Viareggio-Rèpaci, Stefano Del Bianco vince il premio per la poesia

Il suo ‘Paradiso’ ha conquistato la giuria presieduta da Paolo Mieli
È Stefano Dal Bianco con Paradiso (Garzanti) ad aggiudicarsi il Premio per la poesia della 95esima edizione del Premio letterario Viareggio-Rèpaci. Lo annuncia la giuria presieduta dal giornalista, saggista e storico Paolo Mieli, che tornerà a riunirsi nelle prossime settimane per decretare il vincitore per la saggistica tra Pierluigi Battista con I miei eroi (La nave di Teseo), Francesco Gambino con In sala con il diritto(La nave di Teseo) e Vincenzo Trione con Prologo celeste (Einaudi).
Il prossimo appuntamento in calendario è venerdì 26 luglio alle 21,30 sul Palco della Felicità in Piazza Mazzini a Viareggio, dove gli autori dei libri finalisti, in dialogo con la giuria, presenteranno al pubblico le loro opere.
Cresce anche l’attesa per l’assegnazione del premio per la narrativa che vede candidati Silvia Avallone (Cuore nero, Rizzoli), Federica De Paolis, (Da parte di madre, Feltrinelli) e Marco Lodoli (Tanto poco, Einaudi) e che sarà svelato in diretta durante la serata finale di sabato 27 luglio presentata dalla giornalista del Tg1 Monia Venturini, sempre alle 21,30 in Piazza Mazzini. Nel corso dell’evento, con la partecipazione del presidente di giuria Paolo Mieli, saranno consegnati anche i premi per le categorie poesia e saggistica e i premi speciali assegnati ad Anita Likmeta (Premio Internazionale), Giovanna Reanda (Premio giornalistico) e Alice Valeria Oliveri (Premio Opera Prima).
Stefano Del Bianco (Padova, 1961) vive in provincia di Siena, dove insegna poetica e stilistica all’università. Si è occupato prevalentemente di Francesco Petrarca, Ludovico Ariosto, Andrea Zanzotto. Ha pubblicato La bella mano (1991), Stanze del gusto cattivo (1991), Ritorno a Planaval (2001, 2018), Prove di libertà (2012). I suoi saggi di poetica sono raccolti in Distratti dal silenzio. Diario di poesia contemporanea(2019).
Paradiso (Garzanti). Un uomo se ne va a spasso col suo cane per le strade, i sentieri, i boschi, i campi e lungo il fiume nei pressi di un piccolo borgo nelle colline senesi. Tutti i giorni, per tante stagioni, l’uomo e il cane imparano e scoprono qualcosa, incappano in avventure nuove. Si crea così una sorta di concerto a tre voci, dove la terza, onnipresente e silenziosa, ma non del tutto, è quella del paesaggio. Una natura apparentemente non corrotta, a volte protettiva, a volte sottilmente inquietante, ma sempre in grado di trascendere, o di coprire, la penosa pena del vivere. Il paradiso è qui, sembra dire questo libro, quasi in barba alle tristezze e alla negatività di molta poesia di oggi. Eppure, non c’è alcuna rimozione del dramma individuale e collettivo contemporaneo, che invece rimane ben presente, ma come se davvero fosse stato superato e relegato sullo sfondo da una sorta di superiore, adulta, saggezza. La voce affabile e magnetica di Stefano Dal Bianco raggiunge qui una rara felicità di pronuncia lirica, e si conferma una tappa obbligata per chiunque voglia orientarsi nel ricchissimo spettro della poesia italiana.