S. Luca, corteo di protesta contro traffico caos e eliporto

2 aprile 2014 | 13:31
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S. Luca, corteo di protesta contro traffico caos e eliporto

Protestano per difendere la sanità pubblica, contrastare la “finanza di progetto” ed impedire la vendita di Campo di Marte: questi, e molti altri, sono i temi lanciati sul piatto da una serie di comitati (Lucca Est, Sanità Lucca, Lucca Bene Comune, Lucca per una sanità migliore), collettivi (Lavoratori Sanità Versilia, Versilia collettivo sos salute, Organizzazione sanità Massa-Carrara) e dal Coordinamento toscano per il diritto alla salute. Epicentro della levata di scudi è il nuovo ospedale San Luca, che sarà inaugurato sabato (5 aprile): in quell’occasione i soggetti suindicati daranno vita ad una manifestazione che partirà da Porta Elisa alle 9,30 per giungere al San Luca percorrendo Via di Tiglio e Via Carlo Piaggia.
Scorrendo il “regolamento della protesta”, ecco che i temi si affastellano: dissesto idrogeologico, dissesto viario, invivibilità ambientale, elisoccorso a 38 metri dalle abitazioni, l’isola ecologica e le vasche che volano sono soltanto alcune delle criticità evidenziate.

“Chiediamo una partecipazione di massa da parte della cittadinanza – è l’appello di Giuseppe Di Vito, del comitato Lucca Est – perché la questione riguarda tutti. Paghiamo salatamente di tasca nostra ed avremo un servizio scadente: la depubblicizzaione della sanità porta profitto ai soli privati”.
Ma quali sono le reali carenze del nuovo San Luca? Gemma Urbani, di Lucca Bene Comune, prova a tratteggiarle: “Troviamo inammissibile che chi deve andare a curarsi o a visitare i parenti debba spendere 1 euro l’ora per il parcheggio. Tutto questo avviene perché il privato che ha anticipato i 45 milioni di euro necessari alla costruzione avrà in dote la gestione dei servizi: insomma deve recuperare i soldi pescando nelle tasche dei cittadini. Poi l’ospedale è senza finestre: mancando l’aereazione le infezioni si moltiplicheranno. Pare di essere tornati ai lazzaretti medievali”.
In effetti pare che la Asl di Lucca dovrà sborsare al concessionario (la Sat) qualcosa come 15 milioni di euro l’anno per i servizi ospedalieri. Ora, durando la concessione per un arco di 19 anni, il ricavo del privato si aggirerà intorno ai 285 milioni di euro per ciascuno dei quattro ospedali di Lucca, Prato, Pistoia e Massa Carrara sui quali sono stati investiti, complessivamente, 212 milioni di euro.
A preoccupare è poi, anche e soprattutto, il destino del Campo di Marte: “Non pensino di venderlo – tuona Raffaello Papeschi, del comitato Lucca per una sanità migliore – perché non lo consentiremo. Vogliono farci credere che bastano i posti letto che ci sono e che 5 giorni di degenza sono sufficienti, ma noi sappiamo che non è così. Pensano che basti un ospedale per acuti e che, dopo il trauma inziale, uno possa andare a curarsi presso altre strutture: il tutto a vantaggio delle case di cura private. Così accadrà che chi ha i soldi li sborserà mentre chi non può aspetterà e anche tanto. Pensate che una signora ci ha rivelato, giorni fa, di aver chiesto una visita tiroidea in una struttura pubblica della provincia: le hanno dato appuntamento per l’11 maggio 2015. I tempi del Campo di Marte, fin qui, sono stati molto più rapidi. Che succederà adesso?”.
Già, cosa succederà? Il San Luca è stato costruito e si avvicina al taglio del nastro, ma i Comitati pensano di sapere come fare per limitare i danni. “Vogliamo lo 0,7% dei posti letto ogni 1000 abitanti previsti dalla legge nazionale. Non si trovano? Il Campo di Marte ha spazio in abbondanza – rincara Papeschi – e deve essere usato. Abbiamo calcolato che tenerlo così, inutilizzato, ci costerà 300mila euro l’anno. Non vogliamo che faccia la fine di Maggiano”.
In tutto questo anche la viabilità, inevitabilmente, finisce sotto la mannaia incalzante delle proteste: “Avete presente – continua Papeschi – l’ora di uscita dalle scuole in Via Carlo Piaggia? Pensate che le ambulanze possano passare agilmente di lì? E con il passaggio a livello a San Filippo, chiuso ogni 5 minuti, come la mettiamo? Senza contare che, è inevitabile, lì vicino sorgerà una nuova Coop: vi immaginate il caos?”.
“La protesta dovrà essere fatta propria da tutti i cittadini toscani – chiude Walter Lorenzi, del Coordinamento toscano per il diritto alla salute – perché solo così possiamo fare sentire la nostra voce. Sarà una manifestazione senza colore politico, anzi: contro certe scelte della politica”.

Paolo Lazzari