Giorgio Tori e la sua missione speciale per Carlo Piaggia, il ricordo di Luca Menesini
L’ex sindaco di Capannori: “Grazie Giorgio, continueremo a lavorare sulla strada da te indicata”
Lucchesia in lutto per la morte di Giorgio Tori, il ricordo di Luca Menesini.
“Molti sono stati gli ambiti culturali e storici intorno ai quali ha lavorato Giorgio Tori. Tra questi dobbiamo evidenziare il grande lavoro, che insieme ad altri, ha promosso per ridare gli onori ad un lucchese illustre, capannorese per la precisione, il cui busto è tra i pochi che risiedono nel loggiato di palazzo Pretorio. Carlo Piaggia, l’esploratore. E così Giorgio Tori ha permesso di riallacciare i fili di una storia che si era un po’ persa e un po’ offuscata dalle due guerre e l’epoca imperialista. L’intreccio tra la sua attività all’Archivio di Stato, ricco di fondi documentali, e la fondazione dell’Istituto Storico Lucchese hanno contribuito a farne la trama. A fine degli anni ’70 fu organizzata una prima mostra, in giro per l’Italia, sui viaggi e le esplorazioni di Carlo Piaggia. È lì che inizia ufficialmente l’iter che ininterrottamente per oltre 40 anni ci porta viaggi, mostre, pubblicazioni, apposizione di targhe commemorative e perfino un monumento. Quel monumento che gli amici pensarono di realizzare già a fine ‘800 e che ancora non aveva visto la luce”.
“Di tutte queste azioni Giorgio ne è l’ideatore e l’animatore. Ed ogni volta che raggiungeva un obiettivo con determinazione ne lanciava uno nuovo. Un grande amico del Piaggia, non solo per le sue esplorazioni, per le diverse collezioni presenti in mezzo mondo, per i reperti lasciati, ma soprattutto per il suo approccio profondamente umano e rispettoso di quelle popolazioni. Non mancava di sottolineare le umili origini del Piaggia, che sicuramente ne hanno condizionato la fama. Due anni fa con lui siamo stati in Sudan, sulle orme di Carlo Piaggia ed alla ricerca della sua tomba nella cittadina di Karkoji. Un desiderio ancora inespresso. Lui e gli altri lucchesi che lavoravano sulla valorizzazione del Piaggia avevano provato più volte ad organizzare il viaggio, senza esito. Ed è grazie alla sua determinazione, da ultraottantenne, se questo viaggio si è fatto. In una breve finestra di ‘relativa pace’ per il Sudan, tra colpo di stato, pandemia e guerra civile”.
“In quella spedizione ne ho apprezzato ancora di più la sua profonda cultura, umanità e simpatia unite ad un grande senso dell’umorismo.
Ma ci sono due cose che mi hanno colpito particolarmente. La prima è il grande spirito di adattamento. Abbiamo affrontato lunghi viaggi su strade dissestate e polverose, sotto il sole africano. Pernottato in semplici case di fango di residenti locali, senza alcun tipo di servizio e con il rischio di beccarci la malaria o chissà quale altra malattia. Ma lui tranquillo ci ricordava che da giovane era stato Scout e perfino Capo Scout. E se Giorgio non si lamentava, nessuno si permetteva di ‘fiatare’. La seconda è l’entusiasmo e l’emozione con cui ha vissuto quel viaggio, in un continuo crescendo. Quello di chi ha una meta importante da raggiungere, che persegue da una vita, e finalmente ci stiamo arrivando. E questo è culminato nella ‘scoperta’ e visita della tomba di Carlo Piaggia a Karkoji, dopo 140 anni. Un giorno pieno di emozione che si leggeva nei suoi occhi. E come sempre un obiettivo per il futuro: rendere quella tomba riconoscibile ed attivare progetti con quelle popolazioni.
Grazie Giorgio, continueremo a lavorare sulla strada da te indicata!“.
Il ricordo di Giorgio Lupi (Società Geografica Italiana)
“La scomparsa di Giorgio Tori viene a mancare una pietra miliare nel mondo della cultura lucchese. In questi giorni ho letto molti articoli che tratteggiano la sua figura evidenziando la sua grande preparazione, la perspicacia, il lato umano e anche le meritorie cariche in istituzioni di prestigio come presidente della Fondazione Ragghianti, socio fondatore dell’Istituto storico lucchese e membro del consiglio di amministrazione della Fondazione Crl. Vorrei contribuire aggiungendo qualche ricordo relativo al suo impegno di ricercatore e studioso sulla figura del grande esploratore capannorese Carlo Piaggia che mi ha coinvolto personalmente. Giorgio ha profondamente amato Piaggia; lo studio e la ricerca sul personaggio sono stati portati avanti da lui in maniera ininterrotta fin dagli anni ’70 soprattutto insieme al suo amico Antonio Romiti, professore e direttore dell’Istituto Storico Lucchese. Una consistente parte di documenti e di memorie di Piaggia si trovavano nell’Archivio di Stato di Lucca di cui era il direttore. Quindi la passione che lo pervase lo portava a studiare con dettaglio certosino il materiale che aveva in “casa” come punto di partenza per iniziare una ricostruzione storica dell’esploratore. Decine furono le pubblicazioni che per l’Istituto realizzò alle quali si aggiunse una mostra itinerante che nei primi anni ’80 fu portata in varie città europee e africane”.
“Il massimo di quel periodo di ricerca fu raggiunto nel 1982 con l’organizzazione di una spedizione dell’Istituto dove Tori, Romiti e altri raggiunsero le lontane terre degli Azande (nella attuale repubblica Centro Africana) dove Piaggia aveva vissuto. Nella seconda parte la spedizione avrebbe dovuto raggiungere il Sudan per cercare di individuare il luogo dove era stato sepolto Carlo Piaggia ma problemi di logistica lo impedirono. Facendo un salto di qualche anno, conobbi Giorgio tramite l’editore Michele Quirici (Tagete Edizioni) che spesso frequentava l’Archivio per ricerche storiche. Da qualche anno avevo creato per Tagete una collana sulle esplorazioni geografiche, che gode del patrocinio della Società Geografica Italiana, nella quale un personaggio come Carlo Piaggia non poteva mancare. Fu così che nel 2013 proponemmo a Giorgio di realizzare una grande monografia riepilogativa e “definitiva” che raccogliesse il lavoro svolto da lui e dall’Istituto Storico Lucchese fino a quel momento e che fosse integrato con nuove ricerche e nuovo materiale. Visti i volumi di pregio della collana che avevamo realizzato negli anni precedenti Giorgio si illuminò e subito entusiasta si dette da fare per coinvolgere l’Istituto e formare un gruppo di lavoro di tutti gli studiosi che fino a quel momento a vario titolo avevano lavorato e prodotto ricerche su Carlo Piaggia. Da quel momento in poi Giorgio Tori fu instancabile, operando su vari fronti, da una parte come autore dei testi della nuova pubblicazione, da una parte come promotore dell’iniziativa per reperire i fondi necessari alla pubblicazione. Grazie al suo intervento ottenemmo un consistente finanziamento dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca che ci permise, dopo 4 anni di ricerche continuative, di stampare nel 2017 due imponenti volumi monografici di più di 2000 pagine complessive. Seguirono varie presentazioni, a Lucca, a Capannori e a Roma nella sede della Società Geografica Italiana. Noi tutti, con Giorgio in prima linea, eravamo molto soddisfatti dell’obbiettivo raggiunto”.
“A questa pubblicazione ne seguì nel 2022 un’altra più agile e divulgativa stampata in due edizioni, realizzata col contributo della Fondazione Banca del Monte di Lucca e del Comune di Capannori, per le quali Giorgio realizzò volentieri una prefazione. Lo stesso anno, a settembre, fu addirittura inaugurata una statua di Carlo Piaggia a Capannori. La rivalutazione e diffusione della figura dell’esploratore tanto caro a Giorgio Tori aveva raggiunto davvero un livello molto alto. Mancava però ancora un tassello fondamentale, ritrovare il luogo esatto in Sudan dove era stato sepolto. Alla proposta di organizzare una nuova spedizione per cercare di individuare la tomba Giorgio rispose con un entusiasmo travolgente. Eccitato dall’idea di portare a termine quello che non erano riusciti a fare 41 anni prima, il vulcanico professore partì ancora una volta per recuperare i fondi necessari ottenendoli ancora dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca. La spedizione, composta da me e Giorgio, da Roberto Giovannini, da Luca Menesini (all’epoca sindaco di Capannori e presidente della Provincia di Lucca), da Gino Barsella, partì e riuscì individuare con esattezza a Karkoj (Sudan) il luogo della sepoltura di Piaggia. Era stato un successo completo!! Eravamo tutti emozionati, e ricordo ancora con commozione il brindisi che facemmo al ritorno in albergo a Khartoum dove Giorgio innalzando il bicchiere fece un discorso breve ma memorabile. Tanti sarebbero gli episodi ancora da raccontare per far capire quanto amore, passione e capacità abbia profuso Giorgio Tori in queste vicende relative a Carlo Piaggia”.
“Il grande esploratore ti è debitore Caro Giorgio, per tutta l’immensa dedizione che hai avuto nei suoi confronti e anch’io e gli altri amici ti siamo debitori, per tutto il concreto aiuto che ci hai dato per portare a termine tutte queste iniziative e per la travolgente passione di ricerca che ci hai trasmesso. Buon viaggio!”.