Al convento di San Francesco il ricordo del beato Giuseppe Girotti

22 gennaio 2025 | 22:05
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Al convento di San Francesco il ricordo del beato Giuseppe Girotti

Per il Giorno della Memoria lunedì (27 gennaio) la cerimonia sul religioso e martire dell’Ordine dei Frati Predicatori

Anche quest’anno, a Borgo a Mozzano verrà celebrato il Giorno della Memoria: è dal 2018 che la locale Misericordia, in collaborazione con il Centro francescano di cultura e spiritualità, organizza l’iniziativa ricordando la figura di un religioso morto nei campi di sterminio nazisti.

Lunedì (27 gennaio), alle 10,30, si svolgerà una cerimonia all’interno del chiostro del convento di San Francesco alla presenza delle autorità cittadine, dei rappresentanti della Misericordia di Borgo a Mozzano e degli studenti degli istituti cittadini. Un’iniziativa che oggi è divenuta una bella tradizione, essendo la sesta edizione.

Quest’anno sarà ricordata la figura di Beato Giuseppe Girotti, religioso e martire dell’Ordine dei Frati Predicatori, nato ad Alba nel 1905 e morto l’1 aprile 1945 nel lager di Dachau. Una figura significativa che, con questo evento, vogliamo contribuire a far conoscere all’opinione pubblica”.

Nato nel 1905 ad Alba è stato un religioso e studioso della Bibbia, annoverato tra i “giusti tra le nazioni” per la sua azione a favore degli ebrei durante l’Olocausto per la quale sacrificò la propria vita. Entrato in un seminario domenicano a 13 anni, ha preso i voti a 18 ed è stato ordinato sacerdote nel 1930. Brillante negli studi, si laurea in teologia a Torino e si specializza nell’interpretazione delle Sacre Scritture Gerusalemme. La sua personalità indipendente e anticonformista lo pone in contrasto con le autorità fasciste. Nel 1939, le accuse contro di lui portano come conseguenza la sospensione delle sue lezioni al seminario domenicano e il suo allontanamento fisico con il trasferimento nel convento di San Domenico a Torino. Dopo l’8 settembre 1943, con l’occupazione tedesca e la nascita della Rsi Girotti, all’insaputa dei suoi superiori, diventa il centro di una vasta rete di sostegno a favore dei partigiani e soprattutto degli ebrei, verso i quali nutre un’affinità culturale maturata negli anni del suo soggiorno a Gerusalemme e successivamente sviluppata con gli studi biblici.

Per questa sua attività contraria alle leggi fasciste e naziste viene arrestato ed è imprigionato a Torino nel carcere Le Nuove. Viene poi trasferito nel lager di Gries a Bolzano e infine a Dachau, il 5 ottobre 1944. Qui Girotti si distingue per la sua generosità nei confronti degli altri internati, per il suo atteggiamento di apertura e come “portatore della Parola di Dio”. Rinchiuso nella baracca 26, in cui sono ammassati un migliaio di ecclesiastici contro i 180 previsti, si ammala ed è ricoverato in infermeria. Qui il giorno di Pasqua (1 aprile) 1945, non ancora quarantenne, muore, forse “aiutato” con un’iniezione di benzina com’era abitudine nel campo. Nel 1988 venne istituito alla curia di Torino il processo di beatificazione e canonizzazione di don Giuseppe Girotti e il 27 marzo 2013 Papa Francesco approvò il martirio e firmò il decreto di beatificazione, con la messa celebrata nel Duomo di Alba il 26 aprile 2014.

Il 14 febbraio 1995, a cinquant’anni dalla morte, ha ricevuto la medaglia alla memoria come “giusto tra le nazioni” quale riconoscimento da parte dello Stato di Israele per quanti si sono adoperati per la salvezza degli ebrei durante l’Olocausto. Il suo nome è iscritto nell’albo ufficiale e un albero è piantato in suo onore nel viale dei giusti a Yad Vashem, a Gerusalemme.