‘L’Italia delle donne’, un premio alla figura di Teresa Bandettini: rappresenta la Toscana

Testaferrata ha voluto fin da subito partecipare al bando ministeriale candidando la biografia della poetessa lucchese
Teresa Bandettini (Lucca, 1763–1837) è stata scelta per rappresentare la regione Toscana nell’ambito del bando “L’Italia delle donne” promosso dal ministero per le pari opportunità con lo scopo di raccontare le “storie invisibili di donne incredibili” che hanno segnato le vicende dei loro luoghi e dell’intera nazione in campi diversi, letteratura, teatro, impegno civico e istituzionale.
Ieri (7 marzo), all’auditorium del Maxxi di Roma, a raccogliere il premio è stata l’assessora alle pari opportunità Simona Testaferrata, insieme alle rappresentanti delle altre 19 regioni italiane selezionate su 387 candidature totali pervenute. Testaferrata aveva voluto partecipare al bando ministeriale candidando la biografia di Teresa Bandettini (Lucca, 1763–1837).
L’assessora Simona Testaferrata ha commentato il premio ricevuto: “Dedico questo premio alla memoria di Teresa Bandettini, poetessa dell’Improvviso, che a nove anni già calcava i palcoscenici per poter mantenere la famiglia e che fu riconosciuta come poetessa dall’Accademia dell’Arcadia che le conferì il nome arcadico di Corilla Olimpica. A lei e a tutte le donne lucchesi, giovani e meno giovani, mi fa piacere dedicare questo premio che vuole essere un invito a coltivare con impegno e perseveranza i propri talenti, le proprie passioni, come ha fatto la nostra concittadina Teresa che, sia pure fra mille difficoltà e incontrando spesso critiche e incomprensioni, è riuscita a fare della sua vita una vita incredibile, appunto. Il premio di ieri costituisce per noi un punto di arrivo, ma soprattutto una punto di partenza, perché da qui inizieremo un lavoro di divulgazione sulla figura e l’opera di questa nostra poetessa dell’Improvviso – conclude -, in modo che possa nuovamente splendere e tornare a far parte del nostro patrimonio di memoria comune”.
Chi era Teresa Benedettini
Teresa Bandettini è nata a Lucca nel 1763, era l’ultima di tre figli di una famiglia di media borghesia. Fin da piccola ha dimostrato di avere un talento speciale per l’improvvisazione e per la rima, oltre ad una gestualità spontanea che l’avrebbe resa famosa e ineguagliabile.
La sua vita non è stata facile. La perdita del padre ha portato la famiglia ad affrontare difficoltà economiche e vide la piccola Teresa, di nove anni, ad esibirsi sul palcoscenico del teatro di Bastia come ballerina. Ha saputo, comunque, fare tesoro di questa esperienza che ha affinato la sua capacità rappresentativa e quello speciale rapporto che riusciva ad avere con il pubblico.
Teresa amava studiare, amava i classici e la poesia, riusciva a farlo in qualsiasi momento, era assetata di sapere ma ben consapevole che la sua arte avrebbe dovuto aiutarla anche a mantenere se stessa e la famiglia. Ben presto si affermò come poetessa dell’Improvviso nelle Accademie e nei salotti, riuscendo ad incantare chi l’ascoltava e ad essere riconosciuta come poetessa dall’Accademia dell’Arcadia, che le ha conferito il nome arcadico di Corilla Olimpica.
Dopo il debutto di ballerina a Bastia, ha continuato a danzare nei vari teatri italiani dove ha avuto l’occasione di incontrare personaggi della cultura che le sono stati di aiuto, sostegno e consiglio. Nel 1786 ha pubblicato a Venezia la sua prima raccolta di Rime Varie. Nel 1789 ha sposato Pietro Landucci, lasciando la sua carriera di ballerina e dedicandosi unicamente alla poesia che la portò in giro per l’Italia dove ha raccolto approvazioni e successo.
Teresa è diventata una viaggiatrice instancabile per diffondere la sua arte: doveva portarsi dietro la famiglia, la vecchia madre che tanto credeva in lei, il marito e il figlio Francesco. Si è scontrata con delusioni, critiche, incomprensioni ma, dopo i momenti di sconforto, ha saputo sempre ritrovare la forza per andare avanti.
La sua ambizione di diventare poetessa di corte si è realizzata in tarda età, alla corte di Maria Luisa di Borbone nel 1819 quando, seppur con deplorevole ritardo, anche la sua città le riconobbe il meritato valore. È morta a Lucca il 6 aprile 1837.