una situazione di crisi umana e morale molto difficile da sopportare.

Dopo la morte per impiccagione del ribelle libico la vicenda si sposta avanti nel tempo, al 1941, quando durante la seconda guerra mondiale gli inglesi conquistano Bengasi, costringendo Guido Bastioni e la sua famiglia a lasciare la Libia per ritornare in Italia.