“Cenere”, un podcast raccoglie le voci dell’eccidio di Sant’Anna di Stazzema

Sette puntate con testimonianze uniche sui tragici fatti del 12 agosto 1944 sono ora disponibili sulle principali piattaforme online
Le voci dell’eccidio di Sant’Anna di Stazzema raccolte in un podcast realizzato da Capo Verso in occasione dell’80esimo anniversario. Si chiama Cenere, ed è disponibile sulle principali piattaforme online. Un lavoro di memoria collettiva, il primo nel suo genere, sui tragici fatti del 12 agosto 1944.
Data, questa, in cui tre compagnie della 16esima divisione delle SS naziste comandata dal Gruppenführer Max Simon – con l’ausilio di alcuni italiani fascisti collaborazionisti – compiono uno dei crimini di guerra più gravi che il nostro Paese abbia mai subìto. Il paesino dell’entroterra montano versiliese viene colpito al cuore, attraversato dalla furia nazifascista che non risparmia nessuno. Le vittime sono centinaia, per la maggior parte donne, anziani e bambini. Quasi tutta la popolazione locale e i gruppi di sfollati che avevano trovato riparo nella frazione di montagna stazzemese vengono spazzati via senza pietà dai proiettili e dal fuoco dei soldati tedeschi.
Come accertò in seguito la magistratura militare italiana, dopo un immobilismo e un silenzio durato oltre quarant’anni, a Sant’Anna di Stazzema non si trattò di un’azione di rappresaglia in risposta a uno specifico attacco del nemico, ma – come emerse dalle indagini – fu un atto premeditato e curato in ogni dettaglio per sterminare la popolazione e rompere ogni collegamento fra i civili e le formazioni partigiane presenti in zona. Ci sono voluti decenni per ricostruire l’esatta dinamica e per individuare le responsabilità del massacro. Un lavoro di indagine che, di fatto, iniziò solo a metà anni ‘90, con la scoperta all’interno del palazzo della Procura generale militare di Roma del cosiddetto “Armadio della vergogna”, contenente ben 695 fascicoli riguardanti le stragi nazifasciste compiute in Italia dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 nel corso di tutto il 1944.
Per arrivare alle sentenze definitive si dovette però aspettare il 2005, con il Tribunale militare di La Spezia che pronunciò la storica condanna all’ergastolo per dieci ufficiali delle SS colpevoli dell’eccidio: una sentenza confermata fino all’ultimo grado di giudizio in Cassazione nel 2007. La condanna, però, non venne mai eseguita in Germania, con la Procura di Stoccarda che decise di archiviare l’inchiesta per la strage.
Un crimine di guerra rimasto per troppo tempo sotto silenzio, che ha convinto i giornalisti dell’agenzia livornese Capo Verso ad approfondire i vari aspetti della vicenda. Un lungo lavoro di studio, partito più di un anno fa, che ha coinvolto le voci dei superstiti dell’eccidio e alcune figure chiave del processo, come l’ex procuratore militare capo di La Spezia Marco De Paolis – oggi a capo della Procura generale militare della Corte militare di appello – e lo storico Paolo Pezzino. Un lavoro che ha dato vita al podcast Cenere. Le voci dell’eccidio dimenticato di Sant’Anna di Stazzema, distribuito sulle principali piattaforme di ascolto dal 9 agosto.
Sette puntate da ascoltare tutte d’un fiato contenenti testimonianze uniche, capaci di delineare con chiarezza ed efficacia i tratti di un tragico evento storico che ha distrutto una comunità e i suoi abitanti. Per raccontare l’eccidio è stato scelto lo strumento del podcast, oggi una delle fonti di informazione più diffuse, soprattutto fra i giovani. Non una scelta casuale, quindi, ma dettata dalla volontà di far conoscere la strage alle attuali nuove generazioni, un modo per mantenere viva la brace del ricordo e dare giustizia alla memoria delle vittime.
Alla conferenza di presentazione che si è tenuta venerdì (9 agosto), nella Sala Esposizioni della Regione Toscana varie le autorità che hanno condiviso il loro pensiero: il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, il sindaco di Sant’Anna di Stazzema Maurizio Verona, il presidente e il segretario dell’Associazione Martiri Sant’Anna di Stazzema Umberto Mancini e Graziano Lazzeri e infine Massimo Pieri, nipote del superstite ed ex presidente dell’Associazione Martiri venuto a mancare tre anni fa Enrico Pieri.
“Il dolore per una delle pagine più brutali e disumane della storia recente continua a essere vivo – le parole del presidente della Regione Toscana Eugenio Giani -. E lo sarà per sempre. Sant’Anna di Stazzema è un luogo sacro, quello che vi è accaduto ottanta anni fa deve continuare a restare scolpito nella memoria, di tutti. Questa lodevole iniziativa nasce proprio per questo, per aiutare a ricordare e per far conoscere ad ancora più persone, soprattutto i più giovani, una delle pagine più tragiche dell’occupazione nazifascista in Italia. Ritengo che oggi, più che mai, in una situazione così incerta che riguarda anche il nostro Paese, il ricordo sia uno degli esercizi migliori per contrastare il ritorno dell’odio ed educare le nuove generazioni al rispetto e alla tolleranza”.
“Dietro al nome Cenere c’è più di un significato – ha spiegato, per Capo Verso, il produttore esecutivo Alessandro Bientinesi -. Il primo è più intuitivo e concreto, legato al passato e quindi doloroso. E si rifà, tristemente, a quel che rimase di Sant’Anna di Stazzema al termine di quella mattina del 12 agosto 1944: le case, la chiesa, le centinaia di persone innocenti, tutto quel giorno fu ridotto in cenere dalla furia nazifascista. Il secondo significato del titolo è invece più concettuale, forse meno intuitivo, ma certamente più positivo e proiettato verso il futuro. Traumi e dolori così grandi bruciano una quantità tale di energia da generare una pesante cenere che può ricoprire, seppellire e avvelenare la memoria. Ma se la si riesce a soffiar via – la cenere e non la memoria – là sotto si troverà la brace di una nuova possibilità di rinascita. Pronta a riaccendere nuove voci e nuove vite”.
Cenere è un podcast di Capo Verso prodotto da Modisfera. L’autore è Luca D’Alessandro, la cura editoriale di Alessandro Bientinesi. Voci di Anna Dainelli e Lorenzo Bacci, con i contributi di Andrea Volpi. In redazione Eva Bertolacci e Dario Serpan, fonico di studio Francesco Bartalini. Sigla, supervisione del suono e della musica e montaggio Daniele Cocchi. Social Daniele Marzi e Matteo Galli, sotto la supervisione grafica di Lorenzo Barba.