Un convegno sul protagonismo femminile in Iran all’hotel Guinigi

Organizzazione del Soroptimist Club Lucca in occasione delle iniziative contro la violenza sulle donne: relatrice è Bianca Maria Filippini
Un importante evento, promosso dal Soroptimist Club Lucca in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, è in programma venerdì (29 novembre) all’Hotel Guinigi sulla via Romana.
Relatrice la professoressa di lingue e civiltà orientali dell’università di Torino Bianca Maria Filippini. A coordinare l’evento Cinzia De Lucis, presidente del Club lucchese Soroptimist.
“Per comprendere le ‘rivoluzionarie ‘ figure come le premio Nobel Shirin Ebadi e Narges Mohammadi – spiega la relatrice – è necessario sgombrare il campo da alcuni stereotipi sulla donna iraniana e tentare di ripercorrere la storia di questo paese alla luce del protagonismo femminile, che ha avuto, a partire dalla fine dell’Ottocento, forme diverse da quelle conosciute in Occidente ma, non per questo, meno significative”.
“Il lungo e periglioso cammino delle donne iraniane per la affermazione dei propri diritti – prosegue – si è inevitabilmente intrecciato con quello per la acquisizione dei diritti civili condotto attraverso la Rivoluzione costituzionale dei primi del Novecento e con la nascita della stampa. Le donne degli ambienti intellettuali hanno partecipato a questi movimenti politico-culturali fondamentali della storia recente iraniana e hanno contribuito al dibattito, reso ancora più urgente durante il periodo del primo sovrano Pahlavi (1925-1941), sulla educazione femminile. Il modello femminile occidentale ha rappresentato, in questo periodo storico, un faro ma ha finito anche per diventare “terreno di scontro” tra il governo pahlavi ‒ di Reza Shah prima e di suo figlio Mohammad Reza Shah dopo (1941-1979) ‒ e i loro detrattori. Un modello di “donna islamica” sostituirà nel 1979 quello occidentale brandito dai Pahlavi ed è interessante constatare come esso sia stato inizialmente preferito a questo anche dagli oppositori laici”.
“La questione del cosiddetto velo e del codice di vestiario imposto alle donne a seguito della costituzione della Repubblica islamica dell’Iran – conclude – è molto più complessa di quanto si pensi ed è stata oggetto di strumentalizzazione tanto dai sostenitori quanto dai nemici del governo iraniano. L’obbligo di indossare lo hejab non ha precluso – e anzi, in alcuni casi, ha favorito – alle donne iraniane di emanciparsi e di affermarsi soprattutto nel campo dell’istruzione e della cultura, mentre quello politico rimane per loro limitato. Uno sguardo alla letteratura persiana contemporanea aiuterà a far emergere il fenomeno delle scrittrici come avanguardia della letteratura persiana contemporanea. Movimenti sociali, soprattutto in direzione di una riforma del sistema giuridico che penalizza le donne, e fermento artistico sono due aspetti su cui vale la pena soffermarsi per apprezzare il ruolo determinante delle donne nella società iraniana e rendere loro giustizia”.
L’evento è aperto a tutta la cittadinanza e grande spazio sarà dedicato al dibattito vista la complessità e attualità del tema trattato.
Bianca Maria Filippini è dottore di ricerca in studi iranici e cofondatrice della casa editrice Ponte33, specializzata in narrativa persiana contemporanea in traduzione italiana. Dal 2007 ha svolto attività di insegnamento di Lingua persiana e Letteratura persiana presso l’università degli studi della Tuscia, l’università degli studi di Torino, l’università degli studi di Roma La Sapienza e l’università di Napoli L’Orientale. Le sue ricerche sono indirizzate prevalentemente allo studio della narrativa persiana contemporanea, con incursioni nel mondo della cinematografia iraniana.