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Il filosofo Umberto Galimberti al Cinema Moderno per parlare di felicità

23 aprile 2025 | 09:24
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Il filosofo Umberto Galimberti al Cinema Moderno per parlare di felicità

Appuntamento giovedì (15 maggio) alle 20,30 filosofo e psicoanalista monzese in un viaggio alla scoperta dell’evoluzione del concetto

La felicità è davvero possibile? Il filosofo e psicoanalista monzese Umberto Galiberti ci accompagna in un viaggio alla scoperta della sua evoluzione storica, analizzando come questo concetto sia cambiato nel tempo e quali fattori influenzano la nostra percezione del benessere.

Ne parlerà al Cinema Moderno di Lucca giovedì (15 maggio) alle 20,30.

Il percorso inizia dal mondo greco con un senso di tragicità nel quale il dolore è inevitabile e va affrontato senza lasciarsi travolgere dalle emozioni. Aristotele considerava la felicità il fine ultimo della vita, ma al tempo stesso la riteneva una condizione difficile da realizzare. In greco antico la parola felicità, eudaimonia, è formata da eu che significa bene e da daimon che significa demone. Affermava: “Fai riferimento alla tua natura, alla tua vocazione come buona realizzazione della tua capacità”.

Ma sempre il mondo greco esprimeva un forte ammonimento: “Stai attento, magari sei un bravo scultore, ma se vuoi essere più bravo di Fidia oltrepasserai il limite. E se pensi di essere ancora più bravo di Fidia, allora creerai la tua rovina. Devi prima di tutto conoscere te stesso, perché se uno non conosce sé stesso non sa neanche qual è il suo demone”. Il cristianesimo offre un deciso cambio di prospettiva con l’affermazione dell’eternità della vita. L’idea dell’anima che non muore porta a una nuova percezione del tempo inteso nel senso di passato, presente e futuro e introduce i concetti di infelicità e mortificazione come strumenti di elevazione spirituale.

Con l’età moderna, il mercato e la tecnica diventano protagonisti, modificando profondamente l’idea di felicità. Il mercato lega la felicità al possesso materiale, accrescendo il nichilismo attraverso la moda e la pubblicità, mentre la tecnica – osserva Umberto Galimberti – quale espressione suprema della razionalità e con la sua logica dell’efficienza e della produttività, riduce lo spazio per l’irrazionalità umana e delle emozioni. Da tutto ciò scaturisce un aumento della depressione sociale, passata dall’essere un fenomeno legato al senso di colpa a una condizione derivante dal senso di inadeguatezza. L’uomo moderno, alla ricerca incessante di successo e riconoscimento, si trova sempre più lontano da una felicità autentica. Oggi si può raggiungere?

Questo il tema dell’incontro.  Biglietti disponibili sul circuito online Ticketone (a questo link) e nei punti vendita ad esso collegati.

Umberto Galimberti

Nato a Monza nel 1942, il professor Umberto Galimberti, filosofo e psicoanalista italiano, pone al centro dei suoi studi la figura dell’uomo che, in una realtà dominata dalla tecnica, si sente un mezzo nell’universo dei mezzi, alla continua ricerca di un senso al suo esistere, pervenendo alla conclusione che soltanto attraverso una pratica filosofica l’uomo possa orientarsi nel mondo della tecnica in cui si trova inserito, gettato e trovare sollievo al disagio.