In commissione il j’accuse al Comune delle società sportive
L’attacco è servito. All’amministrazione Tambellini ma anche “all’arroganza della Lucchese”. E’ quello delle società sportive del territorio di settore giovanile, Luccasette, Atletico Lucca, Aquilotti Sant’Anna, San Filippo, Acf Lucca 2003 e dell’Aics di Lucca che non hanno digerito la scelta, da parte dell’amministrazione comunale, di agevolare il pagamento delle utenze alla società rossonera, oltre ad altre agevolazioni sulle concessioni degli impianti sportivi e che ora presentano il conto. A fare da portavoce è il dottor Germano Barsali, da sette anni alla guida del Luccasette, la società di San Concordio, che non le manda a dire e chiede risposte certe dopo le promesse fatte in campagna elettorale.
La commissione, nella sala del consiglio comunale a Palazzo Santini, si apre con una querelle procedurale. Il consigliere Marco Martinelli di Forza Italia, infatti, chiede l’annullamento della convocazione della commissione cultura e sport. La stessa, infatti, a detta del consigliere, sarebbe stata protocollata solo il 24 di marzo, mentre il regolamento prevede una convocazione almeno cinque giorni prima della riunione: “Visto che – dice – la presidente Picchi mi ha detto a mezzo stampa che non conosco le regole del Consiglio invito anche lei ad attenersi alle procedure”. Mozione d’ordine, quella di Martinelli, che non viene recepita ma rimandata alla valutazione del segretario, per poter permettere il regolare svolgimento della seduta cui erano invitate le società sportive. Per la presidente Enrica Picchi e per il segretario della commissione, infatti, si tratterebbe di una mera comunicazione formale, rispetto alla convocazione protocollata il 20, del cambio della sede della riunione da Palazzo Orsetti a Palazzo Santini.
A introdurre il dibattito è l’assessore Massimo Tuccori che si toglie qualche sassolino dalla scarpa: “Qualcuno, quando mi sono insediato – dice – ha detto che mi sarei occupato solo di calcio. Questa riunione dimostra evidentemente proprio il contrario ed è la prima di un percorso che dovrebbe portare a breve alla definitiva approvazione del regolamento degli impianti sportivi (in calendario per l’1 aprile, ndr) e alla nascita della consulta per lo sport”.
Ma quello che attende Tuccori è un vero e proprio atto di accusa da parte delle società sportive dilettantistiche e giovanili del territorio: “Le società calcistiche “tipo” del territorio, che fanno attività anche di scuola calcio – dice Barsali – contano di media fra i 150 e i 200 tesserati. Ed è tenendo conto questi tati che abbiamo fato le nostre considerazioni, visto che la gestione pratica delle attività sportive è affidata alle cure del Comune che, nel caso del calcio, assolve l’onore con il semplice affidamento delle strutture sportive. Negli ultimi anni la convenzione ha avuto durata annuale ed è previsto un affitto struttura da parte delle società sportive. Il Comune di contro eroga un contributo per le attività che non supera i 3mila euro complessivi, che significa, di media, 10 euro annui per ogni tesserato, in pratica il costo di un pallone di allenamento”. “Si deve poi ricordare – aggiunge Barsali – che attualmente la quasi totalità degli impianti sportivi è di proprietà comunale, che deve garantire la messa a norma degli stessi e ne deriva il paradosso che oggi a Lucca nessun impianto è a norma eppure per gli stessi viene chiesto un affitto. La mancata messa a norma degli impianti è un fatto grave di per sé, perché limita se non addirittura impedisce la vendita di biglietti di ingresso, attività regolamentata dalla Siae che prima vende i biglietti e poi verifica che sugli stessi sia stata pagata l’Iva. La mancata messa a norma, poi, si ripercuote sulle famiglie perché , santo alla norma, si dovrebbe infatti impedire l’accesso a mamme, nonne, madri, zie che vogliono accedere a un impianto sportivo per vedere la gara del proprio figlio o nipote”.
“A fronte di questa situazione – continua Barsali – ci sono i costi delle società sportive. Ogni atleta Figc ha un costo così come ogni campionato o torneo cui si iscrive una squadra. Ci va aggiunto il pagamento degli arbitri per un importo totale di circa 15mila euro l’anno per la Figc, le utenze, tutte volturate alle società sportive per un importo complessivo di 18mila euro l’anno, le spese Siae, l’Iva, il materia tecnico, per l’abbigliamento sportivo, la cancelleria, i rimborsi spese ad allenatori e istruttori, la manutenzione ordinaria della struttura, per un totale di 40-50mila euro l’anno. In tutto circa 80mila euro a società. A questo si fa fronte richiedendo una quota associativa ai tesserati per 20-25mila euro. Dalla vendita dei biglietti si ricavano 15-20mila euro. E mentre gli sponsor ormai non si trovano più ogno società prova a pareggiare il bilancio con una attività collaterale tipica di tutte le società sportive, fatta di cene, tombole e lotterie, oltre all’attività gratuita dei tanti volontari”.
A questa situazione di partenza, secondo le società, non fa seguito un impegno della politica: “L’attenzione della classe politica lucchese verso lo sport – prosegue – di qualsiasi colore essa sia – lascia a desiderare e in questo si uniforma anche l’attuale amministrazione, come dimostra il fatto che l’incontro di oggi nasce da un esteso malessere del mondo sportivo che ha chiesto questo incontro. A due anni dell’insediamento della giunta Tambellini, dopo le promesse in campagna elettorale possiamo dire che i programmi sono stati platealmente disattesi. Lo dimostrano i fatti: le casse comunicali aiutano le diverse realtà sportive con modalità profondamente discriminatorie. Lo dice il caso dell’ascolto che è stato dato alla prepotenza e all’arroganza della Lucchese, che viene aiutata dal sindaco a raggiungere il traguardo del professionismo con il pubblico bilancio e con importanti sgravi sui costi di gesione. Questo a discapito di tutte le altre realtà di questo e di tutti gli altri sport. Discriminatorio anche l’utilizzo degli utili delle partecipate che sono stati e sono impiegati nel sostegno economico allo sport con criteri assolutamente inqui e ai soliti soggetti, mentre ad esempio la promessa soluzione politica del costo del gas per lo sport è rimasto per ora lettera morta.Nulla è stato fatto, poi, quanto al piano di messa a norma delle strutture sportive, fermo alla data di insediamento del sindaco e senza ancora l’approvazione del nuovo piano comunale per l’utilizzo e concessione delle strutture sportive”. “A fronte di questo – prosegue Barsali – c’è l’esempio di comuni vicini che, seppur più piccoli, come Altopascio, Massarosa e Pietrasanta, sostengono la pratica sportiva con sgravi e con investimenti derivanti dagli utili delle partecipate. E’ il caso di Altopascio, che eroga 27mila euro l’anno al Tau Calcio per dieci anni, ma anche di Pietrasanta, Massarosa che prevede convenzioni triennali e l’energia elettrica e il riscaldamento a carico del Comune. Il Comune di Gallicano, poi, finanzia ben 24 associazioni locali, fra cui anche la Bocciofila con 6mila euro l’anno. Lo sport, in queste realtà è riconosciuto veramente come una risorsa per il territorio e non come un costo, come fondamentale contributo di una sana crescita psicofisica dei giovani. Una sensibilità promessa a noi dal sindaco Tambellini, che oggi brilla per la sua assenza e che costringerà qualcuno, me in primis, l’anno prissimo a non fare entrare più i genitori negli impianti e a non scaldare l’acqua calda negli spogliati dei bambini. Non chiediamo soldi, ma rispetto degli impegni presi”. In particolare, in un documento protocollato, le società chiedono quali misure il Comune intende adottare sulla sicurezza degli impianti sportivi, sulla razionalizzazione delle spese di gestione, sul reperimento dei fondi per lo sport, sulla certezza delle regole, sulla partecipazione alla stesura delle regole e sull’istituzione della consulta dello sport”.
Affermazioni forti, ribadite anche dagli altri rappresentanti delle società (“Non avere soldi è una cosa, non avere idee è anche peggio”, aggiunge uno dei presenti) che animano il dibattito politico in commissione. Fra chi, come Martinelli, sottolinea “le falsità più volte propinate da questa amministrazione comunale, le promesse non mantenute e lo stop al regolamento grazie ai numerosi interventi dei consiglieri di maggioranza e opposizione che ne hanno stigmatizzato alcuni errori formali”. “Da oggi – dice Martinelli – occorrerebbe ripartire da zero e garantire quella partecipazione dei soggetti del mondo sportivo dilettantistico che fin qui è mancata”. Luca Leone (Impegno Comune), interviene in qualità anche di ex assessore al bilancio: “La spesa corrente per lo sport – ammette – è generalmente sottostimata nella complesità delle spese di bilancio, così come quella della promozione sportiva. Occorre trovare una soluzione normativa e negli investimenti e dare indirizzi specifici di carattere politico su come si ridistribuiscono le risorse, magari attingendo a quelle dedicate alla cultura o al sociale, visto che anche in questo caso di sociale si tratta”.
La risposta di Tuccori è articolata quanto attendista. Il tema è il solito, la scarsità delle risorse di bilancio con cui far fronte alle enormi necessità del mondo sportivo. “Spero di arrivare a breve, per dare una prima risposta – dice Tuccori – al regolamento per la concessione e alla consulta dello sport. Il regolamento passerà in consiglio la prossima settimana, il 19 aprile c’è già un appuntamento fissato per mettere le basi per la consulta dello sport. Per il resto, gli impianti non sono a norma? Bisognerebbe chiuderli tutti o rinunciare all’ingresso agli impianti a pagamento, perché non abbiamo milioni di euro per intervenire anche perché l’intervento delle municipalizzate non può essere diretto ma può prevedere solo un contributo di gestione. Inevitabilmente con il fattore economico siamo destinati a scontrarci, considerando che non esiste soltanto il calcio anche se è, come iscritti, numericamente rilevante”. Tuccori risponde anche alle accuse sugli “aiuti” alla Lucchese: “E’ innegabile – dice fra qualche mugugno – che la Lucchese sia la società più rappresentativa della città. E nonostante io in alcuni momenti non sono stato d’accordo con le decisioni prese bisogna pur dire che è chiamata a gestire un impianto diverso e i cui costi sono sproporzionati ai consumi effettivi. Il bonus, comunque, è stato concepito come forfettario e ci siamo fatti carico di pagare parte delle bollette della società, dietro presentazione delle quietanza. Ma questa cosa, lo voglio ricordare, è temporanea e valida, secondo gli accordi fino al 30 giugno, data in cui ci metteremo intorno a un tavolo e inizieremo a discuterne tutti assieme. Resta il fatto che il Comune ha inteso riconoscere un bonus alla Lucchese per un progetto che la Lucchese ha e che dà prestigio a tutti. Anche se dovrebbe essere una società che poi va incontro alle esigenze di tutti”. Sulle partecipate: “La possibilità di usare le partecipate come sgravio per le società sportive, un po’ come fa Gesam con la pallacanestro – spiega Tuccori – è legato al regolamento di gruppo in via di approvazione. E comunque la consulta sarà il luogo in cui si discuterà della destinazione dei pochi fondi che abbiamo a disposizione e che troveremo, anche ricorrendo ai fondi europei”.
Sul tema anche il presidente della commissione lavori pubblici, Francesco Battistini, che cerca la mediazione: “Al di là dei problemi evidenti – dice – vorrei che si riuscisse a costruire qualcosa di concreto e che l’appuntamento del 19 all’auditorium di San Romano si trasformasse in un momento in cui si arrivi con una traccia propositiva che venisse approvata. Un documento che coinvolga le varie realtà sportive per qualcosa di concreto. Per il resto quanto detto in campagna elettorale, quanto scritto nel programma, è l’unica via da seguire e con quello questa amministrazione vuole andare avanti”.
Un invito alla partecipazione, dunque, per tenere alta l’attenzione sul mondo dello sport e dialogare anche sulle criticità presentate. Tenendo sempre presente che i bilanci degli enti sono già ridotti all’osso per gli investimenti. E per il “caso Lucchese” se ne riparlerà a giugno. Ma quella è tutta un’altra faccenda.
Enrico Pace