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Spartiti, chaise longue e il pianoforte con cui insegnava canto in comodato d’uso alla Fondazione Puccini

25 novembre 2024 | 13:29
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Il Maestro è ricordato come molto generoso con il monastero in cui visse e morì la sorella

Il pianoforte su cui suonava il Maestro è fra gli oggetti ‘pucciniani’ che dall’ex Monastero di Vicopelago passano alla Fondazione Puccini, con un comodato d’uso della comunità monastica del Corpus Domini di Cento.

II 2024 si era aperto con la firma, a gennaio, del rogito tra la Comunità Monastica del Corpus Domini di Cento e il Comune di Lucca, col quale l’amministrazione comunale era entrata in pieno possesso del monastero di Vicopelago. Ora un nuovo atto, un comodato d’uso gratuito fra la stessa Comunità Monastica e la Fondazione Giacomo Puccini, metterà a disposizione del grande pubblico appassionato di Giacomo Puccini alcuni preziosi oggetti che furono donati dal Maestro alla sorella suor Giulia Enrichetta Puccini, conservati fino a ora nella sede del monastero di Vicopelago.

Questa mattina (25 novembre) nella sala degli Specchi di palazzo Orsetti, gli assessori al patrimonio Moreno Bruni e alla cultura Mia Pisano, il direttore della Fondazione Giacomo Puccini Luigi Viani e il procuratore della Comunità Monastica del Corpus Domini di Cento Luigi Bartolomei hanno presentato i contenuti dell’accordo.

“A pochi giorni dal centenario della morte di Puccini – ricordano gli assessori – ci fa un immenso piacere poter presentare questa nuova, importante iniziativa che restituirà alla comunità di studiosi e appassionati di tutto il mondo un ulteriore, importante tassello di quella storia avvincente che fu la vita del Maestro, in questo caso approcciata sul versante degli affetti più cari, quelli familiari. Iginia Puccini, suor Enrichetta, fu sempre vicina spiritualmente al fratello e lei stessa ispirò la composizione di Suor Angelica, che Puccini pare compose, in parte, proprio nel monastero di Vicopelago. Tutti questi oggetti diventeranno cosi fruibili in esposizioni e concerti, accrescendo il valore di quel patrimonio culturale legato a Puccini di cui la città di Lucca è depositaria”.

Otre al pianoforte sul quale Puccini suonò parti di Suor Angelica e altri brani e col quale diede di tanto in tanto lezioni di canto, fanno parte del comodato anche un armonium, regalo di Giacomo Puccini alla Comunità Monastica Agostiniana del Monastero Sant’Agostino in Vicopelago, una chaise longue in canna di bambù del 1922 che Giacomo Puccini aveva regalato alla sorella per cercare di alleviarne le fatiche e le sofferenze negli ultimi mesi di vita, spartiti del Maestro Michele e Domenico Puccini relativi a una partitura in tre spartiti (Soprano, seconda voce e terza voce) per Sub Tuum Praesidium, una partitura in tre spartiti (Primo, Secondo e Contralto) per Vexilla Regis, una partitura per Tota Pulcra a 2 Voci (accompagnatura).

Tutti gli oggetti si trovano in un discreto stato di conservazione. A questi oggetti se ne aggiungono altri che già sono stati dati in concessione dalla Comunità Monastica alla Fondazione Giacomo Puccini e che adesso vengono ricompresi in questo nuovo comodato, che ha la durata di 10 anni: si tratta in particolare di un bastone da passeggio di Giacomo Puccini, con iscrizione in metallo del nome del proprietario, uno spartito edito da Ricordi de “La fanciulla dei West” con dedica autografa ‘Alla mia Monachina Iginia affettuosamente. Giacomo’, firmato e datato dal Maestro Giacomo Puccini: “Torre del Lago, 23 gen 1911”, due cartoline illustrate d’epoca dell’ex monastero agostiniano di Lucca, due sonetti manoscritti dedicati a suor Giulia Enrichetta Puccini nel giorno della sua professione solenne alla vita religiosa.

“La Fondazione Giacomo Puccini con il suo presidente e il suo cda – ha affermato la vice presidente della Fondazione, Maria Pia Mencacci – ringrazia l’amministrazione comunale per aver concluso l’operazione d’acquisto del Monastero delle Agostiniane di Vicopelago. Si sono così finalmente realizzate le condizioni per sottoscrivere l’atto di cui diamo notizia stamani. È stato controfirmato infatti un comodato d’uso per gli oggetti legati a Puccini per i quali ringraziamo sentitamente l’Istituto delle Agostiniane di Cento e il suo delegato architetto Luigi Bartolomei per la sensibilità e la liberalità dimostrate. Sarà cura della FGP valorizzare tutti questi preziosi oggetti in linea con quanto previsto dalla missione statutaria della nostra istituzione”.

Con questo comodato d’uso, che assegna alla Fondazione Puccini alcuni dei beni di Giacomo Puccini in suo possesso, la Comunità Agostiniana intende sottolineare la propria affezione alla città di Lucca, alla quale resta legata come ad un luogo d’origine. La comunità femminile di Vicopelago infatti, non visse sempre nella ex villa rinascimentale ed oggi ex monastero di Sant’Agostino che ne fu la ultima sede.

La comunità agostiniana femminile si era primariamente insediata in alcune case fuori porta San Gervasio, sotto il titolo di Santa Maria della Croce, nella prima metà del ‘200. Sul finire del secolo XIII, tuttavia, il contesto extraurbano appariva insicuro per una comunità femminile e la famiglia Busdraghi donò alle monache un ampio lotto di terreno a ridosso delle mura, per l’edificazione di un monastero, San Nicolao Novello, tra il 1331 e il 1334.

Il monastero, oggi sede di una scuola, subì un radicale restauro nel 1580 per adeguarsi alle nuove esigenze della vita religiosa, divenuta intellettuale, con celle individuali per le monache, l’ampliamento della chiesa, la definizione di uno spazio adibito a biblioteca.

Il Seicento fu per San Nicolao un secolo di grande splendore, con la presenza in Monastero di Elisabetta De Nobili, una monaca mistica “in concetto di singolari virtù” – come sottotitolano molte delle biografie apparse in chiave agiografica immediatamente dopo la sua morte, nel 1638. La seguì nel ruolo di superiora, a partire dal 1620, suor Petronilla Guinigi, “religiosa di non inferiore perfettione”. Proveniente da una famiglia che è assurta a simbolo di Lucca, quanto la torre con i suoi alberi sommitali.

A seguito dell’incameramento dei beni ecclesiastici da parte del neonato stato italiano, la comunità monastica fu costretta a rinunciare alla propria antica sede, continuando la propria scelta di vita in alloggi di fortuna, fino all’1 agosto 1886, quando riuscì ad acquistare, tramite un intermediario, l’ex Real Collegio di Lucca, una villa rinascimentale a tre chilometri dalle mura, che, recentemente, una ricerca di Stefania Aimar ha individuato come originaria proprietà della Famiglia Buonvisi.

Delle difficili fasi di questo trasferimento, fu testimone Iginia Puccini, sorella del Maestro Giacomo, nata nel 1856, e monaca con il nome di suor Giulia Enrichetta dal 29 Settembre 1875. Della sua professione solenne, abbiamo alcuni sonetti manoscritti, già concessi alla Fondazione Puccini con un comodato d’uso nel 2019.

Dal 1895 fino al 1915, per cinque mandati, suor Giulia Enrichetta fu superiora della Comunità Agostiniana di Vicopelago. Furono questi gli anni delle frequenti visite del Maestro Giacomo Puccini alla Comunità e alla Sorella. Giacomo Puccini aveva accesso alla clausura per impartire lezioni di canto alle sorelle più giovani. Della relazione con la comunità esistono tradizioni orali e qualche appunto scritto da suor Paolina, una consorella morta negli anni ’80 del Novecento, che aveva conosciuto Giulia Enrichetta. Cosi ella scriveva:

“Giacomo amava moltissimo sua sorella e spesso le faceva visita e col suo nobile e buon cuore lasciava sempre al Monastero elemosine, se poi una sorella si trovava nel bisogno, le dava in mano il suo portafoglio dicendo: ‘Prendi quello che vuoi’. Com’era buono!

La sorella morì in monastero il 2 ottobre 1922. Il fratello Giacomo nella sua malattia le fece molte visite. Leggendo un biglietto della sorella trovato sotto il guanciale, piangeva come un bambino”.

Ai beni già in comodato quindi, spiegano dalla comunità, “si aggiungono oggi alcuni spartiti di Michele Puccini, padre di Giacomo, l’armonium che Giacomo Puccini volle regalare al monastero nel 1921, il pianoforte ove egli insegnava canto alle sorelle e accennava all’aria delle opere, sebbene si tramandi, entro la comunità religiosa, che suor Giulia Enrichetta, divenuta anziana, mal sopportasse queste incursioni di musica profana entro la comunità religiosa e richiamasse il fratello a repertori sacri, almeno in presenza delle novizie.

Corrisponde al desiderio di questa comunità monastica e anche alla nostra missione contribuire allo sviluppo sociale, spirituale e culturale di quei territori e di quelle comunità in cui si è sviluppata la storia della nostra presenza. Ciò vale tanto per gli oggetti che oggi si annunciano, quanto per il nostro ex monastero, ceduto alla città di Lucca a un prezzo favorevole nell’auspicio che possa diventare un polo di sviluppo sociale e culturale della città. Ciò non solo a vantaggio dei molti turisti, ma anzitutto degli abitanti di Lucca, per oggetti e luoghi che appartengono ad una eredità comune, nostra e loro, della città e della comunità agostiniana”.