Fedra sul lettino di Freud: in scena al Giglio la reinterpretazione psicanalitica del capolavoro di Racine

Il cast dello spettacolo, diretto da Federico Tiezzi, incontrerà il pubblico sabato alle 18 all’auditorium della Fondazione Bml
Va in scena questo fine settimana al Teatro del Giglio Giacomo Puccini Fedradi Racine, settimo titolo della stagione di prosa 2024-2025. Tre, come di consueto, le recite programmate dal 21 al 23 marzo (venerdì e sabato alle 21, domenica alle 16). Federico Tiezzi firma la regia di questa Fedra scegliendo la raffinatissima traduzione di Giovanni Raboni, e si pone alla guida di un cast di eccellenze: Catherine Bertoni de Laet, Martino D’Amico, Valentina Elia, Elena Ghiaurov, Riccardo Livermore, Bruna Rossi, Massimo Verdastro.
La scenografia dello spettacolo è di Tiezzi con Franco Raggi e Gregorio Zurla; i costumi sono di Giovanna Buzzi, le luci di Gianni Pollini; curano la vocalità Francesca Della Monica, i movimenti coreografici Cristiana Morganti, artista quest’ultima attesa al Giglio con il suo Behind the light il prossimo 26 marzo.



Con questo dramma ambientato in una Grecia di cui restano solo rovine, quasi un Ibsen ante-litteram venato di umori freudiani, Federico Tiezzi reinterpreta il mito classico insistendo sull’indagine dei personaggi, sulle loro trasformazioni sotto la forza di un desiderio che si muta in colpa e in peccato, spingendosi fino alla suggestione di una vera e propria seduta psicanalitica. Tutti i personaggi in questa tragedia hanno qualcosa da nascondere: Fedra l’amore incestuoso, Teseo le sue innumeri fughe amorose, Ippolito di amare Aricia, che discende da una stirpe nemica e assassina, Enone un intrigo bugiardo e colpevole. In questa dimensione claustrofobica, dove la ragione scompare sotto la violenza e la tensione del desiderio, affiorano motivi ancestrali, interpretabili solo con l’ausilio della psicanalisi freudiana. E i mostri che affiorano di continuo nelle parole dei protagonisti sono esclusivamente quelli dell’inconscio.
Fedra, sconvolta dalla sua passione, infrange l’ordine morale, familiare e sociale attraverso il disordine del suo desiderio. All’interno dell’ordine familiare, dentro le regole sociali e dinastiche, l’amore porta il disordine del cuore umano. La ragione cede alla violenza erotica e apparenta Fedra a un’altra eroina dell’antichità classica, a Medea. Jean Racine scrisse la tragedia nel 1677, sulla base dell’Ippolito di Euripide e della Fedra di Seneca: e questa Fedra, pur imbevuta di giansenismo e di filosofia morale, diverrà nei secoli, come afferma Tiezzi, “il più grande testo sulla passione erotica che il teatro abbia mai prodotto”.
Fedra, dice Racine nella sua prefazione all’opera, “non è né del tutto colpevole, né del tutto innocente”. La tragedia, come nella classicità greca, ha una vocazione morale e deve aiutare lo spettatore a liberarsi dalle passioni attraverso la catarsi: e ciò è possibile solo partecipando in maniera totale agli avvenimenti tragici. Lo spettatore diviene quindi testimone della passione amorosa di Fedra e delle sue conseguenze disastrose, ed è così costretto a scegliere tra la condanna e la pietà, tra la partecipazione emotiva e il giudizio.
La compagnia incontrerà il pubblico sabato (22 marzo) alle 18 all’auditorium della Fondazione Banca del Monte di Lucca (ingresso libero e gratuito, fino ad esaurimento posti) di piazza San Martino. Il progetto di incontri con il pubblico è frutto della collaborazione tra Teatro del Giglio, Fondazione Banca del Monte di Lucca, Fondazione Lucca Sviluppo e Fondazione Toscana Spettacolo onlus.
La stagione di prosa è realizzata dal Teatro del Giglio Giacomo Puccini con Fondazione Toscana Spettacolo onlus. I biglietti per lo spettacolo sono in vendita alla biglietteria del teatro e online su www.ticketone.it e www.teatrodelgigliogiacomopuccini.it.