Dal Bauhaus all’Italia, apre le porte la retrospettiva sull’artista europeo Otto Hofmann

La mostra sarà visitabile da domani (3 maggio) al 14 luglio e raccoglie circa centotrenta opere - anche inedite - del pittore, ceramista, designer e insegnante di accademia

Centotrenta opere per ripercorrere la storia di Otto Hofmann a distanza di quindici anni dall’ultima esposizione in Italia. Apre le porte domani (3 maggio) nelle sale del complesso di San Micheletto la retrospettiva dedicata all’artista tedesco che ha percorso buona parte del Novecento. Un’opportunità per approfondire l’astrattismo ma non solo attraverso i diversi linguaggi utilizzati da Hofmann nel corso della sua vita, connotata da periodi bui come la lunga prigionia in Russia, ma anche da momenti felici, come gli ultimi venti anni trascorsi in Liguria – dove è morto nel 1996 -, come ha ricordato questa mattina (2 maggio) la seconda moglie Marianne Oswald Hofmann, venuta da Berlino a Lucca per l’apertura della mostra.

mostra otto hofmann

L’esposizione, che rimarrà visitabile fino al 14 luglio, si apre con le opere realizzate al Bauhaus, dove Hofmann fu allievo di Klee, Kandinskij, Albers, Schlemmer, Schmidt, Meyer e Scheper e dove nel 1930 fu allestita una sua personale di dipinti e disegni. In mostra saranno anche esposti i quaderni illustrati delle lezioni tenute da Klee e Kandinskij tra il 1928 e il 1930, e una documentazione in anastatica delle corrispondenze dei suoi maestri e del diploma che consegui nella scuola fondata da Gropius.

Arruolato forzatamente nelle truppe della Wehrmacht, Hofmann fu inviato in Russia, dove restò poi prigioniero fino al 1946. Questo difficile periodo (1940-1946) è rappresentato con una serie di preziosi acquerelli, in buona parte inediti, eseguiti sulle lettere inviate alla moglie e agli amici, e con una serie di toccanti fotografie.

Sono inoltre esposte sia le opere realizzate nell’immediato dopoguerra al suo ritorno in Turingia dalla Russia, in un clima di sofferenza a causa delle crescenti divergenze di ordine politico con la nuova classe dirigente comunista, sia quelle eseguite quando riprese la carriera di pittore, ceramista, designer e insegnante di accademia, alternando lunghi soggiorni in Belgio, Francia e Italia. È anche possibile osservare la sua attività nel campo della grafica tramite xilografie e litografie realizzate nella seconda metà degli anni Quaranta.

Infine, la mostra dedica ampio spazio alle opere eseguite durante il soggiorno ventennale di Hofmann a Pompeiana, nella quiete dell’entroterra ligure, dove visse i suoi ultimi anni, a conclusione di un percorso caratterizzato dalla continua ricerca di tecniche artistiche differenti. Le opere di quel periodo, pur sempre astrattiste, sono ispirate dalla luce e dal paesaggio ligure.

“La Fondazione Ragghianti organizza una retrospettiva su Otto Hofmann, un artista cui da circa quindici anni non era dedicata una mostra nel nostro Paese, e che consente di approfondire le caratteristiche dell’astrattismo, che, come scriveva Kandinskij, ‘è la più difficile tra tutte le arti’ – ha commentato Paolo Bolpagni, direttore della Fondazione Ragghianti e co-curatore della mostra -. Studiare la figura di Hofmann fornisce inoltre l’occasione di parlare di quello straordinario laboratorio della modernità che fu il Bauhaus. Nell’ottica di studio e approfondimento che da sempre contraddistingue la Fondazione Ragghianti, saranno esposte numerose opere e documenti inediti, in particolare relativi al periodo in cui frequentò il Bauhaus, come i suoi quaderni di appunti delle lezioni di Kandinskij e Klee, e il rarissimo diploma, oggetti di studio di grande valore”.

“Molte e preziose – aggiunge Giovanni Battista Martini, co-curatore della mostra – anche le testimonianze inedite del periodo che Hofmann trascorse in prigionia in Russia, acquerelli caratterizzati da un’inaspettata esplosione di colore, che, oltre al significato di documentazione storica e al contenuto estetico, portano alla luce l’aspetto più profondamente umano dell’artista”.

Per l’occasione è realizzato un catalogo in italiano (Edizioni Fondazione Ragghianti Studi sull’arte) contenente le riproduzioni di tutte le opere esposte, immagini di fotografie, documenti, i testi dei curatori e un contributo della critica e storica dell’arte Chiara Gatti. La mostra è organizzata dalla Fondazione Ragghianti con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca e il supporto di Banco Bpm, da sempre impegnate nel sostenere la cultura. L’esposizione è visitabile dal martedì alla domenica dalle 11 alle 19, al costo di 5 euro, 3 il ridotto.

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