Sigfrido Ranucci premiato al Festival della Sintesi: “Difficile fare inchiesta in Italia e in Europa, 5 giornalisti uccisi in pochi anni”

20 giugno 2024 | 12:31
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Il giornalista si scaglia anche contro le leggi bavaglio: “Si vuole tappare la bocca ai consorzi internazionali di giornalismo investigativo che hanno vinto il Pulitzer”

Il giornalista Sigfrido Ranucci, autore e conduttore del programma in onda su Rai3 Report, ieri (19 giugno) nella chiesa di San Pietro Somaldi è stato insignito del premio Dillo in Sintesi, onorificenza riservata a giornalisti e conduttori televisivi dal Festival della Sintesi. Assieme al giornalista Rai, per la televisione, il riconoscimento è andato a Rosario Fiorello e durante la serata di ieri è stato presentato il video ufficiale della consegna del premio durante una puntata di Viva Rai2.

Ieri però il pubblico accorso a San Pietro Somaldi, era tutto per lui, per giornalista Sigfrido Ranucci che con il suo programma Report, ha fatto la storia del giornalismo investigativo. Tanto amato da pubblico, quanto odiato nelle stanze dei poteri e proprio questa dualità è stata al centro della conversazione che si tenuta sul palco di San Pietro Somaldi.

Assieme a Ranucci, altre personalità del mondo del giornalismo, Giorgio Simonelli de Il Fatto Quotidiano, Nanni Delbecchi, diventato giornalista con Indro Montanelli a Il Giornale e alla Voce e Daniela Marcheschi, critica letteraria, professoressa universitaria e membro del comitato scinetifico del Festival della Sintesi.

A premiare l’autore di Report è stata Giulia la figlia del giornalista Marcello Petrozziello, da poco scomparso e che ha lasciato un grande vuoto nell’ambienti giornalistici lucchesi. Ranucci, durante il talk ha affrontato molti argomenti sensibili, a partire dalla difficoltà di fare giornalismo d’inchiesta in Italia.

“In Italia siamo messi male, ma anche in Europa non siamo messi meglio – dichiara il direttore di Report -. Negli ultimi anni sono morti cinque cinque giornalisti, Daphne Caruana Galizia, un greco, De Vries in Olanda, due nell’est Europa che stavano indagando sulla corruzione e i rapporti tra la politica e la criminalità organizzata, ancora a distanza di anni non sono stati trovati i colpevoli. Poi ci sono 270 giornalisti del nostro paese che sono sotto tutela per il tipo di lavoro che fanno, 22 completamente sotto scorta 24 ore su 24. Ci sono inoltre tutta una serie di leggi liberticide che stanno per essere approvate. Penso al fatto del carcere per i giornalisti che divulgano notizie non lecitamente raccolte, mi viene difficile pensare ad un giornalista ricettatore, penso invece a quei consorzi di giornalismo investigativo che a livello internazionale sono stati premiati con il pulizer, dando informazioni come quelle sui Panama Papers e sui Paradise Files, che provenivano da informazioni hackerate nei centri dove si fanno i grandi affari, che hanno sottratto risorse alla collettività pubblica”.

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Sintetizzare è una delle caratteristiche principali che deve avere il giornalista. Le brevità intelligenti sono essenziali per raccontare un fatto, senza dilungarsi con inutili informazioni, che potrebbero rendere più difficile la comprensione.

“Io credo che l’intelligenza sia la capacità di leggere dei fatti e di poterli consegnare – spiega Ranucci -, di poter essere il vero mediatore tra un fatto e il pubblico nello spiegare qual è la ricaduta sul pubblico di un fatto, di una notizia. Ecco, se ci intendiamo su questo, su un significato di intelligere, siamo d’accordo. Bisogna farla una sintesi perché altrimenti si disperdono le informazioni, si annacquano, si crea uno stordimento. La sintesi è necessaria per far capire immediatamente al pubblico di che cosa stiamo parlando. Un mio direttore bravissimo diceva che l’inchiestista deve essere un discesista, uno che fa una discesa libera, e deve arrivare direttamente al traguardo”.

Oggi il giornalismo deve fare i conti con il mondo del web e con un pubblico che non è passivo come un tempo, ma interagisce con la notizia con commenti sui social. Il mondo dei social da spazio sia a notizie verificate che a fake news, difficile capire quando siamo di fronte ad una notizia vera e quando non lo siamo.

“Io credo che sia necessaria una presenza molto più autorevole e continua della stampa accreditata, di giornalisti che hanno credibilità sui social – precisa Ranucci -. Oggi i social sono un grande strumento di libertà ma io lo definisco spesso un bibliotecario ubriaco perché non sai qual era la notizia doc. Questo perché l’algoritmo dei social predilige la notizia che è più interessante, che fa più numero di clic, rispetto a quella più verificata. Ecco, io invece credo, visto che ormai la maggior parte della gente si informa sui social, che sia necessaria una presenza, un presidio di giornalisti liberi, indipendenti e autorevoli sui social”.

Secondo la moglie di Assange, il caso montato contro il marito è un pericoloso attacco la libertà di stampa a livello mondiale. Lei cosa ne pensa di queste parole?

“Penso la stessa cosa – dichiara Sigfrido Ranucci -, penso che sia un grandissimo errore considerare Assange e applicare una legge dove rischia 175 anni di carcere, una legge vecchia che riguarda lo spionaggio. Ma soprattutto, viene paragonato Assange che ha denunciato crimini di guerra che altrimenti non avremmo mai saputo, a chi invece vende informazioni e mette a repentaglio la sicurezza del proprio paese. Questo è un grande errore, ad Assange dobbiamo dire grazie per aver fatto emergere i crimini di guerra in Afghanistan, in Iraq e anche per la conoscenza che noi abbiamo avuto, di come ha governato, per esempio un Presidente come Belusconi in Italia attraverso i file tirati fuori e pubblicati da Assange”.